In una notte di tempesta, in una casa sul mare isolata, in un paese non precisato, Paulina Escobar (Weaver) sta aspettando il ritorno di suo marito Gerardo (Wilson), che ha accettato l’incarico di dirigere una commissione che indagherà sulle violazioni dei diritti umani negli anni della dittatura. Più tardi arriva l’uomo che ha dato un passaggio a Gerardo. Paulina capisce che è il dottore che l’ha torturata quindici anni prima. Il film, tratto dal dramma a tre personaggi del cileno Ariel Dorfman, si trasforma nelle mani di Polanski in un miracoloso esercizio di cinema della crudeltà, condotto da una macchina da presa che non impone mai la sua presenza, ma segue i volti, si avvicina, indaga, si allontana su campi lunghi che inquadrano i personaggi in un perfetto equilibrio di proporzioni.