"Userò gli occhi del cuore/Per carpire i tuoi segreti/Per capire cosa pensi/Nei tuoi primi piani intensi/Nei tuoi piani americani/Così intensi e così italiani/Fatti un po' a cazzo di cane/Userò gli occhi del cuore/Come fa un dottore cieco/Quando che opera i pazienti/Stanno tutti molto attenti."

Così Elio e le Storie Tese, nella sigla di testa di Boris 2, cantano la rivoluzione del mondo della fiction italiana, da sempre abituato a prendersi sin troppo sul serio e cronicamente incapace di ridere dei propri difetti.
In un turbinio di omicidi, amori, malattie e guarigioni improvvise, le sterili evoluzioni della soap opera Gli occhi del cuore 2 si intrecciano con le peripezie della troupe impegnata sul set, nel ritratto impietoso di un mondo in cui qualunque sogno viene avvelenato dalla superficialità e dalla soffocante disillusione di una generazione "culturalmente rassegnata al brutto".
E mai come in questo caso la finzione ci racconta pezzi di una realtà in cui ci ritroviamo troppe volte senza parole. Come Boris, il pesciolino rosso