Per Israele, Isaia è il profeta della consolazione… Le omelie rabbiniche su Isaia, raccolte nella Pesikta rabbati, commentano i testi di Isaia con altri passi della Scrittura, poiché, unendo i due testi, da questi scaturiscono scintille di luce che illuminano e consolano coloro che ascoltano. Infatti, in tutti i testi biblici si può cercare la consolazione della Scrittura (Rm 15,5), come fa Paolo nella sua predicazione: offrire una parola di esortazione al popolo (At 13,15).
Questo è anche il mio desiderio. Queste pagine, sulla scia del libro di Isaia, sono un invito ad una lettura personale della Scrittura, poiché in essa lo Spirito Santo ha impresso il suo sigillo, rendendola eterna. Come dice Isaia: “Veramente il popolo è come l’erba. Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (40,8).
Il desiderio primo e ultimo di Dio è portare a termine il suo disegno di salvezza degli uomini: "Dio, nostro salvatore, vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità". Paolo esulta davanti a questo disegno di Dio che va dalla creazione fino alla consumazione nella vita eterna: "Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi."
Beato colui che ascolta la parola del Discorso della montagna e crede in essa. Beato chi la accoglie e la riceve nel suo cuore come un seme. Beato chi la lascia germinare dentro di sé. La parola accolta con fede dà frutto: il regno dei cieli, il possesso della terra, la consolazione di Dio, la misericordia divina, la filiazione divina, la vita eterna.
L'autore, attraverso lo studio rigoroso di tutti i passi della Scrittura che si riferiscono a Maria, arriva a rimotivare la devozione a Maria purificandola dal sentimentalismo vago. Dopo la lettura di questo libro il cuore vibra di gioia e lo sguardo su Maria diventa limpido e grato.
Il Cantico dei cantici è un sublime canto all'amore dell'uomo e della donna quale riflesso, immagine e segno dell'amore di Dio agli uomini. È un canzoniere di nozze, che canta la bellezza della sposa e dello sposo, e la gioia del loro amore. Certamente non canta l'amore erotico di un incontro occasionale, ma l'amore permanente, "più forte della morte".
Per rispondere a questo clamore della nostra società, bisognosa di Dio e di valori morali, offro questo libro sul Decalogo, come parola di vita e libertà per l'uomo. Come teologo - scriba diventato discepolo del Regno - ho voluto "estrarre dal tesoro cose nuove e cose antiche" (Mt 13,52). Nell'arca dell'alleanza si custodiva il Decalogo. "Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, sono essi la gioia del mio cuore" (Sal 119,105.111). Ho cercato, scrutando la Scrittura, il senso originale del Decalogo nell'alleanza di Dio con gli uomini. E l'antico si è illuminato con la novità di Cristo e della sua nuova alleanza, sigillata nel suo sangue e vissuta nella Chiesa, dalla quale ho raccolto soprattutto il magistero di Giovanni Paolo II e del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. Questo libro è diviso in due parti: il Prologo e il Decalogo. Il prologo inquadra e dà senso ai dieci comandamenti che, nella seconda parte, sono commentati uno per uno. Auspico solo che, come ci raccomanda Giovanni Paolo II nell'omelia con la quale inizio questo prologo, ascoltiamo Maria, la Chiesa, che ci dice: "Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). Facendo ciò che Egli ci dirà sperimenteremo la gioia del "vino nuovo e migliore" del Vangelo, che ci manca e col quale sarà saziata la nostra sete di Dio, di Verità, di Luce, di Libertà, di Vita.
Elia oggi è vivo. Si rende presente nella nostra storia. Ognuno degli déi della mitologia è forse un simbolo, ma è morto senza aver vissuto. Elia, come Isaia o qualunque profeta della Scrittura, è una voce, vive per sempre, le sue parole risuonano dentro di noi oggi. Elia è una persona viva e non una semplice immagine. È "un uomo come noi" (Gc 5,17). Perciò ha una parola che trasmettiamo infondendola nell'intimo del nostro essere. Quando Dio decise di chiamare a sé il suo profeta, lo rapì in un turbine di fuoco. Eliseo e anche i giovani discepoli dei profeti sapevano che era giunto il giorno della dipartita di Elia. Ne parlavano tra loro con sussurri. Ma accadde improvvisamente; mentre Elia e il suo servo e discepolo camminavano, scambiando qualche parola tra una pausa di silenzio e l'altra, un carro di fuoco, con cavalli di fuoco, si interpose tra loro ed Elia scomparve. Era successo tutto in un batter d?occhi. Eliseo guardava e guardava e d'improvviso si vide solo. Il suo maestro lo aveva abbandonato, salendo in cielo tra fiamme. Dalla sua gola sgorgò, incontrollabile, un grido di dolore: "Padre mio! Padre mio!"...
Con questo libro l'Autore cerca di motivare i sacerdoti, responsabili di presiedere la celebrazione eucaristica, affinchè celebrino adeguatamente, compiano i gesti sacri e pronuncino le parole sante con devozione e rispetto.
Il volume che presentiamo, dal significativo titolo, non vuole essere un libro teorico, nè si tratta di una esposizione completa sull'Eucaristia. L'Autore cerca coraggiosamente di stimolare e motivare i sacerdoti, responsabili di presiedere la celebrazione eucaristica. Parla dell'Eucaristia "che il Signore ci ha comandato di celebrare". Essa è il suo testamento, la sua eredità, la sua memoria.
