È l'estate del 1939, Miranda ha dieci anni e il mondo è sull'orlo dell'abisso.
Ma lei non lo sa. Quell'estate sarà la più bella della sua vita.
Miranda parte con sua madre da Firenze per raggiungere Villa Ada, la casa del nonno paterno, il marchese Ugo Soderini, sulle colline pistoiesi. Suo padre è altrove.
La cascina del nonno e il bosco misterioso che la circonda sono il teatro perfetto per le avventure spericolate insieme con Lapo, il nipote del fattore, le scorribande in bicicletta, le scoperte pericolose, il primo, innocente bacio.
Ma il bosco è anche il luogo abitato dalle creature parlanti che l'anima di bambina vede o crede di vedere. E la foresta compare sempre, e misteriosamente, nei quadri del nonno, chiusi nel laboratorio che nessuno ha il permesso di visitare.
C'è come una luce magica che rischiara quella porzione di mondo. Miranda, ormai novantenne, ce la racconta, fendendo le nebbie della memoria. Tornare a quei giorni, a quella bambina ignara, che ancora non ha visto, vissuto, sofferto, perduto è più che una consolazione, è un antidoto.
È l'incantesimo di una giovinezza improvvisa.
Francesco Carofiglio ci conduce per mano all'ultima estate di innocenza. E lo fa con ciò che, più di ogni altra cosa, contraddistingue la sua poetica, la fragilità incorruttibile del ricordo e lo sguardo innocente di chi può ancora essere salvato.
Le api non avevano segreti per Nuri, negli anni felici della sua vita ad Aleppo: le conosceva, ne sapeva interpretare le danze, i ritmi, l'incredibile miracolo della loro società perfettamente unita. La sua vita, in Siria, era semplice e insieme ricca; lui si occupava delle arnie, sua moglie Afra inventava mille colori per dipingere il mare con le sue mani e i suoi occhi di artista, il piccolo Sami giocava tranquillo.
Ma poi la Siria ha cominciato a cadere a pezzi, e così la famiglia di Nuri. Adesso, Sami non c'è più, e Afra è diventata cieca: nei suoi occhi, che hanno improvvisamente smesso di vedere, Nuri rivede ogni giorno il suo stesso dolore, e tutto ciò che, insieme, hanno perduto. Ma negli occhi color del miele di sua moglie, Nuri trova anche dell'altro: una ragione per resistere, per lottare, per continuare a vivere. Lottare per lei come per la piccola ape senza ali che adesso Nuri sta curando proprio lì, in Inghilterra, dove lui e Afra sono arrivati dopo un viaggio pericoloso e straordinario. Un viaggio che Nuri ha voluto intraprendere per seguire l'unico sogno che gli resta. Quello di tornare, un giorno, a sentire la risata di Afra, che era la cosa più bella del mondo.
Sulla scia de Il cacciatore di aquiloni, L'apicultore di Aleppo è stato l'evento editoriale del 2019, tuttora ai vertici delle classifiche inglesi e in corso di traduzione nel mondo.
Un romanzo commovente, importante e coraggioso, che parla di speranza e di amore. L'amore che, da solo, è in grado di farci vedere di nuovo.
