Il pensiero credente, o comunque aperto all'universo delle fedi religiose, avverte il carattere tendenzialmente negativo e del mondo della natura, e del mondo della cultura e della civiltà, in quanto commisura i risultati di ogni possibile ricognizione su "come vanno le cose" con l'idea secondo cui il mondo, in generale, è governato, o perlomeno guardato con benevolenza, da una divinità alla quale vengono riconosciuti i caratteri dell'assolutezza e della bontà. Le stesse incrinature tragiche degli ottimismi sociali, esistenziali e religiosi debbono allora commisurarsi con quell'appello alla fedeltà, di cui l'assoluto in quanto tale si qualifica portatore.