Con questo 10° Rapporto continuiamo il lavoro di monitoraggio dello stato dell'arte del microcredito in Italia, avviato nel 2005, proponendo una lettura dei dati raccolti nel corso degli anni secondo un doppio punto di vista: da un lato vengono analizzati i dati delle singole annualità, dall'altro vengono confrontate le variazioni rispetto ai valori di stock delle diverse variabili utilizzate. Questa doppia chiave di lettura consente di evidenziare le tendenze che abbiamo individuato e di apprezzare come sia cresciuto, nel decennio esaminato, l'ecosistema del microcredito, cioè il complesso e variegato insieme di soggetti pubblici e privati (oltre 300 tra promotori, finanziatori e garanti) che hanno consentito la concessione di oltre 1miliardo di euro a più di 100.000 beneficiari, tra imprese e famiglie.
"L'immaginario è storia tanto quanto la Storia". Questo è quanto scrive Marc Ferro nel suo "Cinema e storia", caposaldo delle prime indagini sulle due discipline che questa rivista intende tornare a fare dialogare nell'orizzonte di un comune interesse: quello appunto nei confronti dell'immaginario, del terreno culturale in cui esso si radica e degli effetti che l'immaginario produce nella realtà. È così che le due discipline menzionate nel titolo di questo progetto editoriale si profilano come aree di riferimento di una pluralità di saperi, approcci e metodologie tutti da indagare in relazione a una molteplicità di fini: per esaminare le diverse modalità di "testualizzazione" della realtà storica messe in atto dal cinema; per esplorare e interpretare i meccanismi produttivi, le forme e il linguaggio del film con riferimento alle dinamiche storico-culturali e all'elaborazione dell'identità di un'epoca; per verificare come i film siano "agenti di storia"; per studiare le opere audiovisive quali testi capaci, in un orizzonte mediale sempre più plurale e proteiforme, di restituire la complessità di una stagione storica in confronto dialettico con le tradizionali fonti scritte. Secondo questa prospettiva, "Cinema e Storia" si colloca su un terreno di confine, forse una "terra di nessuno" in buona parte da esplorare e per questo, almeno nel nostro Paese, ancora quasi vergine.