Due vite in una sola. Apostolica e mistica. Santa Maria Crocifissa (1813-1855), al secolo Paola Di Rosa, ha trascorso la sua esistenza nell’esercizio della carità evangelica, ma allo stesso tempo ha sperimentato dolori, passioni e gioie che rientrano nella misteriosa sfera della mistica. Fondatrice delle Ancelle della Carità di Brescia, un esercito di donne che opera con professionalità nel mondo della sofferenza più dura e più drammatica degli ospedali. La Congregazione fondata da Paola Di Rosa era indirizzata principalmente al mondo sanitario, ma in seguito si è estesa ad asili, scuole e collegi per l’educazione della gioventù, dispensari, colonie alpine e marine...
Paola era ricca, nobile; avrebbe potuto vivere negli agi, nelle comodità. Invece realizzò il suo capolavoro d’amore in soli quarantadue anni di vita.
Cristina Siccardi, nata a Torino il 2 maggio 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere moderne con indirizzo storico, ha collaborato con La Stampa e La Gazzetta del Piemonte; scrive per il settimanale Il nostro tempo e per diversi periodici culturali. È membro di alcune accademie italiane, fra cui «Paestum», «Costantiniana», «Ferdinandea» e «Archeologica italiana». Fra i titoli pubblicati ricordiamo: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (1992; 19982); Maria Teresa alla conquista di Cascia. L’ineffabile avventura dell’erede di santa Rita (1993); Elena, la regina mai dimenticata (1996); Martire a vent’anni. Teresa Bracco (1998); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (2000); Madre Amedea Vercellone. Fra misticismo e azione nella Torino del Seicento (San Paolo, 2001); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (2001); Pier Giorgio Frassati. Modello per i cristiani del Duemila (San Paolo, 2002); Vivere e narrare la missione. Gian Paola Mina (San Paolo, 2003); La bambina di “Padre Pio”. Rita Montella (2003); Monsignor Luigi Talamoni (San Paolo, 2004); Santa Vincenza Gerosa (San Paolo, 2005).
Chiamati alla felicità è il filo conduttore delle operette di Carlo Tancredi di Barolo, marito di Giulia Colbert, marchesa di Barolo, pubblicate in questo volume. Le operette spirituali il primo uomo e l'Uomo Dio e Gesù, Maria e gli Angeli fanno emergere innanzitutto la fede dell'Autore, semplice ma robusta, schietta e profonda, ancorata alla Parola di Dio. Le altre due operette, Sull'educazione della prima infanzia nella classe indigente e Brevissimi cenni diretti alla gioventù, affrontando in termini concreti i problemi legati all'educazione dei fanciulli e dei giovani, mostrano la specifica forma che in Carlo Tancredi prende la passione per l'uomo, una passione scaturita dalla contemplazione dell'umanità di Cristo. In tal modo l'attenzione ai piccoli e ai giovani, sbriciolata in mille particolari, manifesta non solo la visione che egli ha dell'uomo, ma soprattutto l'urgenza, "l'ansia", che ha animato la vita di Carlo Tancredi e della sua sposa Giulia: che tutti siano davvero felici. Carlo Tancredi Falletti, marchese di Barolo, nacque a Torino il 26 ottobre 1782. Alla corte di Napoleone conobbe Giulia Colbert, figlia del marchese di Maulévrier, che sposò a Versailles nel 1806. Non avendo avuto il dono dei figli, i due coniugi gareggiarono nel farsi apostoli di carità cristiana, "adottando" i poveri di Torino.
