Il volume raccoglie gli Atti del Convegno, organizzato il 20 giugno 2022, dalla Facoltà di teologia dell'Università Lateranense e dall'Istituto Universitario Sophia sull'identità dei movimenti e delle nuove comunità nel cammino sinodale della Chiesa, in continuità con una precedente giornata di studio su Carisma e istituzione in movimenti e comunità ecclesiali, svoltasi nel 2018 al Palazzo della Cancelleria Apostolica a Roma. Il saluto del rettore della Pontificia Università Lateranense (Vincenzo Buonomo) ha avviato i lavori e la presidente del Movimento dei Focolari (Margaret Karram) ne ha indicato le attese a nome dei promotori dell'iniziativa: Comunità Cattolica Shalom, Nuovi Orizzonti, Fazenda da Esperança e Comunità dell'Emmanuele. Nella sessione di apertura il Presidente del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita (card. Kevin Joseph Farrell) volgendo lo sguardo alle sfide del terzo millennio si è soffermato sulla fedeltà dinamica al carisma, l'unità, la sinodalità e la missionarietà. Nella prima sessione, moderata dal decano della Facoltà di teologia dell'Università Lateranense (Riccardo Ferri), il focus è stato su formazione, dinamismo missionario e affidamento allo Spirito Santo (Mary Healy) e sul kairós del processo sinodale oggi per movimenti e nuove comunità (Piero Coda). Nella seconda sessione, moderata da Giovanni Tangorra, i promotori hanno offerto alla riflessione la propria esperienza di fondazione (Moysés Louro de Azevedo Filho, Chiara Amirante, Iraci Silva Leite), sviluppo (Michel-Bernard De Vregille) e incarnazione del carisma (Luigino Bruni). Nella terza sessione, moderata da Agostino Montan, il Prefetto del Dicastero per i Vescovi (card. Marc Ouellet) ha indicato i fondamenti teologici e pastorali per un governo ecclesiale più aperto allo Spirito Santo. Sono emerse nuove prospettive dal diritto canonico di istanza riformatrice (Elena Di Bernardo) e il Sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita (Linda Ghisoni) ha presentato nella dimensione comunionale della Chiesa polarità dialettiche tipiche traendo considerazioni pratiche da vivere. Nella sessione conclusiva alcune domande dei partecipanti hanno consentito di giungere a prime conclusioni di riflessione e d'azione, come ha sintetizzato la vicepresidente di Nuovi Orizzonti (Daniela Martucci).
Patrick De Pooter in quest'opera analizza la visione della Chiesa sui rapporti con la comunità politica alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, qualificata come "sana laicità", partendo dalla storia del rapporto tra Chiesa e Stato in Occidente nel corso dei secoli. Esamina l'autonomia della realtà temporale, fondamento della sana laicità, ne spiega le caratteristiche essenziali: la distinzione tra Chiesa e Stato, con le relative implicazioni di autonomia, indipendenza e collaborazione; il rispetto per un ordine morale oggettivo; la libertà religiosa; il pluralismo politico e la neutralità dello Stato nelle questioni religiose e filosofiche. In questo contesto chiarisce il ruolo specifico della Chiesa attraverso il giudizio morale. Dedica anche una riflessione al ruolo dei christifideles in politica. Analizza i principi e i valori dell'insegnamento sociale applicandoli al rapporto Chiesa-Stato. Infine, sottolinea l'importanza del dialogo e della collaborazione tra i rappresentanti della Chiesa e dello Stato alla luce della realizzazione della civiltà dell'amore.
Il concetto di persona ha attraversato la storia culturale dell'Occidente, trovando espressione in una serie di termini (sia nelle lingue classiche, sia in quelle moderne) il cui significato si è venuto progressivamente chiarendo in un processo storico-ermeneutico di sempre maggiore approfondimento. In confronto alla notevole mole di studi già dedicati alla tematica, il presente lavoro, da una parte, si inserisce tra le opere che affrontano la questione della persona considerando il percorso del suo sviluppo semantico, segnato dal passaggio dal referente antropologico - in età classico-ellenistica - a quello trinitario - nei primi secoli del cristianesimo - per poi tornare - attraverso la mediazione cristologica - a esprimere una rinnovata concezione dell'uomo, in una continua e inesauribile circolarità. Dall'altra parte, privilegiando l'ambito trinitario, lo studio intende cogliere e sviluppare il nesso tra persona e relazione, indagando la connotazione sempre più relazionale assunta dai termini indicanti la nozione di persona, nonché il parallelo ripensamento della categoria di relazione che, a partire da una dimensione esclusivamente accidentale, giunge ad avere una valenza "dialogica" e infine "trialogica". Il percorso è compiuto soffermandosi solo su quegli snodi ritenuti più significativi (dall'Antichità al Concilio di Nicea, dai Padri della Chiesa ai Dottori medievali, fino agli esiti contemporanei), in un dialogo tra istanze filosofiche e istanze teologiche, senza il quale l'idea di persona sarebbe difficilmente immaginabile.
