"Non è appariscente né spettacolare, ma il gioco ruota attorno a lui". Nils Liedholm sintetizzò così le qualità tecniche di Giancarlo De Sisti giocatore. La stessa cosa può dirsi dell'uomo: "né appariscente né spettacolare", concreto, discreto, schietto, misurato. In questa storia c'è tutto: dai primi calci in parrocchia al coronamento del sogno di giocare nella squadra del cuore - la Roma -, dal titolo europeo con la Nazionale allo scudetto conquistato con la Fiorentina, dalla storica semifinale dell'Azteca al ritorno alla Roma, dal sogno di vincere uno scudetto da allenatore - infranto per un solo punto - all'esclusione dal "centro" del calcio. Uno spaccato di storia (non manca neanche una vivida descrizione dell'alluvione di Firenze, vissuta da vicino), di storia del calcio e di storia del costume, calcistico e non, del nostro paese.
La morte di Moro rappresenta la tappa più tragica della storia repubblicana. Da prigioniero Moro propone lo scambio di prigionieri, ricollegandosi a una visione della politica che a ben vedere contraddistingue tutto il suo percorso. Fin dal dopoguerra Moro matura il concetto di allargamento della base democratica del Paese. Un progetto di ampio respiro, con l'obiettivo di rendere matura la democrazia italiana. Un progetto interrotto, che l'autore ricostruisce unitariamente, per ricordare Moro non solo come la più illustre vittima del terrorismo. Apre il volume una riflessione di Walter Veltroni sull'attualità di Moro. In appendice un ampio contributo di Marco Follini fa riemergere la profondità del pensiero dello statista pugliese.