Nel tardo Rinascimento, l’ingegno musicale italiano raggiunge la più alta delle espressioni: nasce il “recitar cantando”, vengono concepite l’opera in musica e l’oratorio, la musica strumentale acquisisce propria dignità e vengono pubblicati libri fondamentali per la danza (che continua ad essere l’arte prediletta dalla nobiltà). I capolavori si susseguono in un crescendo stupefacente: musica, canto, ballo divengono “segni” indicatori di ambienti e di convenzioni sociali poiché cantare, suonare e ballare sono attività che occorre fare con altri.
Il tema è la festa e lo spazio scenico è quello del grande Salone di palazzo, della Chiesa o del giardino nobile. Ispirandosi all’idea monteverdiana, che vuole la musica “serva all’orazione”, il programma propone un significativo viaggio nel concetto di amor sacro, ovvero canti e musiche del repertorio paraliturgico, e di amor profano, con sonate e danze proprie del divertimento cortigiano.


I MUSICISTI

ROBERTO QUINTARELLI, canto, flauti diritti
ERICA SCHERL, violino antico, castagnette
MATTEO PAGLIARI, flauti diritti, traversa, cornamusa, striduli, storte
LUCIO TESTI, ciaramelli, bombarda, storte, striduli
FRANCESCO ZUVADELLI, clavicembalo, organo positivo, ghironda
DOMENICO BARONIO, liuto, chitarrino, colascione, percussioni