All'inizio è solo un bambino come tanti, nato in Senegal da un padre pugile che vive nel mito di Muhammad Ali e che sogna per il figlio un futuro importante. Poi quel bambino, il nome dato in onore del campione che per ben due volte riesce a incontrare, un pugile lo diventa davvero, costretto dal padre a durissimi allenamenti a ogni ora del giorno e della notte, chiuso in una palestra, piegato dai colpi quando tutti i suoi amici sono per strada a giocare. Ma come Ali comprende ben presto la via che gli ha aperto il padre è l'unica alternativa possibile a una vita segnata dalla criminalità e dalla droga. In breve tempo il ragazzo, ormai campione del Senegal, vede crescere in sé il desiderio di superare i confini di un Paese sempre sull'orlo del baratro. Da qui il viaggio verso la salvezza, la terra promessa. Dopo qualche mese in Francia, il visto che sta per scadere, Ali decide di andare in Italia e di provare a cercare lì la realizzazione di quel sogno che insegue da sempre. Non è facile, in un Paese di cui non conosce la lingua, senza il permesso di soggiorno, né una casa in cui stare, guadagnando qualche spicciolo per sopravvivere facendo l'ambulante sulle spiagge. Ma la sua tenacia e il desiderio inarrestabile di tornare sul ring lo guidano attraverso un percorso di crescita e lo portano dove voleva. Grazie all'incontro con Federica, una donna italiana conosciuta in treno e divenuta poi sua moglie, e agli amici di Pontedera, la piccola città che lo ha accolto, Ali potrà ricominciare a combattere e a vincere, e si troverà esattamente dove suo padre lo immaginava fin da bambino: sul tetto del mondo.
Con il crollo del muro di Berlino, cadono le visioni millenaristiche dell'umanità, che dopo tanti secoli si erano ridotte a due, divise da quel muro. Aloisio Lepirro aveva un amore, un gemello, un'idea per un mondo migliore e un lavoro molto importante per cercare di costruirlo. Quando trova il fratello con la sua donna e lo vede morire, la sua idea di un mondo migliore finisce sotto le macerie del muro e il suo lavoro si riduce solo a molti soldi, comprende che è il momento di andare. Per questo decide di sparire, con un nuovo nome, U' Tis, e con un ritorno, non programmato, alle origini della sua famiglia, dove la terra finisce, nel golfo di Leuca. E in quel posto dove non accade nulla, succederà di tutto (delitti, incontri con i padroni della Terra, una donna con uno strano potere, un amore e il passato che riappare e, finalmente, svela la verità). Finché, con una barca a vela, U' Tis, per far tacere un grido interiore o avere una risposta, andrà incontro alla tempesta peggiore di sempre, che nasce dallo scontro fra lo Jonio e l'Adriatico. Solo lui potrà decidere se far vincere il mare, se vivere o morire, artefice fino all'ultimo del proprio destino. Un romanzo intenso e febbrile che ci ricorda, in un mondo dominato dall'inganno di poter essere tutti vincitori, il valore e il potere dei vinti.
L'immagine, controsole, è di una ragazzina dai capelli biondi, seduta su un muretto, intenta a scrivere sul suo diario. È la prima volta che Haruko vede Margot: il muretto è quello del campo di internamento di Crystal City, Texas. È il 1944 e a Crystal City ci sono famiglie giapponesi e tedesche, strappate al loro sogno americano per diventare prigioniere a casa propria, in nome della guerra che si sta combattendo molto lontano. Margot scrive tutto sul suo taccuino, anche quel primo incontro con Haruko. Non sa che ben presto, tra lei, di famiglia tedesca, e quella ragazzina giapponese appena arrivata, nascerà un'amicizia segreta, profonda e viscerale. Sono l'una l'opposto dell'altra, ma c'è una cosa che hanno in comune: il campo. Quel luogo senza aria che le sta cambiando profondamente. E quando Margot si troverà alle prese con un segreto che non può raccontare neanche ad Haruko, si vedrà costretta a compiere la scelta più difficile. E lo farà solo in nome dell'amicizia: perché il legame tra Margot e Haruko è più forte dell'orrore e dell'odio dei grandi.