Le tappe della vita di Maria Teresa La Commare, divenuta carmelitana scalza con il nome di Teresa di Gesù Bambino all'età di ventidue anni, sono ripercorse in questo volume dall'infanzia all'adolescenza, dai viaggi rivelatori ad Assisi all'intenzione di entrare nel Carmelo, dalla "notte oscura" alle gioie della vita in comunità, fino alla malattia che l'accompagnò al termine del pellegrinaggio terreno nella vita di fede. Una vita narrata soprattutto attraverso le lettere e il Memoriale, che manifestano la fede e il grande ardore spirituale dell'autrice. Suor Teresa aveva facilità a maneggiare la penna, più che a parlare. Si rivelava scrivendo. Dai suoi scritti affiora la figura di una persona fortemente innamorata di Dio. Dal suo cuore emerge spontaneo un canto melodioso e struggente, dono prezioso per le consorelle e i lettori. Maria Cecilia del Volto Santo, nata nel 1944, carmelitana del monastero di Noto in Sicilia, è un'attenta studiosa dell'opera di Edith Stein. È autrice di un volume sulla spiritualità di san Giovanni della Croce, Il cammino della libertà e della gioia alla luce di Giovanni della Croce (Roma 1991) e collabora alla "Rivista di vita spirituale" dei Carmelitani scalzi del Centro Interprovinciale di Morena (Roma).
Madre Miradio della Provvidenza (1863-1926): una vicenda umana inscritta dentro una storia in gestazione, tempo tormentato da fremiti epocali che, da un secolo all'altro, muteranno profondamente l'anima e il volto della cultura, della società e della Chiesa del XX secolo. Alla ricerca di un senso ulteriore, ella approda all'idea di consegnarsi totalmente a Dio e spendere la vita per i poveri. A settantacinque anni dalla morte, la "povera figlia di Sant'Antonio" conserva il fascino del testimone, che non senza fatica ha creduto e, poi, con la vita racconta di Dio. Gaetana Maria Nicolaio - suor Gaetanina - è nata a Torraca (Salerno). Entrata nella Congregazione delle Religiose Francescane di Sant'Antonio nel 1982, è professa dal 1985. Diplomata in teologia, ha insegnato religione ed attualmente è superiora in una comunità di Roma
Benedetta Cambiagio Frassinello nasce a Langasco - entroterra genovese - nel 1791, da famiglia di modesti agricoltori, i quali sono poi costretti a emigrare a Pavia. Qui Benedetta, seppure attratta dalla vita religiosa, sposa Giovanni Battista Frassinello, con il quale tuttavia concorda, in un primo tempo, il voto di castità e, in un secondo tempo, di entrare in convento: ella nelle Suore Orsoline, egli nei Somaschi. Le condizioni di salute di Benedetta e l'opposizione dei genitori alla sua scelta di missione caritativo-sociale fanno sì che i due coniugi si ricongiungano per proseguire insieme il cammino di una vita certamente eccezionale. Giovanni Paolo II la dichiara beata nel 1987. Giulio Venturini, scrittore e giornalista, fondatore e per ventidue anni direttore del Settimanale cattolico, direttore dell'Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali della Curia di Genova, più volte eletto al Consiglio Regionale Ligure dell'Ordine dei Giornalisti, già docente di teologia fondamentale ed ecclesiologia nel Seminario di Genova e di scienze bibliche al Centro "Didascaleion", è attualmente titolare della cattedra di ecumenismo all'Istituto Superiore di Scienze Religiose, direttore dell'Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali della Regione Ecclesiastica Ligure, pastoralmente impegnato come parroco di San Fruttuoso, la parrocchia più popolosa del capoluogo ligure.
