II diritto comunitario ha dimostrato negli ultimi decenni un'attenzione sempre maggiore verso i servizi di connessione, considerati essenziali per l'intero sistema Europa. Il volume indaga il sottile limite tra applicazione delle regole di concorrenza e individuazione di idonei sistemi di supporto ai trasporti comunitari di merci alla luce dei principi emersi in ambito europeo, fornendo anche un quadro della prassi applicativa nazionale.
L'in house providing, cioè l'attribuzione di appalti o concessioni senza procedure di gara, ammesso dalla giurisprudenza nel caso di enti formalmente dotati di autonomia giuridica ma sostanzialmente parti dell'amministrazione pubblica, non ha ancora trovato, nell'interpretazione della Corte di giustizia, una ricostruzione stabile e completa. Il volume propone un ampio panorama dei problemi e delle soluzioni che il fenomeno prospetta in ambito comunitario e a livello nazionale.
L'accesso alle reti infrastrutturali è questione cruciale per la concorrenzialità dei mercati europei. Alcune infrastrutture, infatti, non sono "duplicabili" per loro caratteristica naturale, o a causa degli enormi costi di costruzione, o per ragioni giuridiche. L'essential facilities doctrine, elaborata dalla giurisprudenza americana, stabilisce che il titolare dell'infrastruttura non duplicabile, la cosiddetta "essential facility", in talune circostanze può essere obbligato a consentire a terzi di accedervi. Attraverso un'analisi della giurisprudenza americana ed europea, il volume propone un modello europeo dell'essential facilities doctrine da applicarsi ai settori dell'elettricità e del gas naturale - caratterizzati da una carenza di infrastrutture (quali elettrodotti, gasdotti, rigassificatori, ecc.) e da una scarsa concorrenzialità dei mercati attualmente dominati da poche imprese, spesso strettamente collegate agli Stati membri dell'Unione.