Nel mondo del Ventunesimo secolo sono esplose tensioni forse tra le più laceranti della storia: il contrasto tra la globalizzazione, e la crisi economica che ne è conseguita, e le istanze locali delle forze del passato; le migrazioni delle masse di poveri che premono alle porte del ricco Occidente; lo scontro tra le forme della cultura e la tradizione occidentale, che sino a poco tempo fa poteva considerarsi dominante, e il terrorismo di matrice islamica. A questi problemi la politica non è in grado di offrire soluzioni efficaci: non sul piano internazionale, dove ogni forma di cooperazione tra Stati viene messa in seria discussione, né all'interno dei singoli Paesi, dove ha ceduto all'economia la gestione della società, limitandosi a garantire il funzionamento del mercato. In relazione a questo quadro Emanuele Severino riprende e sviluppa qui temi a lui cari come il rapporto tra politica, tecnica e filosofia e propone una chiave di lettura per smascherare il significato profondo della volontà di disfarsi di quella adesione alla verità assoluta che il tempo presente vuole abbandonare. In questo processo il capitalismo, per trionfare sui propri nemici, dopo aver emarginato la politica, deve sfruttare a fondo le potenzialità della tecnica, la quale è divenuta sempre più forte e ora da serva si sta trasformando in padrona, svuotando il capitalismo del suo scopo e conducendolo quindi alla morte. Quello che oggi ci pare uno scontro epocale tra valori è in realtà soltanto l'espressione di una battaglia di retroguardia, tra le diverse "verità" che intendono piegare il mondo alla loro visione ma che in realtà sono tutte destinate a essere sconfitte dall'avvento della tecnica, che potrà compiersi pienamente solo quando quest'ultima potrà godere del sostegno della filosofia e raggiungere il proprio scopo: realizzare tutto quanto è possibile.
Cristianesimo, Islam, capitalismo,
comunismo, democrazia:
un grande filosofo spiega
perché tutti i dogmi
sono destinati a sgretolarsi.
La lotta al terrorismo, l’insorgere di una nuova Guerra fredda, il ruolo della Chiesa, le radici cristiane dell’Europa e la sua islamizzazione: sono solo alcuni degli argomenti di riflessione proposti da Emanuele Severino in questo libro che fotografa con lucida analisi la realtà attuale. Se per alcuni la filosofia oggi si limita ad arbitrare sterili dispute tra specialisti, Severino le attribuisce invece un ruolo chiave nel mostrare la verità o la falsità dei principi che guidano la politica internazionale, e nel tratteggiare l’inevitabile parabola distruttiva dei “macigni” del nostro tempo: cristianesimo, islam, capitalismo, comunismo, democrazia. Nella potente metafora del titolo le diverse tradizioni del mondo contemporaneo rotolano – proprio come macigni – dalla cima di un monte, urtandosi e scontrandosi: la più feroce lotta in corso è quella che li vede opporsi non l’uno all’altro ma alla forza che li fa precipitare, lo spirito di gravità, l’unione di Tecnica e filosofia, in grado di dissolvere tutte le ideologie, occidentali e orientali. La Tecnica, nelle illuminanti parole di Severino, è “un gigante, capace di toccare il cielo con un dito”. Ma l’Occidente, chiuso nella sua Follia, saprà guardare oltre il presente?