L'opera svolge un'analisi del processo di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, dalla nascita alla dissoluzione, e al rapporto con il mondo della religione; tutto ciò, chiaramente, non in maniera generalista, ma precisamente tenendo conto del pontificato di Giovanni Paolo II, del suo rapporto con le Chiese dei Paesi sovietici, e del suo personale aiuto per la loro sopravvivenza. Il tema è approfondito con professionalità e serietà scientifica in più di quaranta contributi contenuti nel volume: sono stati redatti da autori che, nella maggior parte dei casi, appartengono alle aree linguistiche interessate e che quindi hanno potuto compiere le loro ricerche in lingua originale; per facilitarne l'accesso anche al pubblico italiano, vengono proposte per la prima volta con traduzione. Anche nei casi in cui gli autori, invece, siano estranei alla materia studiata e al suo contesto culturale, la ricerca è stata condotta con la maggior cura possibile per mantenere comunque un alto livello scientifico.
“Questo papa, sangue del vostro sangue, ossa delle vostre ossa”: così si dichiarò Giovanni Paolo II il 3 giugno 1979 durante il suo primo viaggio in Polonia, il primo viaggio di un papa in un Paese del blocco comunista. Il pontefice si rivolse a tutti i cristiani dell’Europa orientale mentre si trovava in un luogo assai simbolico: la basilica cattedrale primaziale di Gniezno, la più antica della Polonia. Non era un proclama politico, ma l’espressione del carisma del “papa polacco, papa slavo” proprio ora chiamato a manifestare “l’unità spirituale dell’Europa cristiana”. L’identità culturale per lui non dava origine a barriere, ma a soglie di incontro e di scambio di doni. “Questa unità cristiana dell’Europa è composta da due grandi tradizioni: dell’Occidente e dell’Oriente”, ripeté Giovanni Paolo II in quell’infuocata omelia, menzionando oltre che i polacchi anche i vicini slavi: cechi, slovacchi, sloveni, croati, serbi, bulgari. A loro è dedicato la nuova opera (in due volumi) della collana Storia della Chiesa in Europa centro-orientale curata dal prof. Jan Mikrut, ordinario della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana di Roma. È una pubblicazione scientifica costituita da più di cinquanta contributi sul pontificato di Giovanni Paolo II e sui suoi rapporti con i Paesi e le Chiese dell’Europa centro-orientale; gli autori sono figure di spicco a livello ecclesiastico, accademico e istituzionale, che offrono il frutto di ricerche compiute sulle fonti d’archivio e sulla più recente letteratura.
“Questo ulteriore volume curato dal Prof. Jan Mikrut della Pontificia Università Gregoriana offre un quadro ampio e articolato delle vittime del Nazionalsocialismo nell’Europa centro-orientale. Gli autori degli studi hanno rintracciato ed esaminato con lodevole acribia storica migliaia di documenti presenti nei numerosi archivi europei, portando alla luce motivazioni, comportamenti e ambizioni sia dei carnefici sia delle vittime, che restano i veri protagonisti in positivo di questo triste censimento.
La lettura di quest’opera sarà di grande edificazione per tutti. I numerosi martiri della Chiesa, alcuni dei quali già elevati agli onori degli altari, ci interpellano ogni giorno sulla nostra vita di coerenza cristiana. Non disperdiamo come acqua sulla sabbia, il grande dono della fede. Il Vangelo ha ancora oggi bisogno di testimoni credibili.”
Angelo Card. Amato, SDB
Lo scoppio della Rivoluzione d’ottobre del 1917 segna l’inizio dell’eliminazione del cristianesimo nel territorio dell’ex Unione sovietica. Il volume presenta la “Via Crucis” che la Chiesa cattolica, di ambedue i riti, attraversò a partire da quella data, in maniera cronologica e tematica, secondo queste parti:
“Dalla Rivoluzione d’ottobre alla Seconda guerra mondiale 1917-1939”;
“I territori occupati dall’Urss e dalla Germania 1939-1945”;
“La Chiesa cattolica in Unione Sovietica 1945-1991”;
“La testimonianza dei cattolici nella vita quotidiana”;
“La Chiesa romano-cattolica nelle Repubbliche sovietiche occidentali 1945-1991”.
La grande moltitudine dei sacerdoti perseguitati dai regimi totalitari (ma anche dei religiosi e delle religiose, di uomini, donne e famiglie cristiane) viene ricordata nei testi del prof. Roman Dzwonkowski sac, del prof. don Tadeusz Krahel, e da molti altri autori, alcuni dei quali presenti in questo libro.
