Vengono quì pubblicati a completamento dell?opera Omnia, la Cronologia e la Bibliografia Ambrosiana, uno strumento indispensabile per muoversi nel vasto orizzonte degli studi su Ambrogio.
Introduzione, traduzione, note e indici di Gabriele Banterle.
Introduzione, traduzione, note e indici di Gabriele Banterle.
Introduzione, traduzione, note e indici di Gabriele Banterle.
La critica finora ha prestato poca attenzione al De paradiso (= par.) e al De Cain et Abel (= Cain et Ab.) di Ambrogio. Chi voglia averne qualche notizia deve ricorrere per lo più alle storie generali della letteratura cristiana antica, alle patrologie o alle biografie ambrosiane; e troverà, come è naturale attendersi da opere di tal genere, qualche breve informazione concernente la cronologia, il contenuto, il carattere o le fonti dei due scritti.
A prescindere da quanto è detto, in una prospettiva prevalentemente filologica, nell'introduzione alla prima (e fino ad oggi unica) edizione critica, quella di Karl Schenkl, solo l'ultima delle questioni di cui si è detto, la questione delle fonti, ha attratto l'interesse degli studiosi. Citate in lavori che riguardano il pensiero di Ambrogio in riferimento a singoli passi, le due opere, innsé e per sé, si può ben dire siano state trascurate.
Raccolta di orazioni funebri.
Cenni generali
Nel De Abraham Ambrogio offre di sé un'immagine forse più completa che in qualsiasi altra singola opera. Trattandosi di un medesimo soggetto, egli mostra la sua ben nota inclinazione alla predicazione morale e dà prova delle sue doti di grande esegeta della Sacra Scrittura.
Sull'autenticità non esiste alcun dubbio. I due libri del De Abraham certamente sono compresi da Cassiodoro fra i sette conosciuti con il titolo De patriarchis e degli stessi si fa esplicita menzione nel De Ioseph.
Come per la maggior parte delle altre opere ambrosiane, il problema della datazione rimane insoluto e fra gli studiosi sembra essersi diffusa in proposito una certa rassegnazione. In effetti la ricerca di punti di riferimento esterni è stata finora infruttuosa e il tentativo di utilizzare gli elementi offerti dalla lettura dell'opera non ha dato risultati precisi, anche perché si è scontrato con l'incertezza che circonda quasi tutta la produzione del Vescovo milanese. In Abr. II 1, 1 si rinvia a De paradiso 2, 11, la cui composizione risale al periodo immediatamente successivo all'elezione episcopale e perciò è situata nel 375 o, al più tardi, nel 377.
Il riferimento di Abr. I 5, 33 4 a De excessu fratris II 96 potrebbe meglio precisare il termine post quem se fossimo certi che l'orazione funebre è stata pronunciata, o piuttosto redatta, nel febbraio del 378, ma nemmeno questa data è sicura.
Quanto all'argomento, il secondo libro appare a prima vista come un duplicato del primo, ma per quanto riguarda il metodo esegetico, il contenuto dottrinale, i destinatari e probabilmente anche la fonte, i due libri sono profondamente diversi.
Isacco o l'anima - il bene della morte - Giacobbe e la vita beata - Giuseppe.
Roma, 1980; pagine 312, cm 16x24,5.