Come ogni estate, Luca Rollin arriva in Val d'Aosta per trascorrere le vacanze nella casa di famiglia. Il suo ultimo libro, pubblicato da poche settimane, è in vetta alle classifiche e lo scrittore è pronto per godersi il meritato riposo tra le montagne che adora. Sono in molti a riconoscerlo e a fargli i complimenti. Ma una sottile crepa comincia a incrinare la superficie apparentemente perfetta del successo. Luca comprende di essere ammirato perché ormai fa parte della nebulosa dei famosi, mentre le parole dei suoi libri contano ben poco. Tale consapevolezza trasforma quella che per Luca doveva essere una vacanza paradisiaca in una spietata resa dei conti con se stesso, come intellettuale e come padre. Suo figlio Francesco, infatti, in piena adolescenza, conduce un'indagine privata sulla morte di un camoscio, accusando di vigliaccheria chiunque non condivida la sua sete di giustizia animalista. Quando un gruppo di scalatori dilettanti, fra cui una famosa violinista, scompare sul Pillier Jaune, la montagna maledetta della zona, Luca viene contattato da una testata nazionale perché segua i soccorsi e scriva per primo una testimonianza. Ha l'occasione di usare la celebrità per dire al grande pubblico qualcosa di importante e profondo, all'altezza delle montagne che lo circondano e del loro rigore solenne, che non fa sconti. Luca saprà cogliere questa opportunità? E saprà diventare il padre che vorrebbe essere?
1936. È un anno speciale per Pablo Picasso. In fuga dai troppi amori e dalla troppa intensità di Parigi, cerca rifugio in Costa Azzurra, a Juan-Les-Pins, dove il cielo è incredibilmente blu e il mare pieno di sfumature smeraldo. Qui si stabilisce per un po', in incognito, riprendendo finalmente a dipingere dopo una lunga pausa. E proprio in questo periodo, per la prima volta, una ragazza con i capelli neri fa capolino nei suoi quadri. Nessuno ha mai saputo chi fosse. Come nessuno ha mai indovinato cosa successe davvero a Picasso in quella breve e misteriosa parentesi della sua vita. Ondine, folti capelli neri e la freschezza dei suoi diciassette anni, lavora nel Café Paradis, piccolo ristorantino gestito da sua madre, e la sua vita a Juan-Les-Pins è stata scossa finora da un solo terremoto: il primo amore. Quando un misterioso sconosciuto che viene da Parigi prende in affitto una delle ville della città, è lei la prescelta per portargli il pranzo a domicilio. E così che Ondine incontrerà il grande genio dell'arte, e grazie ai quadri, come al comune amore per la cucina, tra i due nascerà una particolarissima amicizia, che cambierà Ondine per sempre. Un'amicizia i cui effetti dureranno nel tempo, tanto che, due generazioni dopo, la sua nipote Céline, make-up artist a Los Angeles, deciderà di intraprendere un viaggio proprio nei luoghi dell'incontro tra la sua nonna Ondine e Picasso, alla scoperta del passato della sua famiglia, e di se stessa.
È un pomeriggio come molti altri, e Joan, dopo essere andata a prendere Lincoln all'asilo, come sempre s'inventa qualcosa per far passare più in fretta il pomeriggio. Il museo della scienza, la biblioteca, lo zoo. Oggi la scelta cade su quest'ultimo. È la passione di Lincoln, stare sulla sabbia nella Fossa dei Dinosauri e inscenare battaglie e avventure, cattivi contro buoni, vita contro morte. Joan lo guarda e intanto pensa che se li ricorderà, questi pomeriggi col peso di suo figlio sulle ginocchia e intorno una sensazione che somiglia all'euforia. Intanto le ore passano e presto è l'imbrunire. Lo zoo sta per chiudere. Gli animali vanno a dormire. Ma i loro versi non sono l'unica cosa che si sente. All'improvviso, nell'aria immobile, c'è un rumore secco. Uno schiocco, seguito da un altro subito dopo. Sembrano palloncini che scoppiano. Invece sono spari. E in un momento, tutte le paure più remote diventano concrete: il terrore per il suo bambino, la paura di perderlo. Lo zoo è in mano ai terroristi, con dentro tutti gli animali, e Joan, col suo bambino di quattro anni, dovrà nascondersi, e allo stesso tempo preservare suo figlio da tutto ciò che li aspetta, fargli credere che si tratti solo di un gioco. Perché essere madre è anche vedere il mondo con gli occhi dell'unica creatura al mondo che sarà per sempre parte di te.
