Il libro indaga sulle vicende del tenimentum Silae, antico demanio della Corona e uno dei più estesi del Regno di Napoli, le cui prime memorie documentate risalgono al duca Ruggiero il Normanno e la cui storia ha influenzato gli svolgimenti politici dell'Ottocento e quelli sociali del Novecento, fino al secondo dopoguerra. Una particolare attenzione è rivolta al secolo XIX, che ha conosciuto le cosiddette leggi eversive della feudalità che hanno influenzato le vicende della Sila, sebbene quest'area ne fosse esclusa -, l'usurpazione dei demani e degli usi civici, e il conseguente inasprimento dei rapporti sociali, tanto che quasi tutto il secolo fu caratterizzato da una forte tensione popolare volta alla rivendicazione degli usi civici usurpati o alla divisione delle terre comunali. Con il passare degli anni, infatti, la piccola borghesia agraria, detentrice delle cariche comunali, si era impadronita delle terre indivise, frammentandole e usurpandone la proprietà.