L’emergenza educativa in cui è immersa la nostra società sfida educatori ed educatrici a riscoprire l’arte dell’accompagnamento dei giovani e delle giovani come dimensione costitutiva e imprescindibile dell’educazione.
Collocandosi nell’orizzonte del “Sistema preventivo” di san Giovanni Bosco quale “incomparabile esempio di umanesimo pedagogico cristiano” e a partire da diversi approcci disciplinari, nel presente volume si descrive l’accompagnamento quale sorgiva esperienza di comunione, stile di rapporti alimentati e fecondati dall’affetto espresso in un clima di famiglia, impegno in un cammino di crescita verso la pienezza umana e cristiana.
Accompagnare alla sorgente i giovani e le giovani, compito difficile, ma anche esaltante perché interpella la libertà e il senso di responsabilità di ciascun educatore ed educatrice nei confronti delle generazioni di domani. Ci si augura che la presente pubblicazione possa essere un piccolo, ma significativo contributo per rianimare la speranza e rinnovare il coraggio a camminare insieme verso la Sorgente.
Il volume offre una panoramica delle scelte operate dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a livello del governo centrale, nel campo dell’animazione della Pastorale giovanile, intesa come il servizio che la comunità ecclesiale realizza sotto la guida dello Spirito di Gesù, per dare pienezza di vita e di speranza alle nuove generazioni e per aiutarle nelle loro concrete situazioni esistenziali a incontrare Cristo e a rispondere al dono gratuito della salvezza.
Nell’attuale contesto attraversato dalla ricerca di significato, da nuovi orizzonti antropologici, invocante giustizia ed equità nelle relazioni tra i popoli, la scommessa sul futuro si radica nella riscoperta continua del passato perché la proposta educativa del carisma salesiano possa esprimersi in tutta la sua ricchezza.
La ricerca condotta da Mara Borsi per l’Ambito per la Pastorale giovanile si rivolge alle/agli operatori di pastorale e a quanti hanno a cuore la loro formazione.
La Pastorale giovanile delle Figlie di Maria Ausiliatrice si presenta come realizzazione concreta della missione educativa che, radicata nel dono carismatico, trova in Cristo Signore, e in Maria sua Madre, i riferimenti fondamentali per la maturazione della personalità, la scoperta del progetto di vita e la costruzione di un mondo più umano, solidale e rispettoso del creato. Una pastorale fortemente radicata nell’esperienza ecclesiale, in cui si riconosce il primato dell’evangelizzazione che impegna a favorire l’incontro esplicito e cosciente delle/dei giovani con Cristo. Il rinnovato riconoscimento dell’importanza dell’educazione ribadisce l’originalità della Pastorale giovanile salesiana chiamata oggi, in un clima di crisi di significato e di speranza, a costruire reti educative, valorizzando una pluralità di figure e di istituzioni.
In occasione del centenario della morte del Beato Michele Rua (1910-2010), l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice presenta ad un più vasto pubblico le lettere e le circolari che egli indirizzò alle educatrici salesiane.
Intende così rievocare alcuni aspetti del contributo dato dal primo Successore di don Bosco allo sviluppo della Congregazione, in un tempo di cambiamenti sociali e istituzionali.
Si tratta di una documentazione in gran parte inedita che rivela, con tocchi sobri e discreti, l’affetto di un padre, la saggezza di una guida, il realismo di un educatore, la spiritualità di una persona appassionata di Dio e dell’estensione del suo Regno.
L’intento della corrispondenza è quello di favorire la fedeltà allo spirito di don Bosco, rafforzare l’unità dell’Istituto e il senso di appartenenza ad una grande Famiglia, in un tempo in cui era forte la spinta di espansione nelle varie nazioni e continenti. Era dunque necessario potenziare i vincoli di comunione e soprattutto mantenere salda la convergenza sui principi fondamentali che avrebbero garantito l’unità dell’Istituto nella molteplicità delle sue espressioni.
Nei suoi scritti don Rua si mostra tempestivo nelle risposte, concreto e saggio nei riscontri. Suggerisce con discrezione le scelte che gli paiono più opportune, ma in genere si rimette al parere dell’interlocutrice facendo appello alla sua conoscenza delle persone e delle situazioni.
Il tono, sempre improntato a deferenza ed umiltà, anche quando invita a pagare i debiti, crea immediata simpatia e autentica comunicazione interpersonale, tanto più quando la serietà del messaggio è intersecata da battute di vivo colore e di autentico humor.
Che cosa è il noviziato e come può essere presentato alle nuove generazioni che si affacciano alla vita religiosa? È un tempo di ‘prova’ o di messa alla prova? È un tempo ‘iniziatico’, dunque ‘misterioso’ e ‘sacro’ che toglie alle persone la possibilità del contatto con la vita e il mondo per una esperienza di full immersion nella vita consacrata alla sola presenza di Dio? Ha ancora senso riproporre oggi tale esperienza che, agli occhi di una cultura laica e laicista, è vista come una sorta di mistica trasformazione delle personalità plasmate in modo da perdere ogni colore identitario? Cosa può significare realmente l’iniziazione alla quale il noviziato intende accompagnare la persona perché scelga in maniera decisiva di seguire Gesù nella professione dei consigli evangelici?
È attorno a questi interrogativi che è stato progettato un percorso di formazione per maestre di noviziato delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nell’intento di ripensare la formazione e di ri-progettare, a partire dai nuovi e variegati contesti culturali, dei percorsi formativi ‘inculturati’.
Il focus di tutti i diversi contributi presenti nel volume è sul noviziato e sui modelli di formazione che lo strutturano come tappa di un processo formativo più ampio e come ‘luogo-spazio-temporale’ che consente l’attivazione di processi di crescita vocazionale.
