La crisi pandemica è una lente per leggere il nostro tempo, un telescopio per guardare più lontano. Non solo una sventura che interrompe una corsa da rimettere il prima possibile sui binari, ma una frattura che è anche una rivelazione, di limiti e insieme di possibilità. L'occasione per un avvenire inedito anziché per un divenire inerziale. La sfida è ora trasformare le tensioni che definivano il mondo pre-Covid in leve di cambiamento, a partire da cinque nodi cruciali che aprono altrettante vie verso equilibri più equi. Per rendere il nostro vivere insieme migliore di prima, e perché la fine di un mondo diventi un nuovo principio.
La realtà reagisce al nostro modello di sviluppo e ci sollecita con forza a cambiare. Un libro coraggioso per ridefinire il rapporto tra la libertà di ciascuno, la società e l'ambiente. Siamo tanti, viviamo meglio e più a lungo. Ma la vorticosa crescita economica dell'ultimo secolo si sta ora scontrando con le sue contraddizioni - cambiamento climatico, migrazioni, squilibri demografici, disuguaglianze - minacciando la vita stessa del pianeta e ponendo con urgenza il problema della sostenibilità. La risposta non può essere però solo tecno-economica: occorre piuttosto mettere in discussione le premesse su cui la crescita si basa, colmando un ritardo culturale nella consapevolezza che non esiste forma vivente che non sia in relazione. Lo dice la scienza e lo dicono da sempre le religioni: solo in rapporto con gli altri diventiamo noi stessi ed esercitiamo la vera libertà, in modo transitivo e generativo e non estrattivo e predatorio. È questa la logica che presiede la vita umana, personale e collettiva, e che può riaprire la strada verso una società libera, giusta e sostenibile.