Il contributo del prof. Armando Sannino sceglie come progetto pastorale meritevole di attenzione la Nuova immagine di parrocchia (NIP). Per verificare la validità del NIP, Sannino sceglie tre situazioni pastorali emblematiche: la parrocchia di Vajont, dell'Ave Gratia Plena di Napoli e di Arzachena in Gallura. La riuscita del NIP, in situazioni così diverse fra loro, si trova nella cosiddetta pastorale della moltitudine e in quella che Sannino denomina territorialità, il terreno dove il popolo, che è di Dio, cammina attraversando le vicende della storia e del tempo. Nel testo si riflette sulla necessità di promuovere stili pastorali che facciano della parrocchia una realtà ecclesiale missionaria nell'ottica della nuova evangelizzazione. Non è la prima volta che il prof. Sannino approfondisce la cosiddetta "pastorale dell'evangelizzazione". La "teologia pastorale" è stata uno degli ambiti più fecondi della Facoltà Teologica di Napoli, che ha visto docenti impegnati in prima linea, come Luigi Maria Pignatiello, Domenico Pizzuti e Ciro Sarnataro. Rallegra il cuore vedere che uno dei suoi studenti, da alcuni anni docente presso l'Istituto Redemptor Hominis, della Pontificia Università Lateranense, si inserisca nel tracciato percorso da tali maestri della teologia pastorale.
Perché i papi da un certo momento hanno scritto encicliche sociali? Prima di allora, la Chiesa non aveva un insegnamento in materia? È la società che rende cattivo l'uomo o viceversa? Per rispondere a queste domande occorre seguire, enciclica dopo enciclica e senza trascurare il Concilio Vaticano II, il tragitto del magistero pontificio rispetto alle problematiche sociali degli ultimi due secoli. Ne emerge un pensiero sempre attuale, capace di interpretare i singoli momenti storici e di proporre risposte che hanno spesso anticipato le migliori acquisizioni della cultura contemporanea. La fraternità e la solidarietà tra i singoli e tra i popoli, la pace come frutto della giustizia, i diritti dell'uomo che precedono gli ordinamenti degli stati, l'equità come fondamento della giustizia e della legalità, il valore del lavoro come occasione per la realizzazione personale e sociale di sé, la sussidiarietà come condizione di una soggettività sociale più ricca, il bene comune invece degli interessi di parte, i diritti educativi della famiglia di fronte allo stato e l'impegno delle religioni a favore della pace perché «solo la pace è santa e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio, perché profanerebbe il suo Nome» (Francesco), anche grazie al magistero sociale cattolico, sono ideali ormai acquisiti da larga parte dell'umanità, spesso sanciti nelle convenzioni internazionali.
Descrizione
Per secoli l’odegetica è stata insegnata nei seminari come quella sezione di temi teologico-pastorali riguardanti il governo e la guida della Comunità cristiana. La necessità di una aggiornata riflessione odegetica si impone da sé alla luce dell’autocomprensione che la Chiesa ha sviluppato a partire dal magistero del concilio ecumenico Vaticano II, che fu convocato con l’obiettivo di “aggiornare” la dottrina cattolica e la vita della Chiesa in relazione ai mutamenti sociali e culturali propri della modernità: è evidente come anche la guida pastorale che ne scaturisce abbia bisogno di comprendersi e di configurarsi in riferimento al medesimo contesto. La questione che ha istruito la ricerca è così riassumibile: che significa guidare in questo nostro tempo una comunità cristiana? Il ministero della guida, infatti, funziona come una sorta di intelaiatura di raccordo tra vari elementi della riflessione speculativa e della prassi ecclesiale: tali elementi aprono un vasto arco di indagine, perché spaziano dallo specifico del ministero ordinato ai caratteri dell’ecclesiologia, dall’antropologia e più in generale dalla cultura e dalle relazioni di cui vive un gruppo umano all’analisi dei dati biblici relativi al nostro tema, essi stessi particolarmente ricchi e complessi, difficilmente riducibili o riconducibili ad un unico filone di ricerca.
