Nel binomio “fede e libertà” si rivela, e si ravvisa, la figura e l’opera di Giovannino Guareschi. Che in una esistenza breve, ma intensamente vissuta, ebbe modo di rendere testimonianza sia alla fede, sia allo spirito di libertà. Fede che gli diede forza e coraggio nei momenti cruciali: dai lager nazisti alla galera italiana, e mai lo abbandonò. Fede che percorre, per così dire, grande parte della sua opera letteraria: dalle pagine scritte durante l’internamento in Polonia e in Germa- nia, a quelle del “Mondo piccolo”, a quelle ancora del carcere parmense di San Francesco dove fu detenuto per 409 giorni. Di seguito, e forse di conseguenza, lo spirito di libertà: la libertà dei figli di Dio, che possono scegliere fra il bene e il male, che possono testimoniare o non testimoniare la loro fede, le loro idee e i loro ideali. E Giovannino non ebbe dubbi nelle scelte: difficili e tutt’altro che gratificanti sul piano pratico, in perfetta sintonia, però, con i suoi valori ideali e principi morali: scelte sempre compiute secondo coscienza, e non secondo convenienza. Giovanni Lugaresi ripercorre le pagine dell’opera guareschiana, evidenziando quanto intensamente si alzi la voce dell’Autore a sorreggere il binomio “fede e libertà”, e colloca la figura dello scrittore della Bassa in un orizzonte molto ampio e articolato, nonché di alto spessore morale e spirituale.