La lettera a Diogneto è un testo anonimo risalente ai primi secoli dell'era cristiana. Sopravvissuta miracolosamente alla distruzione di gran parte della letteratura cristiana precostantiniana, è stata "riscoperta" in particolare per la sua testimonianza riguardo allo stile di vita e al senso di comunità dei cristiani agli albori della vita della chiesa.
Con una coerenza e metodicità di dimostrazione che non si smentiscono mai, e insieme con una strumentazione esegetica tanto ricca quanto scaltrita, Pelagio sostiene l'incompatibilità ultima tra condizione di ricchezza e testimonianza cristiana. La penetrazione e il rigore logico del testo si prestano singolarmente anche oggi come un'interessante esercizio per la coscienza che voglia improntarsi alla sincerità e autenticità più limpide rispetto al tema e alla pratica della ricerca e del possesso dei beni.
Traduzione del piccolo e mirabile trattato "Sull'amicizia spirituale", che l'abate Aelredo scrisse tra il 1158 e il 1163. In uno stile dialogico elegante, vivace e con fine introspezione psicologica, descrive la rara esperienza dell'amicizia, la sua origine, i suoi tratti qualificanti.