Nei paesi dell’ex URSS, le singole chiese locali conservano nei loro archivi il materiale analitico relativo ai tempi del governo sovietico e dell’occupazione nazifascista. Ogni pubblicazione relativa ai tempi così difficili come quelli dell’ateismo militante e delle persecuzioni della Chiesa da parte dei fascisti è importante e preziosa (Dalla prefazione dell’Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, Metropolita di Minsk e Mahileu).
Il volume è il quarto in ordine di uscita nella Collana “Storia della Chiesa in Europa centro-orientale” curata dal prof. Jan Mikrut, dell’Università Gregoriana.
Nell'ultimo dopoguerra, nei paesi della zona sovietica, la Chiesa cattolica fu sottoposta a diverse forme di persecuzione religiosa da parte dei governi comunisti, talvolta molto raffinate, altre assai brutali. L'obiettivo del potere comunista era quello di annientare qualsiasi forma di religiosità, tanto più se organizzata e strutturata, che si opponesse alla visione atea della società che si pretendeva di costruire. Lo scopo di questo volume è ricordare e rendere presenti quelle persecuzioni, attraverso le esperienze personali o collettive dei protagonisti, raccontate sapientemente da storici provenienti dai paesi che le subirono. Il lettore si renderà subito conto di come il regime comunista in qualche modo si "inculturasse" nei diversi paesi che dominava, usando strumenti e metodi diversi per pervenire comunque allo stesso fine: non era la stessa cosa, per un cattolico, vivere in Polonia o in Albania... Nonostante tutto, dai racconti emerge con chiarezza che, pur in un clima sociale e politico ostile, i credenti hanno continuato a professare la loro fede in Cristo e nella Chiesa, spesso a costo della loro stessa vita.
Tra l’ampia produzione letteraria, frutto di un attento esame analitico e critico, relativa all’Ostpolitik vaticana degli anni tra la fine della Seconda guerra mondiale e la caduta del sistema sovietico, mancava finora uno studio sistematico, e sintetico insieme, riguardante in particolare l’atteggiamento del regime di Mosca verso la Polonia e i rapporti tra la Santa Sede, il governo comunista e la gerarchia polacca, nel difficile “gioco a tre”, di volta in volta scontro e dialogo. Questo studio è il primo tentativo di ricostruire lo stato delle relazioni Santa Sede – Governo comunista – Chiesa polacca, nell’evoluzione della nuova forma del paese dal 1945 al 1989. Il lavoro è basato su indagini da fonti edite e specialmente da quelle archivistiche oggi disponibili: corrispondenza Governo-Episcopato, relazioni di incontri ed eventi, verbali, documenti vari, rapporti d’ambasciata e d’intelligence, alla ricerca delle motivazioni, dei metodi e degli obiettivi che hanno guidato le parti in causa nel loro affrontarsi per affermarsi nella gestione della guida del Paese. Condotta con particolare cura, l’analisi della politica interna ed estera del governo comunista fornisce un quadro preciso delle complesse relazioni tra le tre parti, inserite nel contesto internazionale, inquieto e mutevole lungo quegli anni. L’opera, divisa in cinque capitoli, analizza i fatti nella seconda metà del XX secolo, inseriti nel gioco internazionale, presentando i grandi protagonisti del periodo: il primate Wyszyński e il Concilio Vaticano II, Gierek e la “normalizzazione”, il pontificato di Giovanni Paolo II, che ha raccolto l’eredità dell’immane fatica di quegli anni aprendo il destino della Polonia ad un nuovo orizzonte. La ricca e documentata “storia a tre” procede come una narrazione appassionata e argomentata, dove gli eventi scorrono attraverso l’esposizione oggettiva e l’intonazione celebrativa, con uno stile discorsivo e insieme un tono epico che tradisce la partecipazione personale dell’autore senza sminuire con ciò il valore delle tesi esposte e rendendo interessante la lettura anche ai non addetti ai lavori. Senza pesantezza, anche se con ritmo incalzante, il testo si offre all’apprezzamento di studiosi e appassionati, di chi comunque sia interessato a conoscere il volto e l’anima di quel particolarissimo periodo del secolo scorso quando in Polonia saltarono tutti i precedenti equilibri e dal travaglio dello scontro tra gli eredi della sua storia nacque una novità intorno al gigante Giovanni Paolo II che restituì alla storia stessa la dimensione della Speranza, rendendo possibile l’inimmaginabile.