Il Sinodo dell’ottobre 2018 è stato un evento nuovo e inedito, soprattutto per lo spirito di vera e propria sinodalità che ha animato i lavori dell’incontro vaticano, per il ruolo significativo dei giovani in esso, e per quell’invito fiducioso e strategico al discernimento come metodo normale di crescita nella fede del credente normale. Una fede che non si trasmette più di padre in figlio, oggi, e che dunque va scelta in libertà, e posta al centro e all’origine di ogni scelta di vita, in particolare della decisione vocazionale.
Quella attuale, allora, potrebbe essere la prima generazione chiamata a discernere! Il testo indaga allora sulla pedagogia di questo «normale» processo decisionale, e sulla formazione di quella sensibilità, nei suoi vari aspetti (nel giovane e nella guida), che dovrebbe portare al coraggio di scegliere in quanto credenti. E alla pienezza della maturità credente.
Il libro affronta un tema particolare, la bellezza, su cui sono presenti oggi sensibilità opposte: da un lato uno scadimento inquietante del senso estetico, dall'altro una sorta di nostalgia della bellezza come esigenza insopprimibile. Il testo costruisce attorno a questa domanda di bellezza, che è assieme ricerca del vero e del bene, la proposta vocazionale, quale risposta a questa nostalgia, che consente al giovane chiamato di realizzarsi nella bellezza del progetto di Dio, Bellezza somma. Perché Dio è bello, e bello è lodarlo e ancor più servirlo. La crisi vocazionale è anche conseguenza dell'averlo dimenticato. Per arrivare a questo traguardo, dopo aver definito le caratteristiche della bellezza (misteriosa e drammatica, luminosa e disarmata), propone una pedagogia generale della bellezza, che consiste in un cammino di evangelizzazione dei sensi, per dare loro un significato autentico e profondo; e poi una pedagogia vocazionale della bellezza, per rendere il chiamato, ovvero ogni credente, sempre più sensibile, evangelicamente sensibile alla bellezza, e capace quindi di fare una scelta di vita ad essa ispirata. Bella dev'esser dunque, non solo corretta e fedele, la testimonianza di chi lo segue e lo annuncia, per testimoniare che seguire Gesù rende belli come lui. La Bellezza salva il mondo e la Chiesa, perché chiama ogni vivente a realizzarsi secondo la propria bellezza: unica, singola, irripetibile.
Con una formula essenziale, si potrebbe parlare della cresima come sacramento vocazionale. Questa proposta è considerata da tre punti di vista: quello dell'identità del sacramento della cresima, quello dell'identità della pastorale vocazionale e quello della pedagogia di tale operazione, con anche alcune indicazioni di metodo.
Questo libro propone una via per superare la crisi vocazionale e l’ossessione dei numeri: costruire una cultura vocazionale. Cultura come mentalità, sensibilità e prassi vocazionale, cui corrispondono nuova teologia, nuova spiritualità e nuova pastorale delle vocazioni.
L’autore parte da una considerazione circa il significato della cultura e del «fare cultura» in generale, per poi definire più precisamente cosa voglia dire cultura della vocazione, e scoprire – all’interno dei suoi elementi costitutivi – il compito non solo della teologia della vocazione, ma anche di una spiritualità vocazionale nonché di una pastorale delle vocazioni.
In sintesi: costruire cultura vocazionale è la migliore risposta alla frustrazione vocazionale tipica dei giorni nostri, perché è risposta modesta e discreta, ma volonterosa e fattiva, che lavora sui tempi lunghi ma giunge al cuore, soprattutto perché è risposta possibile all’uomo, ma tutta costruita sulla logica dell’impossibile possibilità di Dio.
«A quel livello davvero i numeri non contano. E il seminatore è ancora più libero di spargere ovunque e comunque il seme della vocazione. Che ora è il più piccolo, ma diverrà grande!»
Punti forti
Il nome dell’autore è molto conosciuto a livello nazionale e internazionale, tornato adesso a occuparsi di una problematica attuale: tutti si interrogano su come affrontare il problema della mancanza di vocazioni.