«Dieci anni dopo "Cuori di Pietra", ventitré donne, scrittrici, giornaliste, esseri umani di varia foggia e sfumatura emotiva contingente, si ritrovano con un obiettivo, comune e chiaro: scrivere. E un altro obiettivo più nebuloso, velleitario, eppure bellissimo. Anzi due: impreziosire la vita di chi legge, magari sorseggiando un drink nel tinello della propria comoda casa, e migliorare quella di chi il tinello non ce l'ha, ma soprattutto non ha un piffero da bere perché dalle sue parti l'acqua è un'ipotesi avventurosa. E tutto ciò soli centocinquant'anni dopo che il dottor Semmelweis, il primo medico che un giorno disse ai suoi colleghi "stimatissimi, sarà il caso che uscendo dalla sala autopsie e dirigendoci in sala parto ci laviamo le mani?", venne obbligato a lasciare la sua città, rinchiuso in un manicomio ed escluso a vita dalla comunità scientifica, a suggello del fatto che esistono congiunture astrali per cui tra essere riconosciuto come un genio ed essere stigmatizzato come idiota il passo è davvero troppo breve e amaro. Questo libro si muove su quel crinale, affascinante e pericoloso, sfidando rassegnazione e cinismo con un rapido ed elegante battito di ciglia. Racconta storie il cui epilogo non è stato sventurato come quello del medico viennese di cui sopra, si sbatte alla ricerca di leggerezza, tallona un anelito di speranza come il viaggiatore ramingo insegue un caffè decente in autostrada. In un momento in cui l'ottimismo non è più il profumo della vita, in una stagione in cui questo mirabile concetto viene vissuto come il contrario non del pessimismo, ma del realismo, è sempre giusto e prezioso celebrare quell'istinto mai sopito che suggerisce di vedere finalmente il bicchiere mezzo pieno, badando anche a quale sia la sostanza al suo interno, dettaglio questo di discriminante importanza.» (Dalla Prefazione di Geppi Cucciari)
Nilu è solo una bambina quando è costretta a lasciare la sua casa, in Iran, e partire per l'America. L'Oklahoma. Un posto sconosciuto dove, con la madre e il fratello, deve già imparare, così piccola, a ricominciare da capo. Per questo, da quando è arrivata in America, conserva sempre uno zainetto pieno delle sue cose: non si sa mai quando bisognerà scappare di nuovo, né quando, finalmente, comincerà il lungo viaggio per tornare a casa. A casa, dov'è rimasto suo padre: Nilu è convinta che presto li raggiungerà, e non vede l'ora. Ma Nilu non sa che Bahman è rimasto in Iran perché per lui le radici sono una cosa potente, e che negli anni a seguire, in tutta la sua lunga vita di figlia, vedrà suo padre solo una manciata di volte, nei posti diversi dove la vita la porterà. Dall'America all'Europa, ad Amsterdam, dove incontrerà rifugiati provenienti da ogni Paese, in un mondo cambiato dall'undici settembre, Nilu cercherà sempre di riavvicinarsi a quel padre rimasto "a casa". Forse perché, nonostante tutto ciò che è riuscita a ottenere nella vita - lo studio, l'amore, un lavoro che la appassiona -, quello è l'unico modo per tornarci un po' anche lei, a casa, e trovare finalmente il rifugio che non ha mai avuto.
Prendere la decisione, perché altre non ce ne sono: sabotare il treno, impedirne in qualsiasi modo la ripartita, poiché non esiste un loro, un suo, un mio: soltanto un nostro.
