Dopo un’operazione d’urgenza in cui ha rischiato di perdere la vita il piccolo Colton Burpo, quattro anni, guarisce e comincia a raccontare di essere stato in Paradiso, e di avere fatto numerosi incontri: gli angeli, Gesù
(a cavallo!) e alcuni componenti della sua famiglia scomparsi prima che lui potesse conoscerli. Il padre di Colton, Todd, pastore della comunità del Wisconsin in cui lavora anche come piccolo imprenditore e vigile del fuoco volontario, si trova davanti ad una serie di dilemmi: credere alle parole del figlio o attribuirle alla sua immaginazione infantile? Condividere i ricordi del bambino con la sua congregazione o farli rimanere un segreto di famiglia?
Gli spettatori apprezzeranno particolarmente in congedo di Colton dal suo viaggio celeste, un messaggio così semplice e liberatorio che quelli che lo circondano, tra cui i credenti, sono riluttanti ad accettare : Grazie all’esistenza del cielo, dice: “Noi non dobbiamo mai avere paura.“
LA POLACCA WERONIKA E LA FRANCESE VÉRONIQUE SONO FISICAMENTE IDENTICHE E NON SI CONOSCONO, MA CIASCUNA DELLE DUE INTUISCE CONFUSAMENTE L’ESISTENZA DELL’ALTRA. TRA LE COSE CHE HANNO IN COMUNE (MANCINE, MUSICALMENTE DOTATE, ORFANE DI MADRE) C’È UNA MALFORMAZIONE CARDIACA. LA PRIMA NE MUORE. FILM ENIGMATICO IN BILICO TRA REALTÀ E MISTERO, DA SENTIRE PIÙ CHE DA CAPIRE RAZIONALMENTE, TENTATI DALLA SMANIA DELL’INTERPRETAZIONE. NON A CASO LA MUSICA (DI ZBIGNIEW PREISNER) VI HA UNA FUNZIONE TRAINANTE.
TRATTO DA ANNI D’INFANZIA (1977) DI JONA OBERSKI, FISICO NUCLEARE, È LA STORIA DI UN BAMBINO OLANDESE DI QUATTRO ANNI, ARRESTATO NEL 1942 DAI TEDESCHI E DEPORTATO A BERGEN-BELSEN DOVE GLI MUORE IL PADRE. PERDE LA MADRE NEL 1945, SUBITO DOPO LA LIBERAZIONE. IL PICCOLO JONA È ADOTTATO DA UNA COPPIA DI OLANDESI CHE CON LUI DOVRANNO PATIRE NON POCO. FEDELE AL LIBRO, FAENZA (1943) ADOTTA L’OTTICA DEL SUO PICCOLO PROTAGONISTA, LO SGUARDO INCONSAPEVOLE DELL’INFANZIA CHE DELL’ATROCE REALTÀ CHE LO CIRCONDA COGLIE SOLTANTO ALCUNI PARTICOLARI. NON A CASO NELLA SECONDA PARTE QUANDO JONA HA SETTE ANNI, IL FILM CAMBIA STILE PERCHÉ LO SGUARDO S’È FATTO PIÙ ADULTO. FILM SULLA TENACIA DELL’AMORE: SEMPLICE, ASCIUTTO, INTENSO SENZA CONCESSIONI AL DOLORISMO NÉ AL SENSAZIONALISMO.
Alessandro Forte, un pubblicitario di 43 anni, in crisi familiare e professionale, camminando sulla strada da Gerusalemme a Emmaus, si vede affiancare da un uomo in tunica, sandali e capelli lunghi, che dice di essere Gesù. Alessandro non gli crede e dopo l'insistenza dell'altro gli chiede un miracolo: vedere la madre morta. Il miracolo avviene e così comincia il rapporto tra i due.
Dalla fuga dei greci da Odessa fino al golfo di Salonicco nel 1919 alla conclusione nel 1945 della seconda guerra mondiale. Nell’arco di poco più di venti anni, ecco le traversie cui sono sottoposti due profughi greco-russi, colti all’inizio da adolescenti (quando
lei partorisce due gemelli) e poi costretti a vivere nell’ansia della persecuzione, della fuga, della guerra. Lui suona la fisarmonica ma è difficile lavorare in una situazione in cui i momenti belli per fare musica sono quasi scomparsi. Quando si prospetta la possibilità di una tournée in America, lui decide di partire. Da New York nel 1937 scrive alla moglie che anche lì è difficile sistemarsi e che non riesce a farla arrivare. Intanto i due figli, ormai grandi, si trovano in battaglia su schieramenti opposti.
