Il termine “discernimento” è caduto nell’oblio e per le nuove generazioni cristiane risulta ermetico.
L’essere umano è spesso posto davanti a un’opzione; anche nelle Scritture è chiamato alla scelta del bene o del male, all’acconsentire alla volontà di Dio oppure al rigettarla, all’optare per la vita o per la morte. Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale deve obbedire; una voce che lo chiama ad amare, a fare il bene e a fuggire il male.
Il discernimento è un dono che viene dall’alto, un dono dello Spirito di Dio che si unisce al nostro spirito, e come tale va desiderato e invocato dal cristiano. L’assiduità alla Parola, il suo ascolto obbediente, e la docilità del cuore allo Spirito effuso nel cuore del cristiano, sono le condizioni nelle quali è generata la coscienza.
Discernere è un’arte che richiede attenzione e vigilanza, il saper vedere, ascoltare e pensare, dimensioni queste che sono fondamentali per entrare in un rapporto di conoscenza con la realtà, gli eventi, le persone, e per vivere in modo maturo e responsabile.
Ritiro di Quaresima predicato da fr. Enzo Bianchi a Bose il 5 marzo 2017.