Gennaio 1497. L'arrivo di alcune lettere anonime contenenti inquietanti insinuazioni getta la corte di papa Alessandro VI nello scompiglio. A Milano, nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, Leonardo da Vinci starebbe ultimando la realizzazione di un'opera dal contenuto blasfemo se non addirittura diabolico. L'affresco dell'"Ultima cena", infatti, presenta anomalie a dir poco sconcertanti: sul capo di Cristo e degli apostoli non vi è traccia di aureola; sulla tavola non si vedono il pane e il vino dell'eucarestia; e come se non bastasse l'artista ha avuto l'ardire di ritrarre se stesso nell'atto di dare le spalle a Gesù. Padre Agostino Leyre, inquisitore domenicano esperto nell'arte di interpretare messaggi cifrati, viene inviato d'urgenza nella città lombarda con il compito di fare chiarezza e di scoprire cosa abbia spinto il maestro toscano a stravolgere il testo biblico e a disattendere le aspettative dei committenti. E se Da Vinci fosse un eretico? Mentre una serie di efferati delitti semina il panico dentro e fuori le mura di Santa Maria delle Grazie, con il procedere delle indagini appare sempre più chiaro che l'"Ultima cena" nasconde un messaggio capace di sfidare i fondamenti stessi della dottrina cristiana. A quindici anni dalla sua prima comparsa, torna il romanzo in una nuova edizione ampliata e arricchita da immagini.
Ogni casa ha i suoi segreti. Ogni cuore le sue ombre. Inghilterra, 1865. Rimasta vedova e incinta del primo figlio, la giovane e inquieta Elsie parte alla volta della tenuta del marito insieme alla zitellissima cugina di lui, Sarah. Ma in quell’angolo di campagna inglese remoto e inospitale, l’opportunità di trascorrere in pace il periodo del lutto diventa qualcosa di molto più simile a una prigionia: un esilio opprimente in attesa che l’amato fratello Jolyon giunga da Londra a salvare Elsie dall’isolamento e dalla noia. A distrarre lei e Sarah dalla cupa atmosfera in cui sono sprofondate, solo l’intrigante diario di un’antenata dei Bainbridge, Anna, vissuta e tragicamente morta più di duecento anni prima; e la stanza in cui giacciono ammassate decine di figure di legno dalle sembianze realistiche e straordinariamente inquietanti. Quegli “amici silenziosi” che Anna si procurò allo scopo di deliziare ospiti illustri, presto costretti a ripartire in circostanze mai del tutto chiarite. A lungo in testa alle classifiche inglesi, acclamato tanto dai lettori quanto dai critici, Gli amici silenziosi è un piccolo gioiello nel solco di intramontabili classici quali Giro di vite e Rebecca la prima moglie. Un noir dalle sfumature gotiche modernissimo e sapiente nell’evocare psicologie e atmosfere. «La lettura perfetta per una notte d’inverno.» - The Guardian «Conturbante e irresistibile.» - The Times
La Guerra evocata in tutta la sua insostenibile concretezza, in tutto il suo peso, il suo orrore e la sua assurdità. «Le cose che portiamo» è questo e molto di più. Attraverso le vicende di un immaginario plotone di soldati impegnato a combattere nella giungla vietnamita, Tim O'Brien consegna al lettore una riflessione in forma narrativa sui temi della memoria, della verità e del potere del narrare. Un atto d'accusa contro tutte le guerre...
Quando una coppia in divisa bussa alla sua porta, Manuel, scrittore di successo ossessivamente dedito alla stesura del prossimo bestseller, intuisce all'istante che dev'essere accaduto qualcosa di grave ad Alvaro, l'uomo che ama e al quale è sposato da anni. E infatti il corpo senza vita del marito è stato ritrovato al volante della sua auto, inspiegabilmente uscita di strada tra le vigne e i paesaggi scoscesi della Galizia, a chilometri di distanza dal luogo in cui Alvaro avrebbe dovuto trovarsi al momento dell'incidente. Sconvolto, Manuel parte per identificare la salma. Ma giunto a destinazione si ritrova invischiato in un intrico di menzogne, segreti e omissioni che ha al centro la ricca e arrogante famiglia d'origine del marito. Con l'aiuto di Nogueira, poliziotto in pensione dal carattere ruvido, e di Padre Lucas, il prete locale amico d'infanzia di Alvaro, Manuel indaga sulle molte ombre nel passato dei Muñiz Dávila e sulla vita segreta dell'uomo che si era illuso di conoscere quanto se stesso.
Ferite. Traumi inflitti dall'uomo o dall'ambiente circostante. È così che nasce il legno di betulla più bello e ricercato: dallo sforzo del tronco di riparare se stesso, stagione dopo stagione, cicatrice dopo cicatrice. E di traumi non è certo privo il passato di Edvard, ritrovato appena treenne a chilometri di distanza dalla località della Somme in cui entrambi i genitori misteriosamente morirono. Da quel giorno Edvard è cresciuto con i nonni paterni in una piccola fattoria della Norvegia, non lontano dal bosco di betulle appartenuto allo zio Einar. Ma di Einar - fratello del nonno e fine ebanista inghiottito dalla violenza della Seconda guerra mondiale - Edvard sa poco o niente, come di tutta la sua complicata famiglia. Quando il nonno, taciturno e protettivo custode di troppi segreti, muore all'improvviso, ad attenderlo c'è una bara di legno pregiato. E se il feretro fosse opera proprio di Einar? Ansioso di dare risposta alle domande che da sempre lo assillano, Edvard parte per un viaggio che dai paesaggi collinosi del Gudbrandsdalen lo porterà fino alle isole Shetland e poi in Francia, sulle tracce dello zio e di una preziosa, inattesa eredità.