Una città mutevole e inafferrabile, ma insieme ideale e metafisica. Così appare Venezia riflessa nei vetri delle proprie finestre. Non si tratta del suo doppio, ma di un'altra Venezia, una Venezia immaginaria che cambia forme e colori, che diffonde la sua presenza in prospettive inaspettate e in accostamenti stupefacenti, con cupole, alberi, campanili, colonne, nuvole, statue e comignoli che spuntano, con fattezze più o meno snaturate, da dentro gli infissi di case e palazzi. Particolarmente adatti alle immagini sono i versi persiani di Mirza 'Abdolqader Bidel che accompagnano le fotografie: tutti dedicati al motivo del riflesso nello specchio, essi sono opera del genio visionario di Bidel (1644-1720), poeta mistico vissuto in India e fra i massimi esponenti della letteratura in lingua persiana.