Freddie Quell è un soldato uscito dalla Seconda Guerra Mondiale con il sistema nervoso a pezzi. A poco servono le cure che l’esercito gli offre, se non a rendere esplicita un’ossessione per il sesso. A ciò si aggiunge un forte interesse per l’alcol che si traduce in misture che lui stesso si prepara e che offre agli altri con esiti non sempre positivi. Finché un giorno, in modo del tutto casuale, Freddie incontra Lancaster Dodd. Costui ha inventato un metodo di introspezione che sperimenta sul disturbato Marine, il quale sembra trarne giovamento. Da quel momento ha inizio un sodalizio che li vedrà percorrere insieme un lungo tratto di strada. Anche se il loro viaggio finirà con l’offrire loro esiti assolutamente diversi.
Wadjda è una bambina di 10 anni che vive nella periferia di Riyadh, la capitale saudita. Nonostante viva in un mondo tradizionalista è una bambina affettuosa, simpatica, intraprendente e decisa a superare i limiti imposti dalla sua cultura. Dopo una lite con l’amico Abdullah, un ragazzino del quartiere con cui non avrebbe il permesso di giocare, Wadjda mette gli occhi su una bellissima bicicletta verde, in vendita nel negozio vicino casa. La bambina desidera averla a tutti i costi e poter battere l’amico Abdullah in una gara a due ruote. Haifaa Al Mansour è la prima regista donna saudita nella storia del suo paese. Ed è anche la prima ad avere girato un lungometraggio nel proprio territorio dove non esistono neppure le sale cinematografiche. Il suo lavoro in patria è da una parte acclamato e dall’altra criticato per aver sollevato argomenti in genere considerati tabù. Grazie ai suoi film e ai suoi lavori televisivi, Al Mansour è riuscita a rompere il muro di silenzio che circonda la vita delle donne saudite, fornendo un palco per le loro voci inascoltate. La bicicletta verde è il suggestivo racconto, tra realtà e metafora del desiderio di migliaia di bambine, ragazze, donne dell’Arabia Saudita di conquistare la parità dei diritti. A queste donne è tuttora proibito viaggiare, avere un lavoro retribuito, accedere all’istruzione superiore o sposarsi senza l’autorizzazione di un uomo che ha la potestà su di loro. Wadjda dà voce al loro mondo con una storia importante, ma delicata e gioiosa.
Il documentario acclamato dalla critica del regista Tom Shadyac (Una settimana da Dio, Il professore matto, Ace Ventura, Bugiardo Bugiardo), il cui punto di vista sulla vita cambia drasticamente dopo un incidente
in bicicletta. Shadyac mette in discussione ciò che è sbagliato nel mondo e cosa possiamo fare per renderlo migliore.
• Alla prima proiezione in uSA 20 minuti di standing ovation.
• un messaggio positivo e d’ispirazione per tutti: come cambiare il mondo con piccoli gesti quotidiani.
• Interviste ai massimi esponenti della cultura moderna: scienziati, filosofi, poeti ed esponenti religiosi.
A Ranchipur la vita mondana è ristretta al piccolo gruppo di europei e alla famiglia del pastore Simon. L’inglese Ransome è concupito dalla figlia di Simon mentre la vanesia Edwina, sua ex amante, cerca inutilmente di sedurre il serio dottor Safti. Poi si scatena un terremoto, seguito da un’inondazione e da una pestilenza. In quest’occasione Edwina capisce i veri valori della vita, si prodiga per i più sfortunati e decide di cambiare vita. Sequenze spettacolari (vinse l’Oscar per gli effetti speciali) e grande recitazione (Mirna
Loy fu chiamata dopo il rifiuto della grande Marlene Dietrich).
Un uomo e un ragazzo, che si sono appena conosciuti, vengono scambiati per rapinatori dagli abitanti di un villaggio; chiarito l’equivoco, il primo viene nominato sceriffo e sceglie come vice il secondo, che è rimasto ferito a una gamba e zoppica. Fra i due inizia a svilupparsi un surrogato di rapporto padre-figlio, ma la situazione si evolve in modo imprevisto. Un western davvero niente male, con personaggi fra Anthony Mann e il primo Peckinpah: l’uomo maturo ha un passato
da nascondere, il giovane è fragile ed esposto alle tentazioni.
Tommaso e Stefania sono una coppia felice e affiatata. Sono sposati ed hanno un bel bambino, Andrea. Circondati dagli amorevoli consigli dei genitori e degli amici vivono serenamente la loro bella storia d’amore. Ma fino a che punto la presenza di questo stuolo di conoscenti, amici, parenti è poi così inoffensiva? Non è forse in grado di condizionare silenziosamente gli stessi sentimenti della giovane famiglia? Ed ecco che la coppia si trasforma, non è più in grado di capirsi, di aiutarsi e arriva a litigare, a non sopportarsi più fino a desiderare la separazione. Ma non tutto è perduto, perchè quello che sembra l’inevitabile destino di Stefania e Tommaso è solo una delle possibili realtà del cammino della coppia.
“Essenziale e caparbio, inatteso e propositivo, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come raccomandabile, e problematico, per la forte sincerità che emana dalla presa d’atto di tante difficoltà che però non escludono la fiducia e la speranza.”
