L'editoria italiana è un arcipelago di luoghi, presidi della cultura, con belle storie da raccontare. Dai sestieri lagunari di Manuzio alle gallerie del centro storico di Milano; dalla Mole di libri torinesi tra Gobetti, Einaudi e don Bosco, alla Bologna del Mulino e alla Firenze dei caffè scelti dai poeti per le riunioni di redazione; dalla Roma di politica e santità alla Napoli delle bancarelle, alla Bari laterziana e alla Palermo della «Memoria» si incontra la storia di chi ancora oggi è animato dalla passione delle parole stampate. Scoprire i luoghi dove gli editori hanno le loro case e dove nascono amati libri significa anche ricostruire i contesti storici e la temperie culturale che li hanno motivati, e la proposta civile e formativa che ancora ci rivolgono. Conoscere le loro storie ci racconta come e perché si produca tanto sapere lungo tutta la penisola. Una bibliodiversità che è lo specchio della variegata identità del nostro paese.
La piazza custodisce l'anima di ogni località, grande o piccola che sia. Punto d'arrivo e di partenza offre la chiave di lettura per comprendere intere civiltà: la piazza siamo noi. Sin dalla loro nascita, le piazze hanno rappresentato l'habitat più congeniale per l'umanità occidentale. Ripercorrendone la storia, dal foro romano, dove convivono il sacro e il profano, alla piazza d'armi medievale, asserragliata in difesa del borgo fortificato, al «sagrato» cristiano, dove si sviluppa la narrazione della religione, scopriamo che ogni angolo d'Italia offre una tipologia di piazza che è contenitore e contenuto di un'epoca, uno spazio apparentemente «vuoto», ma pieno di senso per ogni comunità. L'itinerario illustra, nel loro susseguirsi storico, peculiarità e curiosità delle piazze d'Italia, dalle più celebri alle meno note, senza trascurare le più contemporanee.
L'itinerario ripercorre le tappe dell'Italia napoleonica lasciando in sottofondo i campi di battaglia e restituendo, piuttosto, la fitta rete dei luoghi della memoria: monumenti, edifici, ma anche tracce di civiltà materiale. Accanto all'Italia di Napoleone vi fu, però, anche un'Italia dei Bonaparte (i Napoleonidi, come furono chiamati), che popolarono l'Italia della Restaurazione assai più della Francia. Molte città furono luogo d'azione dei fratelli di Napoleone e dei loro figli, così come delle sorelle Elisa, Carolina e Paolina. Non solo Roma e Firenze, ma anche Trieste, Bologna, Macerata, Viareggio, Senigallia e altre città ancora videro nascere e morire ville e palazzi dei Bonaparte. Una presenza giunta sino agli anni Venti del Novecento e che rese l'Italia - dopo la Francia - il paese più napoleonico d'Europa.
Oggi i papi hanno il loro stato oltre Tevere, ma per secoli l'intera città di Roma è stata la loro residenza, volta a rappresentare in forme spesso magnifiche l'immagine e il potere del papato. I segni di questo lunghissimo regno sono ovunque: dalla configurazione delle strade ai tredici obelischi egiziani, dalle basiliche e dalle chiese ai palazzi pontifici, da San Pietro alla sottostante necropoli vaticana scoperta a metà del Novecento. L'itinerario mostra le manifestazioni dello straordinario mecenatismo papale che ha reso unica la città. Muovendo dall'attuale residenza di Francesco, e dalla sua inedita coabitazione in Vaticano con il predecessore, queste pagine ci accompagnano a ritroso fino ai luoghi del cristianesimo primitivo, dove palpabile rimane la memoria degli apostoli, capostipiti della chiesa romana.
Convivialità, stagionalità, sostenibilità. Sono i segreti della dieta mediterranea. Uno stile di vita che ha conquistato il mondo. Scoperta negli anni Cinquanta tra Napoli e il Cilento da due scienziati americani. Fondata sugli alimenti-simbolo della triade mediterranea - cereali, olio e vino - questa dieta che non è una dieta combina felicemente eredità del mondo classico e tradizioni locali. Scopriamola nei suoi luoghi sacri: dalla Campania, con Amalfi e le acciughe di Cetara, o con Pozzuoli, regno dei frutti di mare, alla Puglia, con le orecchiette di grano arso di Tricase e con la pasta di mandorle di Lecce, dalla Lucania, con il suo pane antico, alla Sicilia, con i tonni di Favignana, le panelle di Palermo e gli arancini di Catania - oltre che in quegli autentici empori di tipicità che sono Napoli, Genova, Venezia.
