Quattro giovani studiosi, tutti diversamente orientati nei loro campi d'indagine, ma tutti riconducibili alla comune applicazione della medesima metodologia storico-religiosa di tradizione pettazzoniana, affrontano in questo libro il difficile compito di delineare il volto del fenomeno New Age attraverso l'analisi di alcuni specifici contesti espressivi o formativi - la musica (A. Cerri), il rapporto con il cristianesimo (N. Mapelli), la pratica del Falun Gong/Dafa (L. Sacco), la genesi esoterica e il channeling (C. Santi) - tra gli innumerevoli campi su cui si estende la longa manus del New Age, per darci modo di verificare che non solo non esiste una specifica realtà movimento religioso, filosofia, stile di vita... - a cui si possa attribuire l'identità New Age, ma che l'identità New Age si concretizza, al limite, proprio in questa sua natura indefinibile: tutto è New Age, niente è New Age. Cioè a dire: in sostanza il New Age - come molte altre categorie di cui si serve la nostra cultura per 'ordinare' il reale - non ha altra concretezza che quella che gli vogliono dare i suoi diversi e diversamente interessati fruitori o analisti. Non c'è un volto del New Age, ma una poliedrica galleria di volti che esprimono miti del passato, illlusioni del presente, utopie del futuro e tutti forse, in ultima analisi - e nonostante alcuni forti appelli all'operatività e alla ribellione (si pensi al versante ecologista del New Age) -, concorrono a esprimere un ennesimo rifiuto della storia...