Questo testo prosegue e amplia le ricerche dell’Autrice su Cristina di Svezia, su Francesco Santinelli e su Massimiliano Palombara, presentandoci episodi biografici e analisi testuali interessanti non soltanto dal punto di vista storico ma rivelatori dell’“opera alchemica” di questi tre personaggi, tutti appassionati del conoscere e del sapere che in quel periodo si esplicava attraverso l’alchimia e l’astrologia. Praticare queste materie non era in contrasto con la religione cattolica, lo dimostra il fatto che Cristina di Svezia rinunciò a un regno che amava e sapeva governare, per abbracciare la religione cattolica.
Forse Cristina è il personaggio che esprime più validamente la rinuncia al mondo terreno, addirittura a un regno, per seguire più liberamente i suoi impulsi sapienziali e religiosi. Non a caso è stata chiamata “Minerva del Nord”.
In particolare nel libro viene ricordata e commentata la famosa porta magica di piazza Vittorio, ingresso secondario di Villa Palombara sull’Esquilino, uno dei pochi monumenti alchemici rimasto intatto nei secoli. Alcune rime del poeta e latinista Massimiliano Paombara, riscoperte recentemente in due manoscritti dell’Archivio Palombara-Massimo, che vengono pubblicate per la prima volta, si riferiscono alle “massime” della Porta Magica. In base allo studio di queste rime, l’Autrice ha potuto affermare che le “iscrizioni ermetiche” incise sotto i simboli della Porta e sulle pareti del “palazzino” sono opera del Palombara stesso e non del fantomatico pellegrino del Cancellieri come si è sempre creduto.