Il giardino della memoria affonda le radici nella cronaca di uno dei più efferati delitti mafiosi degli ultimi decenni: il rapimento del tredicenne Giuseppe Di Matteo e il suo assassinio, due anni dopo, l’11 gennaio 1996.
Io narrante di questa drammatica storia è un regista teatrale che accetta l’incarico di scrivere una pièce su quell’omicidio e per farlo si concentra sui 779 giorni di prigionia del ragazzo.
Al suo racconto si alternano e si accompagnano come un coro da tragedia la ‘ voce’ della vittima stessa, Giuseppe, e quelle fissate nella trascrizione di ampi stralci degli atti giudiziari del processo. Emerge così con crudezza l’assurdità di ciò che ci piacerebbe poter pensare solo frutto della fantasia mentre è realmente accaduto.
Un'infanzia che trascorre tra le mura di casa, ma insieme a tanti libri. Poi la casa diventa una libreria, a Marrakech, e un giorno la libreria impara a camminare, diventa una carovana che porta libri, storie, autori in giro per i villaggi del Nord Atlante e del Sud del Marocco. Potrebbe essere la trama di un racconto fantastico... uno dei tanti che vengono da questo antichissimo paese, invece è una storia vera, quella di Jamila Hassoune, libraia di Marrakech e libraia nomade. Un'avventura iniziata negli anni Novanta che continua ancora e che viene qui narrata in forma di breve autobiografia e in una lunga conversazione con Santina Mobiglia. La voce di Jamila si alterna con le immagini che documentano gli incontri delle Carovane del libro e ripercorre, insieme alla sua storia, temi e momenti cruciali del Marocco contemporaneo.
Il commissario Barbara Gillo è tornata: pochi mesi prima aveva dato ottima prova del suo fiuto investigativo, sgominando ricchi criminali torinesi e conquistando l’amore dell’affascinante collega Zuccalà. Ma il destino cinico e baro la colpisce alle spalle: il commissario Zuccalà è a Palermo, circondato da climi (e donne) meno algidi, lontanissimo e irrecuperabile. Non le resta che dedicarsi al mistero della scomparsa di Tanzio Accardi, giovane scapestrato di buona famiglia improvvisamente svanito nel nulla, le cui tracce si fermano a Montecarlo. E alla morte di una giovane donna sciocca e ricchissima, il cui destino sembra legato a quello di un’altra donna, altrettanto ricca ma tutt’altro che sciocca, coinvolta in truffe ad altissimo livello...
Dopo il successo di L’assassino qualcosa lascia, un nuovo romanzo di Rosa Mogliasso, spumeggiante, ironico, crudo al punto giusto: un noir tutto italiano dallo stile che riecheggia la grande prosa di Fruttero & Lucentini.