"Credo di non offendere minimamente l'alta considerazione che ho della verità, come pure del sacerdozio mosaico, se mi spingo a considerare tale culto, nelle sue componenti fondamentali, una copia fedele della religione esoterica degli Egizi e ad affermare che il legislatore degli Ebrei, abbia apparentemente mirato, per quanto gli riuscì, a iniziare il suo intero popolo ai misteri egizi. Una volta fissata questa evidenza come premessa, l'infelice disputa circa l'origine delle verità religiose si rivelerebbe assolutamente superflua. Ci renderemmo generalmente conto che l'opposizione tra ragione e rivelazione si basava su un semplice equivoco". A partire da queste tesi, Cari Leonhard Reinhold, filosofo, massone e Illuminato, si propone di dimostrare come Mosè fosse in realtà devoto al principio panteistico dell'Uno-Tutto, ovvero alla religione naturale che ricavò dalla frequentazione dei misteri egizi e che decise di porre al centro del suo culto monoteistico. Egli si vide cioè costretto a tradurre quella verità nella più accessibile immagine di una divinità tutelare antropomorfa, al fine di dare al suo popolo un'identità nazionale. Nato come contributo alle ricerche sul simbolismo massonico condotte al termine del Settecento dalla loggia viennese "Zur wahren Eintracht", il saggio di Reinhold rappresenta un documento chiave per comprendere cosa significhi per la cultura occidentale il recupero di una "memoria egizia"...