Caterina Vercellone nacque a Biella il 12 novembre 1610 da una ricca e aristocratica famiglia. Timida e riservata, ma d'intelligenza pronta e vivace, sin da bambina si mostrò attratta dalla vita contemplativa e a diciassette anni decise di entrare nell'ordine delle discepole di santa Chiara. Il noviziato fu tutt'altro che facile per la giovane la quale, cresciuta nell'agiatezza, mal si adattava alla vita povera e austera imposta dalla regola. Ma in questo stato di smarrimento e dubbio il Signore le venne in soccorso, concedendole la grazia di intense esperienze mistiche. Nel 1641, a soli trent'anni, suor Maria del beato Amedeo divenne madre badessa. Nel 1659 madre Amedea fu chiamata a dirigere un nuovo monastero di cappuccine a Mondovì; qui si spense a cinquantanove anni, il 12 aprile 1670, dopo una lunga infermità che le costò sofferenze indicibili, accettate con serena rassegnazione per amore di Gesù. Il suo corpo, incorrotto, è conservato nel monastero delle clarisse cappuccine di Borgo Po a Torino. Con la scorta della biografia di padre Gallizia e delle memorie della stessa madre Amedea, recentemente ritrovate, Cristina Siccardi ricostruisce qui la vicenda di questa singolare figura, sapientemente ambientandola nel quadro storico in cui si è svolta. Cristina Siccardi, nata a Torino nel 1966, laureata in lettere moderne con indirizzo storico, ha collaborato con "La Stampa" e "La Gazzetta del Piemonte".
Poco dopo la sua morte, la beata Maria Vittoria de Fornari Strata apparve a una sua ammiratrice adorna di tre vesti: la prima era di colore scuro, ma ornata di oro e argento; la seconda era scura anch'essa, ma ornata di gemme lucenti; la terza era bianco-azzurra, di un bianco sfolgorante. Questa visione sintetizza i tre stati di vita (coniugale, vedovile e religioso) attraverso i quali la beata passò. Fu infatti figlia, sposa, mamma, vedova e religiosa (fondatrice, superiora e semplice suora). Fu insomma "compiutamente donna". La sua "esemplarità" giunse inoltre alla testimonianza delle più svariate virtù. Maria Vittoria nacque a Genova nel 1562, settima di nove figli. Cresciuta in un ambiente di amore e di pietà ma anche un po' austero, la bimba desiderò forse di entrare nella vita religiosa, ma quando i genitori le trovarono un fidanzato in Angelo Strata, si unì a lui in matrimonio a diciassette anni "con grande sua soddisfazione e gioia". In otto anni e otto mesi di matrimonio ebbero sei figli, poi Angelo morì repentinamente. Superata una tremenda crisi di sconforto, la beata Maria Vittoria s'impegnò nella vita spirituale, fino a fondare un istituto, le Annunziate Turchine, caratterizzate da un'intensa vita di pietà, una povertà genuina e una rigorosa clausura. Morta il 15 dicembre 1617, Maria Vittoria venne beatificata da Leone XII nel 1828
Un libro "nuovo" sulle apparizioni della Vergine Maria a santa Caterina Labouré nel 1830 a Parigi nella Casa Madre delle Figlie della Carità, in Rue du Bac. In maniera fresca, semplice, ma al tempo stesso profonda e appassionata, l’autrice ci ripropone – in occasione del 50° anniversario della canonizzazione di santa Caterina Labouré e del 150° anniversario dell’approvazione dell’Associazione mariana da parte della Santa Sede – l’origine e il messaggio della Medaglia miracolosa.
Il libro comprende due parti: innanzitutto ci fa entrare nel mondo di Caterina, prima metà dell’Ottocento; poi rilegge "oggi" la vita della veggente, traduce la simbologia della Medaglia miracolosa e la sua azione nel quotidiano di ogni uomo, e apre infine una finestra sul luogo delle apparizioni, «la Casa di Caterina e Maria, luogo di pace e di luce, memoriale di quel soffio della grazia che si compiacque di sostare fra noi».
Palmarita Guida è una Figlia della Carità di san Vincenzo de’ Paoli. Risiede a Napoli, dove dirige il Consultorio Familiare «S. Luisa» della sua Congregazione. È coordinatrice anche della Pastorale giovanile delle Associazioni mariane e del Volontariato vincenziano dell’Italia meridionale, lavorando attivamente nel Centro Provinciale di PG «Pier Giorgio Frassati».