Fotogrammi di un film possono essere più efficaci di una predica in chiesa? È possibile che i contenuti che transitano all'interno della sala della comunità possano trasformarsi in veicoli per un percorso di fede personale e comunitario? Come coinvolgere una comunità cristiana in questi percorsi di ricerca di Dio? A questa e altre domande intriganti risponde l'autore del volume cercando di impastare la sete di assoluto con le poltrone della sala e i bit del digitale. Una prospettiva utile per connettere chi gestisce la sala con gli operatori pastorali, sempre nell'ottica della sostenibilità e del maggior coinvolgimento degli spettatori.
La sala della comunità prima di essere uno spazio fisico è un "luogo della mente"; oserei dire è uno "spazio teologico" dove la Chiesa e le comunità ecclesiali sul territorio si giocano il rapporto con l'uomo contemporaneo e con la cultura della nostra epoca. La sala della comunità potrebbe assurgere a caso di specie o, meglio ancora, potrebbe essere quel "luogo privilegiato" in cui sperimentare delle nuove pratiche di socialità e di evangelizzazione. Quello che spesso manca alla Chiesa non sono le strutture (ce ne sono in abbondanza), mancano i contenuti e le idee con i quali farle vivere. Il gap che attanaglia le comunità ecclesiali non è di tipo strutturale, ma culturale e, forse, in definitiva anche spirituale. Stare, vivere nella contemporaneità, aprirsi al mondo non è solo un fatto di consapevolezza, ma grazie alle sale della comunità e alle attività che si svolgono al suo interno (attività culturali, cinema, teatro, musica) la Chiesa potrà assumere uno stile nuovo che segnerà la stessa prassi pastorale.
Il saggio si interroga circa il contributo che le sale della comunità possono offrire alle comunità cristiane nel territorio e sul ruolo del cinema nei processi formativi e nei percorsi spirituali. Si proporranno alcuni esempi significativi delle opportunità che il medium offre, nell'ottica di una proposta culturale a sostegno di una ricerca spirituale abbinata a una revisione di vita. Ci si soffermerà inoltre su un caso esemplare: il progetto distributivo del film L'amore inatteso di Anne Giafferi (Francia, 2010), che consente di valutare sia le criticità sia le potenzialità dell'attuale scenario della pastorale della comunicazione sociale in Italia. Il saggio si conclude con un'appendice su alcune prassi di metodo, approccio e domande che possono guidare principianti e appassionati all'uso del cinema in pastorale in modo fruttuoso.