Destinatari
Animatori vocazionali e di pastorale giovanile, formatori, ma anche quanti si occupano di accompagnamento e di direzione spirituale.
Autore
Amedeo Cencini, religioso canossiano, è formatore, insegnante alla Pontificia Università Salesiana a Roma e allo Studio Teologico S. Zeno diVerona,e psicoterapeuta.Autore di numerose pubblicazioni per altre case editrici, per Paoline Editoriale Libri, oltre a sette testi in questa collana, ne ha pubblicato altri nella collana Animatori di pastorale giovanile e vocazionale e per le collane Religiosi 2000, Sentinelle di frontiera e Figli in cielo. Specializzato in psicoterapia analitica, svolge attività di consulenza, di relatore su tematiche legate all’ambito formativo e di insegnamento in Italia e all’estero. Dal 1995 è consultore della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
L’arte del discepolo è un testo coraggioso perché offre una riflessione su due dimensioni della vita spirituale, ascesi e disciplina, decisamente fuori moda, legate a un «immaginario collettivo che associa a questi due termini sensazioni e figure legate a un passato che pare tramontato».
L’itinerario è percorso in 5 brevi capitoli:
Alla radice dei termini: a partire dal significato di ascesi e disciplina si può cogliere la dimensione positiva-propositiva e lo stretto legame con la formazione umana e la crescita della personalità. Oltre i dubbi e gli equivoci: è messo a fuoco il rapporto tra disciplina e libertà. Sono poi presentate alcune forme possibili di indisciplinatezza: gli “smidollati”, i “cani sciolti”, i “grandi
copiatori” ecc. Funzione dell’ascesi nella vita spirituale: il progetto diventa forma e norma della vita cristiana e
consacrata in particolare. Funzione dell’ascesi nel processo di maturazione umana: le scienze umane confermano che ascesi
e disciplina non sono fine a se stesse, ma mezzi per acquisire una libertà nuova e autentica. Aree e contenuti: la dimensione relazionale e quella personale. Non moralismo ma esigenza di
darsi alcune regole di vita che ci orientino nel cammino quotidiano.
In questo Sabato del tempo camminiamo come a tentoni, grati se Dio ci svela in modi vari la strada da seguire, ma determinati, poi, a percorrerla fino in fondo.
È l’invito che ci viene dal libro dei Proverbi: «Attieniti alla disciplina, non lasciarla, praticala perché essa è la tua vita» (4,13). (questa è l’edizione riveduta del testo pubblicato nel 2000 nella collana “Animatori di pastorale giovanile e vocazionale”)
Il nome dell’autore, molto conosciuto a livello nazionale e internazionale. Tema quanto mai opportuno nell’odierno panorama sociale e formativo.
La valorizzazione di ascesi e disciplina in chiave positiva, che aiuta il lettore a verificare su di sé e sulle persone affidate alle sue “cure” possibili itinerari di crescita.
Destinatari
Animatori vocazionali e di pastorale giovanile, formatori, ma anche quanti si occupano di accompagnamento e di direzione spirituale.