Il casellante Giovanni Tini è tra i vincitori del concorso da capostazione, dopo essersi finalmente iscritto al pnf. Un'adesione tardiva, provocata più dal desiderio di migliorare lo stipendio che di condividere ideali. Ma l'avanzamento ottenuto ha il sapore della beffa, come l'uomo comprende nell'istante in cui giunge alla stazione di Fornello, nel giugno 1935, insieme alla moglie incinta e a un cane d'incerta razza; perché attorno ai binari e all'edificio che sarà biglietteria e casa non c'è nulla. Mulattiere, montagne, torrenti, castagneti e rari edifici di arenaria sperduti in quella valle appenninica: questo è ciò che il destino ha in serbo per lui. Tre mesi più tardi, in quella stessa stazione, nasce Romeo, l'unico figlio di Giovanni e Lucia, e quel luogo che ai coniugi Tini pareva così sperduto e solitario si riempie di vita. Romeo cresce così, gli orari scanditi dai radi passaggi dei convogli, i ritmi immutabili delle stagioni, i giochi con il cane Pipito, l'antica lentezza di un paese che il mondo e le nuove leggi che lo governano sembrano aver dimenticato. Una sera del dicembre 1943, però, tutto cambia, e la vita che Giovanni, Lucia e Romeo hanno conosciuto e amato viene spazzata via. Quando un convoglio diverso dagli altri cancella l'isolamento. Trasporta uomini, donne, bambini, ed è diretto in Germania. Per Giovanni è lo scontro con le scelte che ha fatto, forse con troppa leggerezza, le cui conseguenze non ha mai voluto guardare da vicino. Per Romeo è l'incontro con una realtà di cui non è in grado di concepire l'esistenza. Per entrambi, quell'unico treno tra i molti che hanno visto passare segnerà un punto di non ritorno.
Perché quando parlano gli inglesi o gli americani non ci capisci quasi niente? Perché la maggior parte dei corsi si concentra soprattutto sulla grammatica. E per rispettare la regola ti insegnano dei dialoghi totalmente innaturali. Il 90% dell'inglese che viene insegnato nei corsi tradizionali è la lingua formale, cioè quella che nella vita di tutti i giorni si usa solo il 10% delle volte. Il vero inglese che usiamo fra noi normalmente non viene mai insegnato. Se vuoi imparare l'inglese che parliamo noi inglesi e americani davvero devi conoscere i dialoghi della vita reale. In Real Life English prima guardiamo l'inglese vero, e solo dopo ci occupiamo della grammatica e di tutto il resto. Preparati a scoprire cosa può capitarti al pub, a casa, nei negozi, in giro per le strade e in molti altri posti. Preparati a scoprire la differenza tra il British English e l'American English. A imparare la vera pronuncia con i file audio online (gratuiti, of course).
Portofino, 1943. Una giovane donna scende dal pontile di una nave, mettendo piede nel piccolo villaggio di pescatori incastonato tra le colline. Anche se ormai ha imparato a non farsi notare nella folla, ogni volta Elodie prova la stessa sensazione: paura. Perché sa che gli ufficiali nazisti ai quali dovrà mostrare i suoi documenti falsi la guarderanno dritta negli occhi, le faranno domande. Così resta lì, immobilizzata dal terrore, finché un uomo, che lei non ha mai visto prima, si fa avanti, comportandosi come se la conoscesse da sempre. Sotto gli occhi dei tedeschi, si allontanerà con lui, verso la casa sopra il porto, sulla meravigliosa scogliera a picco sul mare. Solo pochi mesi prima, Elodie era una ragazza come tante, che abitava a Verona coltivando la sua grande passione: il violoncello. Ma l'incontro con Luca, giovane e appassionato libraio, aveva cambiato ogni cosa, facendole conoscere il mondo della Resistenza. Nel corso di un viaggio lungo ed emozionante, Elodie impara così che il suo talento e la sua passione per la musica possono salvare vite, e soprattutto che si può sempre fare la differenza, anche quando il mondo intero sembra allo sbando.