Il Siracide – scritto verso il 180 – è l’unico libro dell’Antico Testamento con la firma del suo autore: Gesù Ben Sira (51,30). Il suo scritto, che fa parte dei libri sapienziali dell’epoca postesilica, si compone di istruzioni relative alla vita, trasmesse dal maestro al discepolo, come insegnamenti di un padre a suo figlio.
Una raccolta di lettere semplici e sincere che testimoniano i frutti prodotti dalla Parola annunziata, ascoltata e meditata dai detenuti.
...il titolo del volumetto: "In carcere ma liberi!" è una certezza e una speranza, liberi nel cuore perché l’ascolto della Parola rende tali e liberi nell'attesa di tornare nella comunità civile per essere uomini nuovi.
Ho potuto constatare personalmente il desiderio dei detenuti di ascoltare la Parola di Dio, difatti ogni qualvolta che ho visitato le carceri mi è sempre rimasto nel cuore il grido dei fratelli: “Dacci di quest’acqua”.
Nelle visite in carcere ho sperimentato la forza della Parola che seminata generosamente è destinata a portare frutti abbondanti.
Queste lettere semplici e sincere vogliono testimoniare i frutti prodotti dalla Parola annunziata, ascoltata e meditata.
Terza edizione del Cantico dei Cantici, il sublime canto dell'amore dell'uomo e della donna quale riflesso, immagine e segno dell'amore di Dio agli uomini. Il Cantico dei Cantici e' il sublime canto all'amore dell'uomo e della donna quale riflesso, immagine e segno dell'amore di Dio agli uomini. E' un canzoniere di nozze, che canta la bellezza della sposa e dello sposo, e la gioia del loro amore. Certamente non canta l'amore erotico di un incontro occasionale, ma l'amore permanente, piu' forte della morte", l'amore matrimoniale con tutto il fascino e i problemi quotidiani di un amore per sempre e senza ripensamenti. Questo amore diventa segno e immagine dell'amore di Dio... "
Una nuova edizione del Discorso della Montagna di Gesu' raccolto da Matteo. Il Discorso della Montagna e' il primo dei cinque grandi discorsi di Gesu' raccolti da Matteo. E' il primo non solo perche' occupa il primo posto, ma per il valore unico e singolare che possiede. La forza del suo contenuto e l'arte della sua composizione ne fanno la perla del Vangelo, il gioiello della fede cristiana. Nel Discorso della Montagna il cristiano ha la fotografia dell'uomo nuovo, dell'essere celeste che cammina su questa terra. E' l'abbozzo ultimato dell'opera d'aarte che lo Spirito di Cristo desidera realizzare in chi accoglie la sua Parola e segue le sue orme nel cammino della fede verso il regno di Dio. E' lo schizzo dell'uomo celeste che la grazia di Cristo realizza, mediante il dono dello Spirito Santo, in coloro che si mettono nelle sue mani e si lasciano modellare da Lui...
Documenti del Magistero della Chiesa sulla Nuova Evangelizzazione.
Un testo di patristica sull'Apocalisse. La parola apocalisse (Ap. 1,1), trascrizione letterale del termine greco, significa rivelare, togliere il velo che copre una cosa e la nasconde agli occhi. Apocalisse significa, dunque, rivelazione e non catastrofe; è essenzialmente la rivelazione fatta da Dio agli uomini di cose nascoste e che solo Lui conosce.
L'autore attraverso lo studio rigoroso di tutti i passi della Scrittura che si riferiscono a Maria, arriva a rimotivare la devozione a Maria purificandola dal sentimentalismo vago e aprendola alla bellezza della missione affidata da Dio alla Vergine. Il Concilio Vaticano II cosi commenta: La beata Vergine avanzo nella peregrinazione della fede e conservo fedelmente lasua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv 19,25), soffrendo profondamente col suo Figlio unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrificio, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Cristo Gesu morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: "Donna, ecco tuo figlio!" (Gv 19,26-27)" (Lumen Gentium, 58). Per questo motivo ogni vero discepolo di Gesu si mette alla scuola di Maria: e Maria conduce a Gesu attraverso la via dell'umilta e della docilita senza riserve. "
Il testo spiega la solidita' e le basi storiche, religiose e fisiologiche" del decalogo. "
Un testo sulla famiglia, con una conversione della mente e del cuore. Alla ingiustizia originata dal peccato - profondamente penetrato anche nelle strutture del mondo di oggi - e che spesso ostacola la famiglia nella piena realizzazione di se stessa e dei suoi diritti fondamentali, dobbiamo tutti opporci con una conversione della mente e del cuore, seguendo Cristo Crocifisso nel rinnegamento del proprio egoismo: una simile conversione non potra' non avere influenza benefica e rinnovatrice anche sulle strutture della societa'... (Giovanni Paolo II).
Il libro di Giobbe e un poema sinfonico nel quale varie voci si uniscono per penetrare nel mistero del dolore umano, nel mistero di Dio che permette la sofferenza dell'uomo.
Antologia di testi dei Padri della Chiesa, che hanno come tema il Padre Nostro, cuore della preghiera e dell'etica cristiana. Il Padre Nostro ha fatto parte, fin dalle origini, della catechesi dei primi secoli. La presente antologia permette al cristiano d'oggi di ritrovare il fervore e la freschezza delle fonti. Sia Tertulliano sia Gregoriuo di Nissa spiegano chiaramente che il Pater e il compendio di tutto il Vangelo". "
Con queste pagine l'autore vuole aiutare a penetrare nel senso della confessione originale della fede che è il Credo apostolico.