Nella biografia di Arsenio Frugoni (1914-1970), grande storico del Medioevo, c'è un anno apparentemente vuoto. Dieci mesi o poco più, tra il 1944 e il 1945: come una parentesi nella sua vita, di cui lui stesso si rifiutò sempre di parlare. Ma raccogliendo i ricordi di chi gli era accanto allora, si scopre che nella primavera del '44 Frugoni cominciò a recarsi regolarmente a Gargnano, nel cuore della Repubblica Sociale Italiana. La cosa non può non stupire, perché Frugoni era sicuramente estraneo al fascismo e alla sua cultura. Cercando documenti e interpellando potenziali testimoni, Gianni Sofri, che fu suo allievo ed è amico di sua figlia Chiara, ha seguito a lungo le tracce di Frugoni in quel periodo. Ha ricostruito il contesto storico dell'«anno mancante», i rapporti di Frugoni con importanti ufficiali tedeschi e quelli con esponenti di un gruppo influente di cattolici bresciani antifascisti. Ne è uscito il ritratto di un uomo di grande coraggio e coerenza.
Questo libro si compone di due parti. La prima, intitolata "Tendenze anticlericali e fermenti antireligiosi nell'Italia del 1944-1946. Echi e reazioni nel mondo cattolico", si occupa di alcuni aspetti del fenomeno anticlericale e antireligioso manifestatosi nei mesi a cavallo della Liberazione, con particolare riferimento all'"odio" predicato da alcuni contro il clero "politicante", a certe tematiche del dibattito-scontro politico allora in atto (quella, ad esempio, dei rapporti tra Chiesa e fascismo), alle polemiche antivaticane di Radio Mosca, alla propaganda antireligiosa dei "senza Dio". Nella seconda, intitolata "La campagna anticlericale del 1946-1947 nella documentazione dell'Archivio Centrale dello Stato", si parla dei giornali, e dei circoli anticlericali e della loro diffusione sul territorio nazionale. Nell'uno e nell'altro caso l'autore, che fa ampio riferimento anche alle vivaci reazioni che l'anticlericalismo suscitò negli ambienti cattolici del tempo, si è basato sui documenti conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato e l'Archivio dell'Azione Cattolica Italiana, oltre che sulla lettura di riviste e giornali d'ogni tendenza.
Mario Casella è professore ordinario di Storia contemporanea nell'Università del Salento. Si è occupato della lotta politica e della vita religiosa a Roma e nell'Italia centrale tra il XIX e il XX secolo, del movimento operaio di fine Ottocento, della classe dirigente pontificia e italiana (con particolare riferimento ai vescovi e ai prefetti), della riforma dei seminari al tempo di Pio X, dei rapporti tra Stato e Chiesa dal 1929 al 1948, dell'associazionismo, soprattutto cattolico, nell'Italia liberale, fascista e repubblicana. Tra i numerosi volumi pubblicati figurano: "L'Azione Cattolica alla caduta del fascismo. Attività e progetti per il dopoguerra (1942-1945)" (Roma, 1984), "Cattolici e Costituente. Orientamenti e iniziative del cattolicesimo organizzato (1945-1947)" (Napoli, 1987), "18 aprile 1948. La mobilitazione delle organizzazioni cattoliche" (Galatina, 1992), "L'Azione Cattolica nell'Italia contemporanea (1919-1969)" (Roma, 1992), "Stato e Chiesa in Italia dalla Conciliazione alla riconciliazione (1929-1931)" (Galatina, 2005), "Alla scoperta della religiosità nell'Italia meridionale. La diocesi di Diano-Teggiano tra Otto e Novecento" (Soveria Mannelli, 2006) e "Stato e Chiesa in Italia (1938-1944)" (Galatina, 2006).
Il 19 luglio 1943 Roma subì il primo bombardamento alleato. Nel corso dei mesi successivi, fino alla liberazione del 4 giugno 1944, ce ne sarebbero stati altri cinquanta. Per l'Urbe, indifesa e illusoriamente convinta del proprio carattere quasi sacro, fu uno choc inatteso. Il bombardamento di Roma e l'acceso confronto sull'opportunità di dichiarare la capitale "città aperta" costituiscono un punto nodale nella Campagna d'Italia, tanto nelle strategie alleate quanto nel vissuto degli italiani. A questo nodo, a come giorno dopo giorno si arrivò al bombardamento e alla liberazione di Roma è dedicato il libro che, attraverso una significativa raccolta documentaria e un ricco apparato di immagini, ricostruisce gli avvenimenti e il dibattito successivo interpretandoli nel più ampio contesto della seconda guerra mondiale.