«Un giovane gentiluomo che si è reso protagonista di uno spettacolo dei giuseppe gangale più rari in tutta l'Inghilterra». Così scriverà il padre Gesuita Robert Parsons quando presenterà il messaggero della stessa lettera a Papa Gregorio XIII. Nel più ampio progetto di restaurazione dell'Antica Fede in Inghilterra, dal 1579 al 1583, fondò e organizzò l'Associazione Cattolica, contribuì alla nascita delle tipografie clandestine a Greenstreet, East Ham e Stonor Park, ideò e finanziò la realizzazione dei dipinti raffiguranti Martiri e Testimoni dell'Inghilterra nella chiesa del Collegio inglese a Roma. Sempre pronto a versare il sudore e qualora ce ne fosse stato bisogno anche il sangue per il bene della causa cattolica, accompagnò i padri Gesuiti Parsons e Campion in missione a Londra e nelle contee dell'Inghilterra fornendo loro tutto il sostegno economico di cui avevano bisogno, nonché la sua intelligenza missionaria. Fu uno degli uomini più perseguitati dal regime elisabettiano, che sapeva che i Padri della Compagnia erano custoditi e sostenuti da lui. Per questo fu definito dai contemporanei "l'angelo dei martiri inglesi".
Fondata su un'ampia indagine documentaria, questa biografia ricostruisce il percorso umano e religioso di Marcello Cervini, papa Marcello II nel 1555, nei decenni che fecero da sfondo al dilagare in tutta Europa della Riforma protestante e alla drammatica crisi allora vissuta dalla Chiesa di Roma. Alla corte di Paolo III, di cui fu segretario e consigliere, il Cervini affinò i suoi talenti sul terreno diplomatico, fino a diventare una figura chiave della politica curiale. Destinato a incarichi di altissima responsabilità, fu chiamato a presiedere le prime sessioni del concilio di Trento che, proprio grazie alla sua energica azione, avrebbero sancito la definitiva condanna delle dottrine d'oltralpe. Il cruciale ruolo politico e religioso che egli ebbe nel guidare i lavori dell'assemblea conciliare consente di cogliere i drammatici conflitti che ne percorsero e influenzarono gli esiti, anche alla luce del suo ruolo di fiduciario dei Farnese e di autorevole esponente della congregazione del Sant'Ufficio istituita nel 1542. Questa ricerca rivela la molteplicità di strategie elaborate in quei decenni cruciali da un personaggio la cui elezione papale parve segnare una svolta nella storia della Chiesa di Roma, per confluire poi nel tenace mito agiografico dell'austero riformatore sottratto da una morte subitanea al compito di realizzare l'incisivo rinnovamento delle istituzioni ecclesiastiche lungamente auspicato. Un mito messo in discussione in questo libro, che ricostruisce invece un profilo del Cervini assai più complesso, in grado di racchiudere i molti volti con i quali la storiografia lo ha tradizionalmente presentato.
Chiara Quaranta ha compiuto gli studi a Torino, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'Europa in età moderna; attualmente svolge attività di ricerca post-dottorato presso l'Università di Torino. Si è occupata di storia della cultura e della vita religiosa italiana del Cinquecento.