Leon ha nove anni quando prende in braccio per la prima volta il suo fratellino appena nato, Jake. Un neonato che sembra un bambolotto, con la pelle bianchissima, così diversa da quella di Leon, che ha la pelle scura. Ma ora che la loro mamma non si vede più in giro, e loro devono andare a vivere con Maureen, una signora dai capelli rossi e ricci e una pancia come Babbo Natale, Leon capisce che deve proteggere il suo fratellino: perché qualcuno vuole prenderselo, e avere quel bambolotto bianco tutto per sé. Anche se Maureen gli spiega che è per il bene di Jake, che c'è una famiglia che vuole dargli una casa e un sacco di amore, per Leon è solo un tradimento. È per questo che Leon adesso è triste e anche un po' arrabbiato. .. Per fortuna alcune cose lo fanno ancora sorridere, come correre velocissimo in discesa con la bici, e rubare con Maureen abbastanza monetine per poter - un giorno -andare a prendere Jake e anche la mamma, come un vero supereroe. Con l'evocazione di un'Inghilterra in cui le divisioni sociali sono più che mai evidenti, e dal colore della pelle può dipendere il futuro di un bambino, "Il mio nome è Leon" è un romanzo che ha colto di sorpresa i lettori inglesi: la storia struggente e dolcissima, raccontata con lo sguardo del piccolo Leon, della forza di un amore e della capacità di superare il dolore e la perdita. E soprattutto la storia di che cosa vuol dire avere una famiglia, o trovarla dove meno ce lo si aspetta.
Corrado Lazzari è stato il più grande attore del Novecento. Il volto della tragedia shakespeariana, l'interprete sofisticato e potente, acclamato dalle platee di tutto il mondo, è oggi un uomo solo. La fama, il successo, gli amici, tutto perduto. Le giornate si inseguono, uguali, in un appartamento di un palazzo abbandonato nel centro di Roma. Corrado riordina l'archivio di una vita intera, giornali, fotografie, copioni, mescolando la fragilità del presente ai ricordi del passato: gli anni all'Accademia di Arte Drammatica, le tournée in giro per il mondo e il grande amore perduto per Francesca. Sembra che tutto debba continuare così, identico a se stesso, fino alla fine. Poi un giorno arriva lei, e tutto cambia. Alessandra è giovane, poco più di vent'anni, e studia lettere con indirizzo teatrale, così dice al Maestro presentandosi. Timida e impacciata, cerca di entrare nella vita di Lazzari. L'iniziale ritrosia dell'uomo viene spazzata via dall'ansia di sapere della giovinezza. E attraverso le parole del teatro, quelle che hanno riempito la sua essenza, Corrado forse scoprirà, insieme con quella ragazza, il modo di accettare la propria caduta e di rendersi immortale nello stesso, perfetto istante.
Per Lilian, Dan era molto più di un marito: era anche il suo migliore amico. La sua morte è stata così improvvisa che non ha neanche avuto il tempo di salutarlo. Adesso, tre anni dopo, forse il dolore sta cedendo il passo al ricordo, e Lilian riesce a far funzionare di nuovo la sua vita: due bambine, una sorella che sa sempre come farla ridere, e il suo lavoro di illustratrice. Eppure quel senso di vuoto resta il suo compagno più fedele. Almeno finché la casa editrice per cui lavora non la spedisce a fare un corso di orticoltura e giardinaggio per un'enciclopedia illustrata... Per la prima volta da quando Dan non c'è più, Lili si sentirà sbocciare di nuovo, proprio come i fagiolini e il sedano che impara a piantare - per non parlare di zucche, aglio, cetrioli, tutti ortaggi che richiedono cure e attenzione, fragili e precari proprio come la nostra felicità. Grazie a queste lezioni, Lili non solo conoscerà nuove persone ma, forse, si innamorerà di nuovo: perché restare chiusi in se stessi fa molto più male che correre il rischio di aprirsi e sbocciare. Uno degli esordi più commoventi dell'anno, un romanzo che è un inno alla vita, all'amore, e alla capacità di rinascere.
