A 81 anni George Sprott, conduttore di uno show trasmesso da una tv locale, è giunto al termine della vita. I suoi ricordi e le testimonianze di familiari e colleghi compongono un coro a più voci e un ritratto pieno di contraddizioni. Chi siamo davvero, quante maschere indossiamo nel corso di un'intera esistenza? E cosa resta, alla fine? Dopo "Clyde Fans" Seth, uno dei più grandi autori del fumetto nordamericano, ci regala un altro romanzo sullo scorrere del tempo e su un ordinario antieroe che, come ognuno di noi, porta il suo carico di gioie e delusioni, egoismi e rimpianti, amori e tradimenti.
Genocidio: una parola che colleghiamo istintivamente ai più oscuri passaggi della storia mondiale. Come il massacro degli armeni in Turchia tra il 1915 e il 1916, uno sterminio del quale ancora si discute, tra tesi negazioniste e interferenze politiche. Ma siamo sicuri che quel biennio di atrocità sia un evento isolato? In effetti, tra il 1894 e il 1924, l'Anatolia fu attraversata a più riprese da venti di morte. Episodi fin qui analizzati come distinti - avvenuti sotto governi differenti e "giustificati" alla luce di specifiche contingenze storiche - ma collegati da un terribile fil rouge. Quei trent'anni segnarono in realtà lo sviluppo di un progetto organico di sterminio, volto alla creazione di uno Stato omogeneo dal punto di vista etnico e religioso. Cominciato con i massacri hamidiani sotto il regno del sultano Abdülhamid II, proseguito durante gli anni dei Giovani turchi e culminato quando al potere era già salito Atatürk, quel piano coordinato decimò la componente cristiana della popolazione, mietendo oltre due milioni di vittime. Retate, stragi, saccheggi, conversioni forzate, stupri, rapimenti e deportazioni hanno insanguinato la Turchia per mano di funzionari arrivisti e corrotti, militari sadici o indifferenti, tribù nomadi e semplici cittadini chiamati al fanatismo del jihad. Tutti pronti a massacrare il nemico armeno, greco o assiro che fosse, accusato di terrorismo e fiancheggiamento del nemico, ma in realtà colpevole solo di credere in un altro dio.
"'Vedo il sole', scrisse Eleonora Duse nel primo biglietto per Gabriele d'Annunzio, e parlava di lui, che definirà il loro incontro 'un incantesimo solare'. Senza saperlo, ma forse lui sì, il loro amore inaugurò il divismo moderno e alimentò le cronache mondane per anni. I detrattori hanno sostenuto che non fu un vero amore. La questione è più complessa. Il loro, semmai, fu un incontro di reciproco interesse. Il connubio artistico con la più celebrata attrice del tempo avrebbe permesso a Gabriele di avvicinare il pubblico ai suoi miti e alla sua poesia. A lei premeva rinnovare il suo repertorio e legare la propria arte a testi che fossero 'suoi' e soltanto suoi. E per di più cadde fulminata dal grande seduttore che, pur amandola, finì per stancarsene, come sempre. Fu un grande amore? Sì, e questo libro - che ho visto crescere insieme agli studi di Franca Minnucci negli Archivi del Vittoriale degli Italiani - lo racconta con le stesse parole della grande attrice." (Giordano Bruno Guerri)
Catalogo di una collezione straordinaria, il volume indicizza circa 140 pubblicazioni a stampa che contengono vedute e carte geografiche del territorio italiano. Costituisce, insieme al primo volume ancora disponibile, la più completa catalogazione di questo tipo. Di ogni titolo è riportata la completa dicitura comprensiva di sottotitoli, occhielli, frontespizi, incisi, anteporte, oltre all'elenco completo delle vedute e carte geografiche contenute all'interno. Il volume è decorato dalle riproduzioni di oltre 80 frontespizi illustrati e tipografici e contiene gli indici sia del secondo volume sia dell'opera complessiva.
Pauline de Castellane tenne per quarant'anni (1855-1894) un diario. Pauline era la terza dei quattro figli del maresciallo di Castellane (1788-1862). Andò in sposa nel 1844 a Maximilien von Hatzfeld (1813-1859), ambasciatore di Prussia a Parigi e poi, vedova, nel 1861 a Louis de Talleyrand-Périgord, duca di Valançay, nipote del famoso diplomatico e della non men famosa duchessa di Dino. Ebbe dal primo consorte sei figli ed una figlia dal secondo. Nel suo diario Pauline evoca la sua vita di ambasciatrice in Francia, tra le feste alle Tuileries, interessi politici e vita mondana brillante. Col secondo marito visse tra Sagan, immensa proprietà in Slesia, che Louis de Talleyrand aveva ereditato dalla madre, e Berlino, dove anche lì condusse un'intensa vita di corte. Il diario di Pauline de Castellane fa rivivere sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno, l'esistenza di una donna dell'alta aristocrazia della seconda metà dell'800, tra Francia e Germania, in un momento sto rico particolarmente agitato che giudica con lo sguardo della sua classe, osservatorio particolarmente privilegiato, con occhio acuto e spesso ironico.
Il volume è la biografia completa di un grande maestro spirituale del nostro tempo: padre Maria Eugenio di Gesù Bambino (1894-1967), carmelitano beatificato il 19 novembre 2016. Egli ha vissuto più vite in una stessa esistenza: seminarista aveironese travolto da cinque anni di guerra su diversi fronti, ordinato prete ed entrato dai Carmelitani (1922) è chiamato alle più alte responsabilità del suo Ordine. Creatore delle Federazioni dei Carmeli francesi, fondatore dell'Istituto secolare internazionale Nostra Signora della Vita, scrittore, formatore, missionario nel mondo è anche profeta mistico, realista e discepolo del Concilio Vaticano II. Innamorato di Dio, «amico dello Spirito Santo», questo contemplativo nell'azione è diffusore della dottrina dei Santi del Carmelo e allo stesso livello nella storia della Chiesa del XX secolo.