Compagna, confidente, consigliera - e secondo alcuni storici addirittura spia o tramite con Churchill - Claretta Petacci nei suoi scritti riporta le considerazioni di Mussolini a proposito di Hitler, i suoi discorsi contro ebrei, francesi, spagnoli e inglesi, le sue critiche al papa e ai Savoia. Un documento storico di grande importanza che mostra il ritratto più intimo, sul piano sentimentale e politico, del dittatore italiano.
Con questa battuta, pronunciata alla vigilia del plebiscito dell'aprile 1938 che avrebbe sancito l'Anschluss, Pio XI sintetizzava il suo giudizio sui protagonisti delle vicende che portarono alla fine ingloriosa della prima repubblica austriaca. In effetti, nel momento in cui risultava a tutti ineluttabile il crollo del piccolo Stato alpino, e tutti apparivano rassegnati all'evento, quella della Santa Sede si trovò ad essere l'unica voce, in Europa, decisa ad opporsi all'espansionismo hitleriano. Coglieva quindi nel segno l'affermazione di un alto prelato, secondo cui "dalla Cupola di San Pietro l'aspetto del mondo è più vasto e più vero". Proprio da tale ottica l'autore di questo saggio ha ricostruito le complesse vicende che precedettero e accompagnarono la fine dell'indipendenza austriaca. E lo ha fatto con cognizione di causa, sia perché sostenuto da un'attenta, approfondita analisi della letteratura sull'argomento, sia per il fatto di potersi avvalere di un'ingente messe di documenti vaticani riservati, solo di recente resi accessibili agli studiosi.
DESCRIZIONE: Siamo verso la fine degli anni Trenta del Novecento. Lei, Romana Guarnieri è una giovane e brillante studiosa di famiglia borghese italo-olandese, lui, don Giuseppe De Luca un sacerdote di umile provenienza meridionale, il cui sogno è promuovere la cultura cattolica a livelli sempre più alti e meno provinciali. Per la prima volta pubblichiamo qui una parte del loro ricchissimo epistolario, un carteggio tra un uomo e una donna straordinari, che attraversa molti stereotipi propri delle relazioni spirituali-amorose, ma che finisce con il superarli, quasi sempre nelle forme più sorprendenti. Si tratta di uno scambio tra due vite vero, autentico, immediato e diretto, concitato ed emotivo, nel quale i piani diversi si intrecciano.
I temi centrali si dipanano già nelle prime lettere, che parlano del loro incontro, e della impetuosa conversione di Romana, motivi iniziali di una sinfonia narrativa e relazionale che si ripeteranno con intensità e profondità crescenti: l’orgoglio, l’ambizione, l’annullamento dell’io, il desiderio, la mancanza, la ricerca e l’abbandono secondo il ritmo di quella mistica che sarà per Romana la vita stessa prima che l’oggetto dei suoi studi.
Questo epistolario è allora un’occasione per riflettere su una pista fino ad ora poco seguita, quella delle relazioni spirituali in età contemporanea: studiare non più solo il contributo femminile nella storia del cattolicesimo Otto-Novecentesco, ma vedere i cambiamenti che la nuova presenza delle donne ha prodotto nelle coscienze e nell’agire dei sacerdoti e degli uomini di fede.
COMMENTO: La corrispondenza tra due dei massimi intellettuali cattolici del '900 come esempio di direzione spirituale in età contemporanea.
GIUSEPPE DE LUCA (1898-1962) – sacerdote, editore e intellettuale – è stato uno dei protagonisti della cultura italiana del ’900. Collaboratore per molti anni della Morcelliana, fondò nel 1941 le Edizioni di Storia e Letteratura.
ROMANA GUARNIERI (1913-2004) è stata tra le maggiori studiose italiane di storia della pietà e della mistica medievale. Discepola e biografa di don Giuseppe De Luca, gli fu accanto nelle Edizioni di Storia e Letteratura, dedicandosi in particolare all’“Archivio italiano per la storia della pietà”.
VANESSA ROGHI si occupa di storia delle donne e metodologia della ricerca storica. Insegna alla facoltà di Lettere della Sapienza (Roma).
Raccolta dei discorsi e panegirici di Pio XII. Seconda edizione con nuove aggiunte.
Questi testi offrono allo studioso nuove conoscenze, soprattutto sulle prime fasi della teorizzazione di Freud e sugli inizi della psicoanalisi, e rendono possibili ulteriori connessioni tra le idee e gli scritti dell'autore, da cui l'insieme della sua opera risulta un tutto coerente e integrato.
Il volume raccoglie un variegato e variopinto campionario di scritti di un decennio (1929-1938), i resoconti che il giovane cronista faceva degli avvenimenti, veri e verosimili della sua amata città e, anche, le storie inventate che tratteggiano profili indimenticabili di personaggi caratteristici. Il lettore potrà così scoprire la Parma dei caffè letterari frequentati dai giovanissimi Pierino Bianchi, Attilio Bertolucci, Cesare Zavattini, dai grafici e dai pittori Erberto Carboni, Atanasio Soldati, Carlo Mattioli. E soprattutto ritroverà nell'autore un attento critico letterario, curioso di ogni novità, grande consumatore di vocaboli stranieri stranieri e creatore di neologismi.
Un libro che apre ai colori di un paese asiatico ancora poco conosciuto in Italia, il Vietnam, e a una cultura per decenni adombrata dalle guerre che hanno martoriato questa terra. Storie tradizionali, avventurose e ironiche che narrano le origini del Vietnam e la sapienza popolare.