Paese del neorealismo con i suoi attori «presi dalla strada» è anche un set favolistico per le produzioni hollywoodiane, da Guerra e Pace girato in Piemonte alla Passione di Cristo in Basilicata, all'Inferno nella Firenze dei nostri giorni. Trame, luoghi, volti e avventure produttive con cui il nostro cinema ha continuato a ispirare generazioni di cineasti. L'Italia oggi ha ripreso a vincere premi e a far parlare nel mondo della sua Grande Bellezza. Una bellezza sfaccettata e contraddittoria, mai convenzionale, che vibra nel racconto di dieci «città del cinema»: Torino col suo Museo, Milano borghesissima e proletaria sullo schermo, Venezia decadente e festivaliera, Bologna e la sua Cineteca, Firenze con vista sulla storia, Roma eterno caos calmo, Napoli da Totò a Gomorra, Palermo gattopardesca e «paradisiaca», Bari capitale di Lamerica e Matera della cultura europea nel 2019.
L'Italia è forse l'unico paese occidentale che ospiti teatri di ogni epoca: vederli equivale a ripercorrere l'intera storia del teatro. Mirabili teatri greci come quello di Siracusa e altrettanto ben conservati teatri romani, teatri rinascimentali come l'Olimpico di Vicenza e il teatro di Sabbioneta, teatri barocchi come La Pergola di Firenze, magnifiche sale settecentesche, dal Teatro Argentina a Roma alla Scala a Milano. Non mancano miriadi di teatrini di Palazzo e splendidi teatri novecenteschi, dal liberty puro dello Jovinelli di Roma ai numerosi teatri multifunzionali odierni. Fregi, piante delle sale, macchinari d'epoca, foyer e camerini recano traccia delle società che quei luoghi hanno frequentato condividendone l'immaginario.
Non solo Palmanova, Aquileia, Pienza, Sabbioneta: l'Italia pullula di città ideali dalla struttura geometrica regolare, frutto di visioni laiche o di esoteriche cosmogonie. L'itinerario va dalla quadristellata Terra del Sole, voluta da Cosimo I de' Medici nel 1546 in Romagna, ad Acaya, in provincia di Lecce; da San Leucio, frazione di Caserta, alle città-operaie Crespi d'Adda e Solvay a Rosignano; dalle città "di fondazione" fascista, come Latina e Sabaudia nel Lazio, Arborea e Fertilia in Sardegna, al recente "sogno" della Scarzuola in provincia di Terni.
Raramente una guerra ha lasciato tracce così tanto indelebili sul paesaggio come il primo conflitto mondiale in Italia. Le battaglie combattute tra il 1915 e il 1918 sono visibili ovunque. Non solo nella natura ma anche nelle città, bombardate, occupate, a volte completamente distrutte e ricostruite dalle fondamenta (come Asiago, rasa al suolo nel 1916 e rifatta da capo negli anni venti). E nelle opere d'arte, a volte perse per sempre, a volte solo ferite e recuperate - il duomo di Padova, la chiesa degli Scalzi di Venezia, la gipsoteca di Possagno, con i modelli originali delle sculture di Antonio Canova, centrata da una granata nel 1918. Questo volume delinea un itinerario, dalle montagne ai fiumi alle città, tra i teatri della guerra italiana.
Gerusalemme è dappertutto. Una presenza di cui l'Italia è investita per intero, grazie a un dialogo intessuto da secoli che trova espressione in ogni rigo della sua storia, in ogni pietra delle sue città. Una volta divenuti inaccessibili i Luoghi Santi, lembi di Terra Santa vennero infatti ricreati nel nostro paese. E intraprendere il cammino penitenziale attraverso santuari come il Sacro Monte di Varallo, il complesso delle Sette Chiese a Bologna, il Santo Volto di Lucca, San Vivaldo, Acquapendente nel Senese, il Santo Sepolcro di Brindisi significa ritrovarne le memorie e rivivere le emozioni di quel primitivo pellegrinaggio.
Dalla Domus Aurea, la mitica residenza imperiale di Nerone, ai sontuosi palazzi del Rinascimento e dell'età barocca, fino alle ville settecentesche con i loro preziosi affreschi, il libro ci apre letteralmente le porte di alcuni grandi capolavori dell'arte e dell'architettura italiana. In un percorso coinvolgente, il lettore si inoltrerà così in luoghi insoliti, spesso chiusi al pubblico e difficili da visitare, come Palazzo Labia a Venezia, Villa La Malcontenta a Mira, Palazzo Corsini a Firenze, Villa Albani a Roma, Palazzo Beneventano a Siracusa, di cui potrà carpire i segreti riportandone impressioni uniche.
Dei settecento chilometri della Via Francigena del Sud, che da Roma porta a Brindisi, porto d'imbarco per i pellegrini che nel Medioevo si recavano in Terra Santa, circa la metà attraversano la Puglia. Un itinerario fra i più suggestivi, soprattutto se percorso a piedi. Si potranno incontrare, fra i molti esempi di romanico svevo, la Cattedrale di Ruvo, quella di Bitonto e la Basilica di San Nicola a Bari: testimonianze mirabili della forza di una religiosità essenziale.