"Questo volume raccoglie le ricerche, che ho condotte con prospettiva unitaria, anche se in occasioni diverse, intorno ai problemi della responsabilità e della comunità umana. Il nesso tra i due problemi è assai stretto. La responsabilità è sempre e soltanto individuale, ma il suo orizzonte operativo è sempre e soltanto la relazione sociale. Reciprocamente, la relazione sociale è concreta e positiva solo come limite di possibilità delle responsabilità individuali. L'appello alla responsabilità conta tra le esigenze più urgenti della età contemporanea ed emerge fondamentalmente a tre distinti livelli: metafisico, scientifico e politico." (l'autore). Premessa di Giuseppe Cantillo.
"I princìpi primi, gli assiomi, le regole di calcolo, le procedure di formalizzazione, le proposizioni e i loro legami sintattici, tutto ciò che, in breve, costituisce il contenuto e le strutture delle scienze obbiettive, presuppongono gli uomini esistenti (scienziati e no) coi loro bisogni materiali, con le loro necessità di ordinata convivenza, con le loro aspirazioni alla chiarezza e alla comprensione razionale. Non c'è scienza senza coscienza e non c'è coscienza senza l'essere dell'uomo al mondo".
"La resistenza alla legge del tempo, l'isolamento dalla relazione o l'inserimento in questa in modo da renderla ulteriormente impossibile sono le forme diverse di presentazione del male, la cui possibilità è interamente racchiusa nell'ambito della relazione esistenziale. In fondo, quello che si dice male è l'errore sotto il profilo etico e l'errore, sia etico che gnoseologico ed estetico, è sopraffazione della relazione da parte di un termine della relazione stessa, è la superaffermazione solitaria di un termine della relazione che annulla la relazione. Errare è deviare, uscire dall'ordine e dalla coerenza relazionale".