L'idea di scrivere sui coniugi Sturzo nasce dal desiderio di far conoscere la loro dignità di modelli della fede familiare, mostrando che molti sono i legami tra gli sposi di oggi e questa famiglia del passato, vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento. Perché, così come esiste una genealogia fisica che introduce ogni uomo in un albero genealogico, allo stesso modo c'è una genealogia spirituale che ci trasmette la fede di chi ci ha preceduto.
Una vicenda umana, spirituale, ecclesiale, teologica unica; l'avventura di un incontro, non casuale, a Basilea in Svizzera, tra un gesuita, Hans Urs von Balthasar e la mistica di Adrienne von Speyr.
Marija Skobcova (1891-1945), monaca e martire, è stata canonizzata dalla Chiesa ortodossa nel 2004. Dapprima socialista rivoluzionaria in Russia, viene successivamente costretta, con il marito e i figli, all'esilio a Parigi. Qui, guidata dal grande pensatore ortodosso Sergej Bulgakov, nel 1932 diventa monaca. La sua vocazione monastica sarà intesa non come allontanamento dal mondo ma più in consonanza con l'antico diaconato femminile come servizio da offrire, come "sacramento del fratello". Nel centro da lei fondato accoglierà infatti poveri, emarginati, rifugiati, ebrei perseguitati. Proprio per questo nel 1943 finirà nel campo di concentramento di Ravensbruck, dove morirà due anni dopo nella camera a gas. La sua vita, che corre lungo sentieri diversi, talvolta contrastanti, è un'intensa testimonianza di fede, dall'autentico valore ecumenico.
La vita di Teresio Olivelli (1916-1945).
I dieci anni più intensi e drammatici della vita di Galileo, culminanti con il processo del Sant’Ufficio, la condanna e l’abiura, rivivono, in questo romanzo di Luca Desiato, in una angolazione piena di suggestione e di pathos: il diario di Suor Maria Celeste, la figlia naturale che Galileo aveva avuto a Padova nel 1600 dall’amore di una popolana, e che sedici anni dopo aveva preso i voti nel monastero delle Clarisse di Arcetri. Desiato fonda la sua ricostruzione romanzesca sulla base di 124 lettere di Suor Maria Celeste, di cui 97 scoperte nella seconda metà dell’Ottocento e pochissimo note. Ne esce una sorta di rappresentazione duplice e parallela: della vita del chiostro, con le stasi contemplative, le vibrazioni all’unisono con la natura colta nell’avvicendarsi delle stagioni e le crisi violente che talvolta sembrano sovvertire la scelta religiosa; e della vita di Galileo, segnata dagli intrighi e dai tranelli della Roma papale, in un periodo di sommovimenti sotterranei e di ciniche repressioni. Ma anche gli affetti familiari del grande scienziato vi trovano uno spazio coinvolgente: gli esordi scapestrati del figlio prediletto e l’assistenza devota di Suor Maria Celeste nella villa “Il Gioiello” ad Arcetri fino alla precoce morte di questa a soli 34 anni.
La singolarità di questo romanzo di Desiato è di evocare il clima di un’epoca e la dimensione grandiosa e quotidiana di Galileo attraverso un linguaggio ricco e vivido, che allude alle espressività del tempo senza cadere in pedantismi; e insieme di animare il racconto con particolari illuminanti e scorci umanissimi. Tema unificatore dell’opera è la rievocazione di una delle più belle vicende di tutti i tempi: un’appassionata storia di amore filiale.
Giuseppe Pontiggia
Luca Desiato è nato a Roma nel 1941. Ha vissuto alcuni anni in America Latina dove si è dedicato, tra l’altro, a studi teologici. Attualmente vive e lavora a Roma. Ha pubblicato Benito e il mostro (1977), Il Marchese del Grillo (1981), GaIileo mio padre (1983, Premio Grinzane Cavour e Premio Maria Cristina), Come il fuoco (1986, Premio Basilicata), Bocca di leone (1989), Storie dell’eremo (1990, Premio Chiara), Sulle rive del Mar Nero (1992, Premio Rhegium Julii e Frontino-Montefeltro), La notte deIl’angelo (1994, Premio Oplonti, Premio Penne), Giuliano l’apostata (1997), DaI giardino murato (2002, Premio Elba), C’era una volta Trilussa (2004).
Il pensiero e la vita di Simone Weil rappresentano ancora oggi una sfida e una provocazione che non cessano di interrogare la nostra cultura. La figura di questa donna straordinaria e "controcorrente", destinata a gettare luce oltre il XX secolo, ci colpisce ancora e soprattutto in virtù della perfetta unità di pensiero, azione e contemplazione che contraddistingue il suo percorso esistenziale e spirituale. La sua inappagabile sete di verità e di giustizia la portò a condividere la sofferenza altrui e a cercare di pensare, sia in termini di etica politica che di fede, il drammatico problema della violenza, attraverso il quale si avvicinò al mistero della Croce di Gesù Cristo, che fu per lei una fonte costante e sublime di insegnamento. Proprio questa partecipazione diretta alle sofferenze degli uomini del suo tempo rappresentò il punto di partenza dell'originale itinerario mistico di Simone Weil, profondamente segnato dalla consapevolezza dell'inestricabile intreccio di bene e male, di reale e soprannaturale, di azione e contemplazione.