Che cosa è avvenuto nel rapporto tra le due parole liturgia e spiritualità? L’autore racconta una storia terapeutica: il gesto libero del re Davide che danza senza falsi pudori davanti all’arca (2Sam 6,13-14), per mostrare come già in un testo tanto antico fossero presenti alcune delle importanti intuizioni espresse dal Concilio Vaticano II in "Sacrosanctum concilium". Un percorso che mostra quanto la spiritualità cristiana sia per sua stessa natura sempre liturgica, biblica, fraterna ed ecclesiale. Ogni gesto liturgico cristiano non ha bisogno di distinguere tra partecipazione interiore ed esteriore, corporea e spirituale. Partendo da alcuni esempi di rischiosa separazione (liturgia senza spiritualità e spiritualità senza liturgia), si rilegge la liturgia come «fonte primaria, prima scuola, primo dono, primo invito» (Paolo VI).
Un saggio sull’architettura liturgica che si fa diario; un cammino di ricerca sulla relazione tra spazio e rito che si fa racconto. Francesca Leto ci conduce in un viaggio scandito dall’anno liturgico nel quale, giorno dopo giorno, incanto e stupore aumentano: la pietra, gli stucchi, le vetrate e gli alti campanili prendono pian piano parola. Il mondo statico dell’architettura ecclesiastica e degli oggetti rituali si risveglia. E danza, fluttua, tra luci e canti, penombre e silenzi, incenso e processioni, nella vitalità delle azioni liturgiche. I grandi o piccoli edifici, chiese parrocchiali o cappelle monastiche descritti in questo taccuino rivelano il mondo come ambiente divino. Francesca è partita con la curiosità di un architetto e la fiducia di un pellegrino. Conoscere l’architettura sacra attraverso il suo racconto è scoprire un mondo dove Dio abita con il suo popolo.
Destinatari
• tutti • operatori pastorali e collaboratori liturgici • amanti dell'arte e architettura
Autore
Francesca LETO è architetto e dottore in teologia con specializzazione in liturgia pastorale. Tiene lezioni e corsi in diversi istituti e facoltà teologiche. È vincitrice della VI edizione Concorso progetti pilota CEI per la costruzione di una nuova chiesa. Partecipa in qualità di architetto e/o liturgista a numerosi concorsi per nuove chiese. Si occupa di adeguamenti liturgici. È autrice di vari articoli in riviste e pubblicazioni.
La liturgia è come un pozzo al quale attingere, come da una sorgente, l’acqua viva della salvezza. Ma come poter abbeverarci, senza nulla con cui attingere? La convinzione che anima le pagine di questo saggio è che la coppa attraverso cui abbeverarci dello Spirito sia nient’altro che la nostra umanità, fatta di sensi e di sentimenti. Portando noi stessi al pozzo della liturgia, noi facciamo del nostro corpo il luogo dell’incontro: un incontro sensibile allo Spirito, che accende di luce i sensi del corpo e di amore i sentimenti del cuore. Il breve viaggio alla scoperta dell’importanza dei sensi e dei sentimenti nella liturgia ci conferma di quanto il modello liturgico scaturito dalla riforma del Concilio Vaticano II sia ancora tutto da scoprire e valorizzare, nelle sue ricchezze e nelle sue potenzialità.
Nella nostra epoca definita post-moderna, il linguaggio sembra aver perso il suo riferimento alla realtà, le emozioni predominano e il mondo ci appare frammentato. La musica e il canto nella liturgia possono ancora giocare un ruolo nell'avvicinare i fedeli al mistero di Dio? Quando si canta, si suona e si ascolta si vive un'esperienza concreta, reale, totalizzante, ricca di emozioni, sentimenti, suoni e immagini; la potremmo chiamare «immersiva»: è l'esperienza del rito. Un breve saggio che si propone di andare al cuore del problema per individuare quale apporto musica e canto possono offrire al celebrare.
Il primato del tempo sullo spazio è uno dei felici ritornelli di papa Francesco.
Ma in che cosa consiste questa priorità del tempo Che cosa può offrire la tradizione cristiana al modo di vivere il tempo dell’uomo tardo moderno
L’autore cerca di rispondere a queste e altre domande partendo dalla grandiosa comprensione del tempo e della sua articolazione offerta dalla tradizione della chiesa, reinterpretando la nozione di tempo e ritrovando la differenza tra tempo festivo , tempo libero e tempo del lavoro per giungere ad assaporare, in modo non fondamentalistico, il valore originario della festa.