Autore
Amedeo Cencini, religioso canossiano, è formatore, insegnante alla Pontificia Università Salesiana a Roma e allo Studio Teologico S. Zeno di Verona, e psicoterapeuta. Autore di numerose pubblicazioni per altre case editrici, per Paoline Editoriale Libri, oltre a sette testi in questa collana, ne ha pubblicato altri nella collana Animatori di pastorale giovanile e vocazionale e per le collane Religiosi 2000 e Figli in cielo. Specializzato in psicoterapia analitica, svolge attività di consulenza, di relatore su tematiche legate all’ambito formativo e di insegnamento in Italia e all’estero. Dal 1995 è consultore della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
Il libro riporta la relazione che l’autore ha presentato nel gennaio del 2009 al Convegno vocazionale annuale organizzato dal Centro Nazionale Vocazioni.La spiccata allergia dei giovani di oggi a prendere una decisione sta influenzando, tra l’altro,anche la «scelta vocazionale»,come capacità di risposta alla chiamata che viene da Dio. La crisi vocazionale è anche crisi di scelta. Da qui l’urgente necessità di educare al senso della scelta,alla libertà di scelta ma anche all’accoglienza del mistero che accompagna ogni decisione,perché essa implica sempre una rischiosa consegna di sé,un affidamento a qualcosa o a qualcuno.Tanto più la scelta vocazionale in cui ci si affida a Dio,il radicalmente Altro.L’autore,con una riflessione integrata che continuamente coniuga ambito umano e spirituale,analizza il rapporto tra fiducia e scelta vocazionale,tra vocazione e apertura al mistero,tra decisione umana e decisione cristiana.Ne deriva un cammino non facile ma affascinante ed essenziale che,prima di tutto,interroga la qualità di vita dell’animatore vocazionale, chiamato ad essere testimone della «tenerezza forte» di Dio-Mistero.E,al tempo stesso,offre chiare e precise linee pedagogiche per poter aiutare i giovani ad aprirsi alla fiducia e alla lettura del mistero, cioè del senso profondo d’ogni realtà,qualità indispensabili per compiere scelte vocazionali coraggiose. Quando l’uomo sceglie è inevitabilmente posto dinanzi al mistero,anche se non lo sa,al mistero di sé,dell’altro,della vita,di Dio. Dio non vuole che io trovi la sicurezza nel sapere anticipato ma la trovi,invece,fidandomi e affidandomi a Lui.
AUTORE Amedeo Cencini,religioso canossiano,è formatore, insegnante alla Pontificia Università Salesiana a Roma e allo Studio Teologico S. Zeno di Verona, e psicoterapeuta. Autore di numerose pubblicazioni per altre case editrici, per Paoline Editoriale Libri,oltre a sette testi in questa collana,ne ha pubblicato altri nella collana Animatori di pastorale giovanile e vocazionalee per le collane Religiosi 2000e Figli in cielo. Specializzato in psicoterapia analitica, svolge attività di consulenza, di relatore su tematiche legate all’ambito formativo e di insegnamento in Italia e all’estero.Dal 1995 è consultore della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
L’autore afferma che o si è missionari o dimissionari,dove essere missionari non implica tanto l’andare in terre lontane per evangelizzare,ma assumere e vivere in pienezza l’essere cristiani.La missione è prendere coscienza della propria identità e responsabilità, comprendere la forza dell’invio e dedicarsi con totalità e passione al servizio dell’altro,come annunciatori di salvezza. Da qui sorge la responsabilità da parte degli educatori,genitori,sacerdoti e religiosi di assumere la dimensione missionaria nella pastorale giovanile vocazionale. L’educare alla missione comporta allargare gli spazi, rompere certi confini per aprirsi a nuovi orizzonti di evangelizzazione. L’obiettivo finale di ogni educazione alla missione è la crescita nella fede e la fede è un dono da comunicare.Il giovane che viene guidato deve comprendere che l’unica fede che ha è quella che comunica,è la freschezza che si sente dentro nel momento in cui annuncia Gesù,salvatore del mondo… ed è questo il segno che l’accompagnamento vocazionale è missionario. Il senso fondamentale dell’essere missionari è scoprire e vivere la passione dell’essere scelti, amati e inviati da Dio per la salvezza degli altri.
