Nel passato la missione voleva dire portare il Vangelo ai pagani. Ma l'Abissinia era terra cristiana fin dal IV secolo come Roma. San Giustino de Jacobis comprese che prima d'insegnare doveva imparare. Invece che imporre il rito latino, si fece insegnare a pregare nel rito gee'z. È venerato come il Padre di quelle genti. La sua missione fu, come il volo della fenice, un ritorno alle sorgenti perenni del Cristianesimo.
Giuseppe Cafasso (1811-1860) è stato, insieme a Giuseppe Benedetto Cottolengo, Giovanni Bosco, Leonardo Murialdo, uno dei grandi "santi sociali" torinesi dell'Ottocento. Non fu parroco, ma formò tanti parroci e preti diocesani tra cui Don Bosco: il suo merito storico è di essere stato formatore di formatori e di preti santi. Fu l'unico grande santo prete dell'Ottocento piemontese a non aver fondato congregazioni religiose: la sua fondazione, non meno importante e feconda, fu la scuola di vita e di santità sacerdotale realizzata con il suo insegnamento e il suo esempio. E' passato alla storia soprattutto come "prete dei carcerati", per la sua opera di assistenza misericordiosa nelle prigioni, anche nelle ultime ore dei condannati a morte. Per questo è stato proclamato patrono dei carcerati.