1960: Alberto Manzi non è riuscito a restare in Università. Per lui la ricerca in pedagogia si può fare solo mentre si insegna. Ormai da qualche anno lavora in una normale scuola elementare. E si scontra ogni giorno con una scuola arretrata e poco motivata, preoccupata più di giudicare e di compilare registri che di insegnare a pensare. Come già aveva fatto al Gabelli, non disdegna la disubbidienza intelligente. Fa lezione in terrazza, si rifiuta di adottare libri di testo e, soprattutto, di dare i voti. Per tutti i suoi bambini c’è lo stesso giudizio: fa quel che può, quel che non può non fa. La direttrice, esasperata, avvisa il provveditorato e per liberarsi di Manzi una volta per tue, lo invita a partecipare a un provino per la Rai. La televisione sta cercando un maestro per una trasmissione che aiuti a sconfiggere l’analfabetismo. Manzi, dopo qualche perplessità, accetta. Nasce “Non è mai troppo tardi” una trasmissione rivoluzionaria che farà uscire dall’analfabetismo un milione e mezzo di italiani. E mentre diventa il maestro di un’intera nazione, insegnando a scrivere ad anziani e bambini, Manzi si prepara ad affrontare il consiglio disciplinare che potrebbe allontanarlo dall’insegnamento per sempre…
Beverly Weston e la moglie Violet vivono nella loro casa di Osage County. Poeta con problemi di alcol lui e dipendente dai farmaci per un male alla bocca lei, i due all'apparenza sembrano una coppia tranquilla fino al momento in cui, dopo essere scomparso per qualche giorno, Beverly viene ritrovato morto suicida. Al funerale, oltre alla figlia Ivy che vive in casa con i genitori, partecipano anche le figlie Barbara e Karen così come il resto dei parenti. Nei giorni successivi una serie di conflitti riemergono all'interno della famiglia.
1810. Dopo aver perso la sua fortuna in mare un mercante è costretto a ritirarsi in campagna con i suoi sei figli. Una di questi è Belle, la più giovane. Durante un viaggio il padre scopre il castello della Bestia che lo condanna a morte per aver rubato una rosa. Belle decide allora di offrire la propria vita in cambio di quella del genitore. Non è però la morte ciò che l’attende…
Stati Uniti, 1841. Solomon Northup è un musicista nero e un uomo libero nello stato di New York. Ingannato da chi credeva amico, viene drogato e venduto come schiavo a un ricco proprietario del Sud agrario e schiavista. Strappato alla sua vita, alla moglie e ai suoi bambini, Solomon infila un incubo lungo dodici anni provando sulla propria pelle la crudeltà degli uomini e la tragedia della sua gente. A colpi di frusta e di padroni vigliaccamente deboli o dannatamente degeneri, Solomon avanzerà nel cuore oscuro della storia americana provando a restare vivo e a riprendersi il suo nome. In suo soccorso arriva Bass, abolizionista canadese, che metterà fine al suo incubo. Per il suo popolo ci vorranno ancora quattro anni, una guerra civile e il proclama di emancipazione di un presidente illuminato.
Noè, ultimo discendente della stirpe di Set, vede morire suo padre per mano dei discendenti di Caino. Diventato adulto una notte il Creatore gli parla in sogno annunciandogli la fine dell'umanità con un grande diluvio e instillando in lui lo stimolo a costruire un'arca in cui stipare tutti gli animali assieme alla moglie, i figli e le mogli dei figli. Aiutato dai giganti (antica stirpe che popola la Terra, originariamente scesa dal cielo per pietà verso gli uomini) costruisce l'arca e la difende dagli attacchi portati dal resto degli uomini quando  ormai chiaro che la fine  vicina. Tentato a sua volta da un eccesso di religiosità e adesione alla furia divina rischia di uccidere la propria discendenza e sconfigge la propria nemesi infiltratasi nell'arca fino a sopravvivere e ritrovare la Terra.
Tibet 1937. In una famiglia di contadini viene trovato un bambino di due anni il Kundun, la reincarnazione umana del Buddha della Compassione, il successore del 13° Dalai Lama, morto nel 1933. Si segue la sua crescita (a due, cinque, dodici anni) e formazione fino all’investitura che avviene a diciotto anni. Intanto nel 1950 l’esercito della Repubblica Popolare Cinese invade il Tibet. Nel 1953 il 14° Dalai Lama cerca una collaborazione costruttiva col governo degli invasori ma, dopo un colloquio a Pechino col presidente Mao Tse Tung, rinuncia. Scoppiata una rivolta nel 1959, duramente repressa, il Dalai Lama ripara in India.
Un vecchio intellettuale alla Mann o alla Praz, isolato dal mondo tra i cari libri e quadri, è messo a confronto con una famiglia borghese di nuova borghesia romana, volgare, golpista, priva di tradizioni e di valori. La prima parte promette un doloroso, toccante, profondo autoritratto che la recitazione di B. Lancaster sottolinea e dal quale emergono fantasmi antichi, ma quando il racconto si cimenta con i temi della volgarità del presente e dello smascheramento della falsa coscienza, rivela la mancanza di una reale dialettica, la stanchezza dell’ispirazione, la scarsa dimestichezza con la realtà.