Il periodo che va dal 1861 al 1887 rappresenta una fase cruciale nella storia d'Italia. Si tratta del momento in cui si avviano i processi di State e di Nation bulding tipici dell'Ottocento europeo. Nel 1861 finisce la storia di un paese politicamente frammentato e inizia quella di uno Stato unitario che, nei venticinque anni successivi, dovrà affrontare enormi problemi economici, politici e sociali. Partendo da una condizione di complessiva e grave arretratezza, la nuova classe dirigente, di Destra e di Sinistra, riuscì comunque a raggiungere importanti obiettivi. Nel contesto di un sistema politico e costituzionale più avanzato rispetto a quello degli Stati preunitari, furono creati un mercato, un esercito e un sistema scolastico nazionali, una giurisdizione e un apparato legislativo uniformi e una rete infrastrutturale più moderna ed efficiente.
Nell'età napoleonica l'Italia, come larga parte dell'Europa, è investita da un processo impetuoso e spesso disordinato di modernizzazione che in breve tempo rinnova radicalmente le istituzioni, le strutture economiche, la vita sociale e culturale immaginato per lunghi secoli - come scrive Montesquieu - "au coin du monde", ai margini della grande storia. Pensato sul modello dei grandi dizionari critici, strumento, quindi, di conoscenza e di studio insieme, Italia napoleonica intende fornire, nell'arco di oltre un centinaio di voci e un ricco apparato bibliografico, una esauriente ricognizione delle vicende e dei problemi di un'epoca intensa come poche nella quale - osserva Giuseppe Galasso nelle pagine introduttive - "la questione nazionale italiana venne percepita come la grande e fondamentale questione degli Italiani".