ACEC
“Opera di un prete fuori dagli schemi che illustra ai nubendi a quale rischio vanno incontro. Casomai volessero ripensarci? Casomai pensassero che tutto è facile. Casomai non avessero pensato a costruire la casa comune su fondamenta solide.
Chiesa di Milano
“Ogni tanto anche il cinema italiano tira fuori un film di cui si può discutere perché affronta con coraggio e con convinzione alcune tematiche di forte impatto”
Azione Cattolica
Margareth Matheson e il suo assistente Tom Buckley sono due tra i più importanti ricercatori esperti di paranormale del paese e in quanto tali i principali smascheratori di ciarlatani, guaritori e medium. La dottoressa Matheson in carriera non ha mai confermato un solo evento paranormale e il caso più clamoroso di tutti, quello del chiaroveggente cieco Simon Silver, è l’ossessione che già rischiò di esserle fatale. Chiunque cerchi di smascherare Silver fa una brutta fine e ora il sedicente medium ha intenzione di portare in scena per l’ultima volta uno dei suoi affollatissimi spettacoli psichici.
Ogni tanto gli anniversari non vengono per nuocere.È il caso del sessantesimo del Festival di Cannes che ha spinto il suo Presidente e mentore Gil Jacob a celebrare offrendo ai registi di cui sopra la possibilità di realizzare un film di 3 minuti avente al centro la sala cinematografica o comunque l’idea di film già realizzato. Quindi niente lavoro del set, registi e attori ecc.. ma l’opera finita e il suo rapporto con il luogo che resta ancora (almeno idealmente) al centro della sua fruizione. Ne è uscito un mosaico davvero interessante di letture e di spunti. È impossibile citarli tutti…
C’erano una volta due mondi, quello degli orsi e quello dei topi. Due universi distinti che si evitavano l’un l’altro, guardandosi con sospetto. A scombussolare l’ordine stabilito saranno Ernest, il pacifico orso, e la topina aspirante pittrice Celestine, che diventeranno amici scatendando un putiferio...
La storia di un orso grande e grosso che sogna di fare l’artista e di una topolina che non vuole fare la dentista.
Jean, Annie, Albert, Jeanne e Claude sono amici da quattro decenni. Due coppie sposate e un single impenitente, tutti ultrasettantenni, alle prese con le malattie del cuore, delle cellule o della memoria.Tutti silenziosamente occupati a cercare una soluzione finale per se stessi o l’amato, per non pesare sui figli ma nemmeno assecondarli nelle loro fantasie di case di riposo senza privacy e senza identità.Vivere sotto lo stesso tetto, nella grande casa di Annie, è un’idea che nasce quasi per scherzo, a tavola, ma si trasforma in fretta nella soluzione migliore per tutti. Specie perché con loro si trasferisce anche un baldo giovane, Dirk, studente di etnologia alle prese con una tesi di laurea sulla condizione degli anziani in Europa.
Carletto Po, un povero manovale, che lavora in Argentina, ha sposato mediante un matrimonio per procura, Anna Galeazzi. Venuto in Italia, dopo alcuni anni, per conoscere la sua sposa, scopre che Anna
è morta, lasciando un figlio, Paolino, che, in base alla legge, è anche suo figlio. Mentre al Luna Park, Carletto cerca di far perdere le sue tracce al monello, del quale vorrebbe liberarsi, una giovane donna, che assomiglia stranamente ad Anna, lo consiglia a tenere con sé il ragazzo. Carletto accoglie il consiglio e si fa amico Paolino. La loro vita è turbata dall’apparire di due aristocratici parenti, che persuadono Carletto a consegnar loro il ragazzo. Ma la donna misteriosa rivela a Carletto che quei due vogliono solo impadronirsi dell’eredità lasciata dal padre di Paolino. Il ragazzo fugge di notte dalla villa dei parenti, sottraendo loro un grosso brillante. Carletto è esterrefatto: restituirà il brillante, ma intanto deve lavorare, perché fa il fornaio. Per disgrazia il brillante cade nella pasta, dalla quale Carletto ricava una quantità di panini. La mattina dopo Carletto, che ha già sventrato inutilmente molti panini, ha bisogno di un quarto d’ora per un’ultima ricerca. Per un miracolo, la vita nella città s’arresta, dando agio a Carletto di trovare il brillante.
Aldo, Giovanni e Giacomo, tre commessi di una ferramenta milanese – una delle tante di una catena appartenente al suocero di Aldo e Giovanni che hanno sposato due delle figlie del padrone – partono in auto per Gallipoli (Lecce) dove Giacomo deve sposare la terza sorella, trasportando una gamba di legno, pregiata opera d’arte sulla quale il suocero intende speculare. Esordio sul grande schermo di un trio comico, reduce dal successo in TV (“Su la testa”, “Mai dire gol”). Intessuto di disavventure di viaggio (anche se per ragioni di economia è stato girato a Roma e dintorni) e di tre shorts parodistici fuori testo, il frammentario film – affidato al collaudato schema della commedia sentimentale con risvolti amari – è tenuto insieme dal gioco di squadra degli attori/personaggi.