«La follia di Dio è più sapiente degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1 Cor 1,25). Rifiutato dalla famiglia, al punto che «neppure i suoi fratelli credevano in lui» (Gv 7,5), e abbandonato da gran parte dei suoi seguaci («molti dei suoi discepoli si allontanarono e non andavano più con lui», Gv 6,66), per le autorità giudaiche Gesù è solo un pazzo, un ossesso (Gv 8,44). Solo un matto, un samaritano indemoniato, poteva infatti denunciare i capi religiosi quali figli del diavolo e assassini (Gv 8,44) e auspicare la fine dell’istituzione religiosa che si credeva voluta da Dio stesso.
Informazioni sull'autore
Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche «Marianum» e «Gregoriana» (Roma) e all’«École Biblique et Archéologique française» di Gerusalemme. Direttore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» (www.studibiblici.it) a Montefano (Mc), cura la divulgazione, a livello popolare, della ricerca scientifica nel settore biblico.
''Gesù fu appeso alla vigilia di Pasqua. Quaranta giorni prima un banditore andò gridando nei suoi confronti: deve essere lapidato perché ha praticato la magia e sviato Israele portandolo all'apostasia. Se qualcuno conosce qualcosa a suo favore venga e la dica. Ma non si presentò nessuno a suo favore e fu appeso alla vigilia della Pasqua'' (Sanhedrin B 43a). I capitoli 18 e 19 di Giovanni sono la più severa denuncia mai apparsa nei Vangeli contro un'istituzione religiosa che, anziché porsi a servizio di Dio, ha usato Dio per i propri interessi, deturpandone il volto e rendendolo simile a se stessa, rapace e disumana, un Dio che accetta come culto il sacrificio degli uomini: ''Viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio'' (Gv 16,2). (dall'Introduzione) ALBERTO MAGGI direttore del Centro Studi Biblici ''G. Vannucci'' a Montefano (Mc), cura la divulgazione, a livello popolare, della ricerca scientifica nel settore biblico attraverso scritti, trasmissioni e conferenze in Italia e all'estero.
Traduzione e commento dal Vangelo di Matteo delle Beatitudini 1. Beati i poveri, beati gli afflitti, beati gli affamati... Quelle che dall'uomo comune sono considerate situazioni di sofferenza dalla quali si fa tutto per uscire, vennero in passato indicate come condizioni di grande privilegio nelle quali chi si trovava doveva permanere felice, per assicurarsi la futura celeste ricompensa: perche' di essi e' il regno dei cieli. Tale predicazione era inevitabilmente destinata a fallire. Quanti vivono fuori da situazioni di poverta' e afflizione si guardavano bene dall'entrare in queste categorie di beati, e chi invece si trovava in queste condizioni faceva di tutto per venirne fuori, abbandonando ben volentieri poverta' e beatitudine.
I vangeli sono stati scritti per suscitare la fede in Gesù di Nazaret. Numerosi sono gli interrogativi o i problemi che la lettura di essi comporta; problemi che sorgono anche dall'uso di un linguaggio espressione di una cultura molto diversa dalla nostra. Qui, una serie di riflessioni rivolte ai "non credenti" che tentino un primo approccio ai vangeli e ai "credenti" che desiderino scoprire le ricchezze in essi nascoste.
Le parabole, pietre utili per costruire la comunita' del Regno di Dio. Le parabole possono essere definite come la buona notizia rivelata con immagini anziche' con concetti. Per questo in esse non ci sono discorsi, ma realta' concrete. Perche' la parabola porti frutto in chi l'ascolta non e' sufficiente la sua comprensione, occorre anche la sua accettazione. Infatti spesso, proprio coloro che comprendevano le parabole di Gesu' gli si rivoltavano contro, perche' quanto era stato detto era contro i loro interessi. L'atteggiamento ostile delle autorita' era dovuto al fatto che molte parabole erano come pietre scagliate contro l'onnipossente apparato di un'istituzione religiosa da sempre sorda e ostile all'azione del Dio con noi"... "
La ri-giudaizzazione del Cristo e una visione parziale e deviante della sua figura e svuota il significato della sua vita e del suo insegnamento. Questa la tesi centrale del volume Gesu non e stato ne un pio Giudeo ne un riformatore venuto a purificare la religione o il Tempio. Il Cristo e venuto a eliminare Tempio e religione. Gesu non e neanche un profeta inviato da Dio. Il Cristo e l'Uomo-Dio, manifestazione visibile del Dio invisibile, l'unico che poteva cambiare la relazione tra gli uomini e il Padre. E' stato rifacendosi al Padre, anziche ai padri, che Gesu ha potuto distaccarsi dal mondo culturale giudaico, nel quale era cresciuto ed era stato educato, e dare inizio a un cambio radicale e irreversibile non solo alla storia, ma a ogni fenomeno religioso.
La proposta costruttiva dell'autore e che il Vangelo riguarda tutti, il suo messaggio d'amore non e roba da preti" ma erivolto a tutti gli uomini. " Per molti il Vangelo è roba da preti, ma il Vangelo è per tuti. Il volume raccoglie le conversazioni tenute alla Radio Vaticana; con esse l'Autore presenta una proposta di fede per atei o meglio per quelli che credono di non credere", e i principali temi della fede cristiana: dalla preghiera alla vita eterna, dalla vocazione alla volontà di Dio. "