L’8 AGOSTO 1991 UNA NAVE ALBANESE, CARICA DI VENTIMILA PERSONE, GIUNGE NEL PORTO DI BARI. LA NAVE SI CHIAMA VLORA. A CHI LA GUARDA AVVICINARSI APPARE COME UN FORMICAIO BRULICANTE, UN GROVIGLIO INDISTINTO DI CORPI AGGRAPPATI GLI UNI AGLI ALTRI. LE OPERAZIONI DI ATTRACCO SONO DIFFICILI, QUALCUNO SI BUTTA IN MARE PER RAGGIUNGERE LA TERRAFERMA A NUOTO, MOLTI URLANO IN CORO “ITALIA, ITALIA” FACENDO IL SEGNO DI VITTORIA CON LE DITA.
LA VLORA È UN VECCHIO E MALANDATO MERCANTILE COSTRUITO ALL’INIZIO DEGLI ANNI SESSANTA A GENOVA. IL 7 AGOSTO 1991 LA NAVE, DI RITORNO DA CUBA, ARRIVA AL PORTO DI DURAZZO. SONO IN CORSO LE OPERAZIONI DI SCARICO QUANDO UNA FOLLA ENORME DI MIGLIAIA DI PERSONE ASSALE IMPROVVISAMENTE IL MERCANTILE, COSTRINGENDO IL CAPITANO HALIM MALAQI A FARE ROTTA VERSO L’ITALIA. SONO PASSATI VENTUN’ANNI DA QUEL GIORNO. LA MAGGIOR PARTE DI COLORO CHE SALIRONO SULLA NAVE, CARICA DI ZUCCHERO, VENNERO RISPEDITI IN ALBANIA MA GLI SBARCHI CONTINUARONO E QUALCUNO TENTÒ ANCORA LA TRAVERSATA. ALL’EPOCA SUL TERRITORIO NAZIONALE ERANO PRESENTI POCO PIÙ DI 300.000 STRANIERI. OGGI, IN ITALIA, NE VIVONO QUATTRO MILIONI E MEZZO.