Quando il corpo di sua sorella Nel viene trovato in fondo al fiume di Beckford, nel nord dell'Inghilterra, Julia Abbott è costretta a fare ciò che non avrebbe mai voluto: mettere di nuovo piede nella soffocante cittadina della loro adolescenza, un luogo da cui i suoi ricordi, spezzati, confusi, a volte ambigui, l'hanno sempre tenuta lontana. Ma adesso che Nel è morta, è il momento di tornare. Di tutte le cose che Julia sa, o pensa di sapere, di sua sorella, ce n'è solo una di cui è certa davvero: Nel non si sarebbe mai buttata. Era ossessionata da quel fiume, e da tutte le donne che, negli anni, vi hanno trovato la fine - donne "scomode", difficili, come lei -, ma mai e poi mai le avrebbe seguite. Allora qual è il segreto che l'ha trascinata con sé dentro l'acqua? E perché Julia, adesso, ha così tanta paura di essere lì, nei luoghi del suo passato? La verità, sfuggente come l'acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra.
Catherine Ravenscroft non sa cosa sia il sonno. Da quando in casa sua è comparso quel libro, l'edizione scalcagnata di un romanzo intitolato "Un perfetto sconosciuto", non riesce più a fare sonni tranquilli, né a vivere la vita di ogni giorno, la sua vita di film-maker di successo, con la sua bella famiglia composta da un marito innamorato e un figlio ormai grande. Non ci riesce perché quel libro - anche se Catherine non sa chi l'abbia scritto, o come possa essere finito nella nuova casa dove lei e il marito hanno appena traslocato - racconta qualcosa che la riguarda molto da vicino. Qualcosa che soltanto lei sa, e che ha nascosto a tutti, anche a suo marito. Chi è l'autore di quel libro, e come fa a conoscere Catherine e a sapere cosa ha fatto un giorno di tanti anni fa, durante una vacanza al sole della Spagna? E che cosa vuole adesso da lei? Catherine dovrà fare i conti con la paura, e - forse per la prima volta - con la verità. Perché anche le vite che ci sembrano più perfette nascondono dei segreti che possono distruggerle.
Se Joe Coughlin è diventato un fuorilegge non è per tradizione di famiglia: cresciuto nel lusso, con un padre nelle alte sfere della polizia di Boston, avrebbe potuto percorrere mille altre strade, tutte più semplici, tutte lastricate d'oro. Una cosa, però, è certa: il meglio e il peggio della sua vita hanno avuto inizio nell'istante esatto in cui ha conosciuto Emma Gould, la donna del boss più potente della città, quello contro cui Joe non avrebbe mai dovuto mettersi. Nell'America senza freni degli Anni Ruggenti, quelli come Joe si muovono nella notte, dove la Legge non conta ma chi conta può dettare le proprie regole, dove il denaro e il potere possono darti l'ebbrezza dell'onnipotenza ma devi essere pronto a pagarla a caro prezzo. Perché nessuno è disposto a salvarti e tutti possono tradirti. Astro nascente della malavita a soli vent'anni, Joe sa benissimo che ogni sua scelta potrebbe essere fatale. E allora tanto vale giocarsi tutto nel presente, nell'intensità dell'attimo. Anche a costo di rischiare tutto per una follia, per un'emozione che arriva a scardinare tutti i piani. È l'istinto a dirti per cosa vale la pena vivere o morire. Mentre i gangster rivali cercano di farlo fuori o di averlo dalla loro parte, Joe inizia la sua ascesa ai vertici del crimine organizzato. Il viaggio che lo porta dalla Boston glamour dell'età del jazz alle strade roventi di Cuba, passando per il sensuale quartiere latino di Tampa, è anche un viaggio nell'America del proibizionismo, tra case da gioco e distillerie clandestine.