Terzo volume della serie "Storia intellettuale dell'Occidente", questo saggio indaga il Rinascimento, tradizionalmente visto come l'inizio di una indefinita fase di progresso, analizzandone il momento del declino e della crisi. Considerando l'intero complesso della cultura europea, l'autore ricapitola i tratti caratteristici del Rinascimento inteso come un generale e ottimistico moto di "liberazione" dell'individuo, del sapere, del tempo, dello spazio e mostra come quella stessa liberazione generasse timori e chiusure e come, sotto il segno dell'inquietudine e dell'angoscia, convivessero moti contrari. Osservata dalla prospettiva della fine, la cultura rinascimentale appare attraversata da ambiguità e contraddizioni, luci e ombre.
I primi anni Cinquanta del Cinquecento vedono uno scontro durissimo tra il Sant'Ufficio e papa Giulio III, sempre più in conflitto con gli inquisitori che di fatto non riconoscono la sua autorità, ma troppo debole e screditato per proporre una linea alternativa. La battaglia si apre con il lungo e drammatico conclave del 1549-50, quando Gian Pietro Carafa (il futuro Paolo IV) non esita a formulare esplicite accuse di eresia contro alcuni dei più autorevoli esponenti del sacro collegio. Forte del suo ruolo istituzionale di supremo difensore della fede, il Sant'Ufficio riesce a imporre il primato dell'ortodossia teologica su ogni altra considerazione di natura politica e pastorale, ergendosi cosi al rango di supremo tutore e garante della Chiesa e del suo magistero. A dispetto degli ordini del pontefice, l'Inquisizione continua ad accumulare prove e documenti processuali per eliminare i propri avversari anche avvalendosi delle denunce di persone screditate o di documenti falsi. Massimo Firpo tratteggia un quadro inatteso delle origini della Controriforma, colte negli aspri conflitti ai vertici della Chiesa di Roma, con esiti destinati a lasciare un segno profondo e duraturo sulla sua identità storica, teologica e pastorale.
Il libro raccoglie le relazioni del Simposio svoltosi presso l'Universita della Santa Croce (8-9 marzo 2001) riguardante il Concilio di Calcedonia e la questione dell'identita di Cristo. Il quarto Concilio Ecumenico, convocato nel 451 dapprima a Nicea e poi trasferito a Calcedonia, affermo la doppia condizione, divina ed umana, di Cristo. La definizione conciliare costitui una svolta nella storia del dogma cristiano e il Simposio organizzato nel 2001 si e interrogato sull'attualita del Concilio e sulle problematiche che la sua dottrina suscita nel nostro tempo.
Storia della congregazione domenicana di Ragusa, una delle istituzioni nate nell'ambito dell'ingente sforzo operato per il ripristino della disciplina regolare nell'ordine dei Predicatori.
Attraverso l'esame di inedita documentazione si delinea la storia della riforma della provincia domenicana di Spagna, che si sviluppò anche nelle province di Aragona e Portogallo.
Professore di storia presso l'università di Utrecht in Olanda, Jeroen Duindam cerca di ricostruire la vita quotidiana delle corti di Versailles e di Vienna nel loro periodo di massimo fulgore. Chi gestiva realmente la vita di corte? Quali erano le attività giornaliere del personale e dei funzionari? Quale il ruolo del cerimoniale, assunto in tutta la sua ambigua complessità? Queste le domande cui lo storico olandese cerca di rispondere per comprendere la vita di palazzo, tra meccanismi di potere, conflitti tra funzionari e forze che dall'esterno premevano sulla struttura centralizzata della corte.