AUTORE Amedeo Cencini,religioso canossiano,è for-matore, insegnante alla Pontificia UniversitàSalesiana a Roma e allo Studio Teologico S.Zeno di Verona, e psicoterapeuta. Autore dinumerose pubblicazioni per altre case editrici,per Paoline Editoriale Libri, oltre a quattrotesti in questa collana, ne ha pubblicato altrinella collana Animatori di pastorale giovanile evocazionalee per le collane Religiosi 2000e Figliin cielo. Specializzato in psicoterapia analitica,svolge attività di consulenza, di relatore sutematiche legate all’ambito formativo e di inse-gnamento in Italia e all’estero.Dal 1995 è con-sultore della Congregazione per gli istituti divita consacrata e le società di vita apostolica
Il libro riporta la conferenza tenuta dall’autore all’inizio del 2008,in occasione del Convegno vocazionale annuale organizzato dal Centro Nazionale Vocazioni. Viene presentata una analisi psicologica dei giovani del nostro tempo:realtà complessa di un fenomeno che ci riguarda da vicino e che può aiutarci a capire il perché di una risposta povera non solo dal punto di vista della quantità,ma,a volte,anche precaria nella qualità dell’adesione. Questa precarietà si rileva soprattutto quando la vocazione non è sufficientemente animata dalla consapevolezza di sentirsi mandati,inviati per una missione,a servizio degli altri. La pastorale vocazionale deve farsi “più missionaria”, perché Dio chiama sempre inviando agli altri, per condividere la verità, l’amore, la libertà e la gioia di vivere. Missione e vocazione sono strettamente legate, ed è in quest’ottica che vengono tracciate alcune linee di una possibile pedagogia vocazionale «missionaria», articolate attorno a quattro punti: l’atteggiamento di fondo, l’obiettivo che si intende conseguire, lo stile educativo e il percorso pedagogico con le tappe più significative.
Il giovane è, per definizione, un crocevia di desideri che segnalano il bisogno di individuare elementi definitivi su cui impostare la vita. Ogni desiderio porta con sé una dimensione più grande del desiderio stesso ed è proprio ascoltando questa dimensione più ampia che è possibile far emergere le esigenze profonde che possono spingere a scelte di radicalità e di verità. In questo sussidio l'autore indica alcuni percorsi per accompagnare i giovani a leggere in profondità i propri desideri, a scoprire il bisogno di Assoluto e a impostare la propria vita coerentemente con le proprie aspirazioni più profonde. Due sussidi indicati per operatori pastorali e per animatori di gruppi giovanili.
Vale la pena investire nella pastorale vocazionale? I giovani del nostro tempo sono sensibili a questo tipo di provocazione? Si sarebbe tentati di dire che è meglio lasciar perdere, che non è aria! Invece una recente ricerca autorevole condotta dall'équipe del prof. Garelli documenta che i giovani si interrogano, che la proposta è tuttora valida. Non solo, suggerisce anche l'idea che se non si educa, se non si indicano strade che portino a traguardi grandi, la persona non si costruisce. E questo prima e al di là di una scelta vocazionale specifica! Il sussidio prende le mosse proprio da questa constatazione e suggerisce proposte per i formatori e gli educatori chiamati a coltivare un piccolo seme che, come suggerisce il Vangelo, può diventare un albero.
Il testo vuole essere un aiuto per formare nel giovane la capacità di discernere l'azione di Dio negli eventi della propria vita individuale e sociale, per imparare a dare una risposta matura ed evangelica, ma anche per cercare di aiutare ogni cristiano che vive la propria vocazione nel mondo a essere testimone di speranza dentro il mondo.
Il testo inaugura una nuova collana di itinerari di riflessione per accompagnare giovani ed educatori ad approfondire la dimensione vocazionale, in cui l'Autore, A. Cencini, offre tutta la propria collaudata esperienza nel campo della pastorale giovanile e vocazionale. Il cuore del mondo nasce dal XX Seminario di formazione alla direzione spirituale al servizio dell'orientamento vocazionale, svoltosi a Bocca di Magra nell'aprile 2005, che ha affrontato la riflessione del pellegrinaggio interiore verso il centro di sé, a partire dalla spiritualità della "piccola via" di Teresa di Lisieux. Essa risulta l'unica via, praticabile da tutti, in grado di integrare tutta la nostra storia attorno al Signore crocifisso e risorto. Il centro per il credente è infatti il mistero pasquale. Il testo si sviluppa su tre versanti: il significato del centro della vita sul piano psicopedagogico e a livello credente, come si pone il giovane d'oggi di fronte alla ricerca del proprio centro, e infine alcuni cenni riguardo al cammino di accompagnamento del giovane stesso. Un aiuto offerto agli educatori che accompagnano un giovane alla ricerca del suo centro, e anche al giovane stesso in questo percorso da compiere in tutto l'arco della propria esistenza, per non correre il rischio di vivere lontano da sé.