Questo libro affronta un tema complesso e attuale: il valore e il peso della reputazione delle donne in relazione al mestiere, alla qualità civile e sociale, al ruolo nella comunità. La Roma di fine Settecento, popolata da artisti e viaggiatori stranieri e stravolta dai mutamenti politici del biennio repubblicano (1798-1799), fa da sfondo alla ricostruzione del complicato e altalenante rapporto delle donne con le istituzioni, con la comunità di appartenenza e, soprattutto, con il genere opposto. Partendo dallo studio dei documenti processuali degli archivi romani, l'autrice affronta la questione della valutazione della reputazione femminile dinanzi ai tribunali romani: le modelle che posavano nude per denaro negli ateliers e nelle accademie, le donne senza uomini che gestivano la propria vita prive della tutela maschile, le prostitute di strada che usavano il corpo come risorsa immediata, incorrevano in processi e denunce il cui perno era sempre il peso del "buon nome", bene prezioso e volatile legato tanto al comportamento pubblico e privato quanto al mestiere, alle relazioni e alla qualità sociale della famiglia di origine.
Un accurato studio sui documenti conservati nell’archivio dell’Istituto degli Innocenti. Il volume ripercorre la storia di uno dei brefotrofi più antichi d’Europa, ricostruendo le vicende dei “gettatelli”, i bambini accolti per secoli nell’ospedale di Santa Maria degli Innocenti di Firenze.