Il libro raccoglie contributi nati dalla partecipazione a eventi accademici o ecclesiali nei quali il metodo del discernimento (e, più in generale, la prospettiva della scuola dei Laterani) è stato utilizzato vuoi nel ripensamento critico di alcune questioni pastorali, vuoi nell'allargamento della prospezione complessiva del sapere teologico. Vogliono documentare l'evidenza di una teologia pastorale non seduta "accanto al fuoco" domestico, ma coinvolta nel vivo della vita ecclesiale di questo nostro tempo.
Perché i papi, a un certo punto della storia, hanno cominciato a scrivere encicliche sociali? Prima di allora, la Chiesa non aveva un suo insegnamento in materia? È la società che rende cattivo l'uomo, o viceversa? Per rispondere a queste domande, occorre seguire, enciclica dopo enciclica e senza trascurare il Concilio Vaticano II, il tragitto del magistero pontificio rispetto alle problematiche sociali degli ultimi due secoli: ne emerge un pensiero sempre attuale, capace di interpretare i singoli momenti storici e di proporre risposte che hanno spesso anticipato le migliori acquisizioni della cultura contemporanea. L'ideale della fraternità e solidarietà tra i singoli e tra i popoli, la pace come frutto della giustizia, i diritti dell'uomo che precedono gli ordinamenti positivi degli stati, l'equità come fondamento della giustizia e della legalità, il valore del lavoro come occasione per la realizzazione di sé in senso personale e sociale, la sussidiarietà orizzontale come condizione di una soggettività sociale più ricca, il prevalere del bene comune rispetto agli interessi di parte, i diritti educativi della famiglia di fronte allo stato e l'impegno delle religioni a favore della pace perché "non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio" (Benedetto XVI): questi ideali fanno ormai parte del patrimonio etico di gran parte dell'umanità e sono spesso sanciti nelle convenzioni internazionali.
A partire da una messa a punto del profilo specifico della Teologia pastorale, vengono qui trattate alcune questioni cruciali del vissuto ecclesiale.
Di che cosa deve occuparsi la Chiesa in questo tornante della sua storia? Come va pensata e strutturata l'azione pastorale? A partire da una messa a punto del profilo specifico della Teologia pastorale, vengono qui trattate alcune questioni cruciali del vissuto ecclesiale, ripartendo la materia secondo una modalità (ad intra/ad extra) inaugurata fin dai lavori conciliari ma tuttora bisognosa di essere ripresa quale matrice degli ambiti specifici dell'azione pastorale. Un testo per gli studenti della materia e per i molti Giona recalcitranti di fronte a sfide che comportano una doppia conversione: al Dio vivo e vero e a quanti lo cercano senza volerlo davvero trovare.
Un breve compendio di teologia e cristologia.
Scritto e pensato soprattutto (ma non solo) per quanti si accostano come "principianti" allo studio della teologia, il volume è diviso in tre parti. La prima è una ricognizione sul senso della teologia cristiana e gli aspetti costitutivi del teologare (la rivelazione, la fede e la ragione). Nella seconda e più ampia parte si riflette sulla realtà e il mistero di Gesù di Nazaret; vengono ripercorse le questioni legate alla storicità di Gesù, i tratti caratteristici della sua personalità, il mistero centrale della sua vita, ovvero la morte e la risurrezione, quindi la riflessione della Chiesa dei primi secoli che prende forma normativa nei concili da Nicea a Calcedonia. Infine la terza parte affronta due questioni "sensibili": il problema del male, che costituisce una permanente provocazione e sfida all'esperienza cristiana basata sulla fede in un Dio creatore e provvidente e il rapporto tra fede e ragione alla luce del percorso storico e di alcune suggestioni che provengono dal contesto contemporaneo postmoderno.
La grande questione relativa ai Praeambula Fidei è ampiamente trattata nello studio che si sviluppa in queste pagine. Essa è giustamente ritenuta decisiva per una nuova impostazione della teologia fondamentale rispetto alla precedente metodologia apologetica tradizionale, senza però dimenticare la relazione che la teologia fondamentale deve poter stabilire con il pensiero filosofico.