Sullo sfondo l’istanza prioritaria di una responsabilità condivisa, l’urgenza di uscire da una privatizzazione o individualizzazione eccessiva della formazione che rischia di scadere in un protagonismo autoreferenziale.
La formazione è una questione profondamente relazionale e comunitaria: ben venga allora la tipica e carismatica pedagogia d’ambiente che ha caratterizzato le comunità formative delle origini.
Il volume è la sintesi di un processo che ha coinvolto le comunità educanti dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice nella ricerca delle risposte più adeguate ai bisogni delle giovani generazioni in difficoltà.
Pur essendo il frutto di nove anni di confronto e di lavoro con l’intenzione di focalizzare il rapporto Sistema preventivo e situazioni di disagio, la pubblicazione non è tuttavia una cronaca, non sono gli atti dei diversi seminari realizzati, quanto piuttosto la ricostruzione paziente e attenta delle esperienze in atto, una ricerca strategica per comprendere e trasformare la pratica educativa con bambine/i, adolescenti e giovani in situazione di disagio, tanto rispondente alle finalità della missione salesiana, in un sapere sistematizzato che possa dare luce e forza alle intuizioni e alle certezze delle educatrici e degli educatori.
La rilettura del Sistema preventivo che viene presentata parte dalla persona in difficoltà, cioè dalla pratica educativa che scaturisce dalla vita, tenendo tuttavia conto dei presupposti delle scienze umane, dei fondamenti pedagogici salesiani e delle implicanze pratiche caratteristiche dei diversi contesti socioculturali.
La riflessione, il confronto e gli approdi a cui si è giunti, sono il frutto di una feconda sinergia che ha posto in dialogo gli Ambiti per la Pastorale Giovanile e per la Famiglia salesiana dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium», i laici, le laiche e le religiose salesiane che nelle comunità educanti diffuse nei diversi continenti assicurano un ambiente in cui si opera un’originale sintesi di educazione ed evangelizzazione.
Il desiderio più profondo è che la lettura di questo contributo aiuti i lettori a scoprire il valore e la ricchezza racchiusi nella vita delle bambine, dei bambini, della gioventù in situazione di disagio e che la proposta del Sistema preventivo – cuore del carisma salesiano – offerta in forma rinnovata, ma con la stessa intensità di donazione di don Bosco e Maria Domenica Mazzarello, oggi come ieri, trasformi le educatrici e gli educatori e permetta a tutti di riscoprire la dignità dei più poveri e la valenza educativa del metodo salesiano come risposta di amore e proposta di salvezza integrale per la vita e la speranza di tante/i giovani.
La presente pubblicazione si propone di raccogliere contributi sul Sistema Preventivo di don Bosco elaborati all’interno dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Le FMA, sin dagli inizi, si sono dedicate all’educazione delle ragazze e dei bambini con una modalità congeniale al loro modo di essere. Esse si sono rivolte all’educazione della donna secondo la finalità dell’Istituto e la consegna data loro da don Bosco: realizzare per le ragazze quanto i Salesiani facevano per i ragazzi. Tale consegna è stata coniugata con le risorse femminili e con le esigenze dell’educazione della donna e dell’infanzia, mediante un’attiva presenza nell’ambito della scolarizzazione e dell’evangelizzazione. Osservando la loro tradizione educativa a livello mondiale, si costata che esse hanno maturato una loro ermeneutica del Sistema Preventivo che si è andata approfondendo nel tempo, in rapporto alle persone e alle situazioni culturali.
I contributi presentati in questo volume sono articolati in tre parti tra loro strettamente concatenate. Nella prima si mette in luce come lungo le varie fasi della storia dell’Istituto la fedeltà allo "spirito di don Bosco" è stata sempre considerata chiave interpretativa del Sistema Preventivo. Si presentano, poi, due aspetti del metodo educativo di don Bosco: in prospettiva psicologica, si evidenzia il fondamento materno della personalità dell’educatore piemontese e i suoi modelli di identificazione che l’hanno guidato a passare dall’esperienza della perdita del padre ad un progetto di paternità educativa; infine, con un approccio pedagogico, si mostra un aspetto poco noto del sistema educativo salesiano: l’educazione alla riconoscenza e i fattori che la possono favorire.
Nella seconda parte l’attenzione è polarizzata sulla figura di Maria Domenica Mazzarello considerata come educatrice in piena sintonia con il Sistema Preventivo di don Bosco, ma con una sua specifica originalità. La sua, infatti, è un’adesione libera e creativa al progetto educativo salesiano per adeguarlo al mondo femminile.
Nella terza parte si presentano alcuni sviluppi dell’interpretazione del Sistema Preventivo a partire dallo studio dei Capitoli generali dell’Istituto e delle Costituzioni del medesimo. Inoltre, si offrono alcuni contributi di madre Antonia Colombo, Superiora generale dell’Istituto, che documentano un ripensamento del Sistema Preventivo alla luce del modello antropologico della reciprocità.
Sul monte Sinai il Signore manifestò a Israele la sua identità di "popolo di Dio" scaturita dalla relazione di alleanza e sul monte della Galilea Gesù delineò il volto dei cittadini del Regno. La corsa della Parola proclamata dal monte delle beatitudini duemila anni fa giunge ai nostri giorni trasformando abitudini, mentalità, stili di vita, modo di organizzarsi, di sognare e di costruire responsabilmente il futuro delle nostre città. Questo volume raccoglie le meditazioni proposte in quei giorni. Nella prima parte la riflessione biblica è focalizzata sul tema della cittadinanza evangelica, nella seconda le meditazioni ruotano attorno alla Parola di Dio proclamata nella liturgia del giorno.