Questo volume racchiude la prima trilogia e l'epilogo della serie di Zuckerman, la personalissima indagine di Roth sulle conseguenze impreviste dell'arte nel corso della seconda metà del ventesimo secolo, principalmente nell'America libertaria e poi, per contrasto, nell'Europa Orientale soffocata dai sovietici. Nello "Scrittore fantasma" uno Zuckerman ventitreenne, pieno di sacro fuoco per la letteratura, va a rendere omaggio a Emanuel Isidore Lonoff, lo scrittore che considera suo maestro, e in lui non incontra soltanto una figura paterna, un modello a cui assomigliare a tutti i costi. Diviso tra le esigenze della propria arte e le "pretese" della vita, Lonoff è il fantasma dello scrittore che Zuckerman stesso diventerà. In "Zuckerman scatenato" ritroviamo Nathan alla fine degli anni Sessanta, divorziato, ricco, e molto, molto inquieto. Ha pubblicato un libro scandaloso che gli ha fruttato un milione di dollari, ma la sua vita è nel caos. Con "La lezione di anatomia", lo scrittore quarantenne viene colpito da un male misterioso e decide che è venuto il momento di cambiare vita, lasciar perdere i libri e il sesso, e il ruolo del malato, per diventare lui stesso medico e curarsi da solo. "L'orgia di Praga", che riproduce le pagine dei taccuini sui quali Zuckerman annota il suo soggiorno fra gli artisti proscritti nella Praga dell'occupazione sovietica, funge da epilogo alla trilogia e appone un sigillo alla struttura dell'opera magna di Roth sulle conseguenze impreviste dell'arte.
Attraverso le parole di diciannove racconti d'amore questa antologia regala a ogni lettore le storie più esclusive e segrete dedicate al sentimento amoroso, con l'intenzione chiara di lasciare da parte le delusioni, le sofferenze, le tribolazioni che possono offuscarlo. E dunque in compagnia di Mark Twain e Gabriele D'Annunzio, Hermann Hesse e Henry James, Edith Wharton e Katherine Mansfield, Alice Munro e altri ancora. "Ho capito che ti amo" vuole offrire al lettore un mosaico di ardori e di passioni vere, di sentimenti puri e di amori a lieto fine. Perché nella vita tutto può succedere: persino di essere felici.