Quali sono i compiti che un pastore è chiamato a svolgere? Che cosa deve fare ogni giorno? E in rapporto a chi o a che cosa lo può determinare? Di questo si occupa il presente volume con una speciale attenzione al ministero pastorale, compreso alla luce della Trinità, che può individuare precisi caratteri di azione e una precisa identità, adeguata a dispiegarsi nel contesto della cosiddetta "nuova evangelizzazione". Perché il ministero pastorale è sacramento dell'Eterno che crea il cosmo, il tempo, gli uomini e la loro storia, li riscatta dal male, dalla morte e dall'insensatezza, e li unisce tra loro in un solo corpo che sarà la sua Sposa nelle nozze escatologiche, divenendo "attualità di quell'azione".
La relazione tra vita cristiana e salvezza è abbastanza scontata. È forse possibile vivere, semplicemente, senza una tale prospettiva' Nella Bibbia coesistono varie teologie della salvezza. Una prima differenza si potrebbe fare tra l'Antico e il Nuovo Testamento. Dentro i due stessi contesti si possono incontrare tanti tipi di salvezza, quante sono le culture teologiche dentro le quali essi si sviluppano. La presente ricerca è una indagine sui concetti di vita e di salvezza nella Bibbia. In entrambe le alleanze, Dio è sorgente primordiale di vita e roccia di salvezza. Per il Nuovo Testamento, tuttavia, è in Cristo che l'uomo riceve sia la vita sia la salvezza. Questa, in fondo, si riduce a un unico atto di Dio, anzi, a una persona, Cristo Gesù, che chiede di essere accolta nella fede, vissuta nell'amore, attesa nella speranza. Il testo è scaturito dal corso: "Vita cristiana in prospettiva soteriologia", tenuto in vari semestri al Pontificio Istituto Pastorale dell'Università Lateranense.
Appunti di teologia filosofica.
Questo libro –sintesi dell’insegnamento di Teologia spirituale presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense– si occupa della vita spirituale intesa come rapporto personale fra Dio e l’uomo. L’azione gratuita di Dio e l’accettazione libera dell’uomo conducono verso un cammino pasquale, a volte difficile ed incerto, ma che rinnova l’esistenza umana e la rende capace di esprimere e di comunicare la vita divina. La dottrina e l’esperienza di due maestri spirituali, il servo di Dio Don Luis María Etcheverry Boneo e san Giovanni della Croce –arricchita dalla testimonianza di altri grandi santi e dottori della Chiesa– illuminano questo percorso in cui dopo un primo momento riguardante il mondo della spiritualità e della teologia spirituale, si considerano l’iniziativa di Dio e le pieghe del cuore umano che vuole corrispondere all’azione divina fino giungere all’unione transformante. Un ultimo sguardo è rivolto alla missione del cristiano che viene chiamato al servizio dei fratelli e a fare di questo mondo un sacramento: un luogo di incontro tra Dio e l’uomo.
Eva Carlota Rava
è membro dell’Istituzione Servidoras (Associazione di Vergini Consacrate di Diritto Pontificio). Ha compiuto gli studi universitari in Argentina, Francia e Italia. Laureata in Filosofia e Teologia ha insegnato in diverse università in Italia e in Argentina. È docente di Teologia Spirituale presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense e dal 2003 insegna presso il Seminario “Santo Cura de Ars” della diocesi di Mercedes-Luján (Argentina). Attualmente è anche docente invitata presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” (Roma). Appartiene al Centro di Ricerche in Antropologia Filosofica e Culturale CIAFIC, associato al CONICET (Consejo de Investigaciones Científicas y Técnicas). Ha diverse pubblicazioni in Antropologia filosofica e teologica ed in Teologia spirituale fra cui Il paradosso della rivolta. Saggio su Albert Camus (1980); Caída del hombre y retorno a la Verdad en los primeros tratados de San Bernardo de Claraval (1986), Teresa del Niño Jesús y Juan María Vianney en la doctrina espiritual del P. Luis María Etcheverry Boneo (1993); Los santos, testigos del Espíritu I (1998); La grazia di Dio che è con me (2002); Los santos, testigos del Espíritu II (2003).