Una lettura avvincente, ricca di aneddoti e intimi ricordi. Un cammino di vita e una testimonianza di fede e di amore per Dio. Un cammino di maturazione costante, non privo di pericoli e deragliamenti, ma sempre vissuto alla luce del Maestro, guida e luce nelle avversità della vita. Un libro ricco di spunti per la propria riflessione e crescita personale. La pedagogista e scrittrice Mariateresa Zattoni Gillini accompagna nella scrittura a quattro mani le tappe fondamentali della vita della protagonista Diana, pseudonimo dell'autrice, dando ai principali eventi una lettura e un'interpretazione spirituale e di fede.
"Mi chiamo Manuel Foderà. Ho un carattere allegro, socievole e molto scherzoso. La mia giornata, oltre allo studio, la dedico al Signore scrivendo tante preghiere che mando ai miei amici sacerdoti, suore, seminaristi e vescovi e a tutti quelli che soffrono...". Chi si presenta così è un bambino volato in cielo a soli nove anni, dopo aver lottato contro il tumore con il sorriso e la preghiera. Era convinto di avere una missione da compiere per conto di Dio: far conoscere e amare il suo grande amico Gesù. Questa edizione, oltre alla storia del "piccolo guerriero della Luce", contiene le testimonianze di quanti hanno conosciuto Manuel in vita e di chi si è sentito protetto da lui, già angelo in cielo.
Carlo Acutis (1991-2006) è il santo che non ti aspetti, piace e sorprende perché ha tutte le caratteristiche dei ragazzi d'oggi: la passione per la vita e l'informatica, lo sport e l'amicizia, l'amore verso tutti, mettendo nello stesso tempo Dio al primo posto. «Innamorato di Dio», era affascinato da una forte spiritualità, che ha vissuto senza complessi, respirando il mondo della fede con spontaneità. «Tutti nascono come originali, molti muoiono come fotocopie», diceva. «Lui però è sempre stato speciale, facendo dell'eucaristia la sua «autostrada per il cielo». Questo libro contiene un'agile biografia, con la proposta di testi per la riflessione personale e di gruppo. Prefazione di Paolo Martinelli.
Una vita bella, una morte esemplare
Il racconto delle azioni e delle parole di Massimiliano Infante, che dopo la laurea e un’esperienza lavorativa a 35 anni decide di entrare in Seminario a Torino. Nel 2009 gli viene diagnosticata la leucemia e il 3 settembre 2010 ritorna alla Casa del Padre.
Un libro che presenta un testimone di Dio, colmo di allegria e di coraggio. Utile strumento per comunicare la fede ai giovani di oggi.
Presentazione dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia.
Carlo Acutis (1991-2006) è il santo che non ti aspetti, piace e sorprende perché ha tutte le caratteristiche dei ragazzi d'oggi: la passione per la vita e l'informatica, lo sport e l'amicizia, l'amore verso tutti, mettendo nello stesso tempo Dio al primo posto. «Innamorato di Dio», era affascinato da una forte spiritualità, che ha vissuto senza complessi, respirando il mondo della fede con spontaneità. «Tutti nascono come originali, molti muoiono come fotocopie», diceva. «Lui però è sempre stato speciale, facendo dell'eucaristia la sua «autostrada per il cielo». Questo libro contiene un'agile biografia, con la proposta di testi per la riflessione personale e di gruppo. Prefazione di Paolo Martinelli.
È un sabato pomeriggio. Dopo una lunga attesa un giovane entra nello studio di don Giussani.
«Qual è il problema?».
«Ah, io non ho nessun problema, sono gli altri che hanno un problema con me: il prete mi butta fuori dall’oratorio, a scuola mi mandano fuori dalla classe, mia mamma prega santa Rita perché non faccia una brutta fine…». «Scusa, cosa fai di male?».
«Durante la settimana studio molto e mi piace. Il sabato pomeriggio giro con un amico… realizziamo bombe artigianali e facciamo saltare mucchi di mattoni raccolti nei cantieri…».
«E quindi dov’è il problema? Se il Padreterno ti ha fatto così, avrà avuto i suoi motivi. Nessuno ti chiede di cambiare quello che sei, ma di andare al fondo di quello che sei. È che la tua energia e la tua creatività, anziché usarle così, dovresti usarle per qualcosa di buono. Io ho promosso un’attività di caritativa nella Bassa milanese. Uno come te andrebbe bene».
La domenica successiva ero in Bassa… e non ne sono più uscito, perché quanto ho imparato in quella esperienza ha segnato e segna la mia vita.
Con prefazione di Giorgio Vittadini
Nel celebre dipinto La ronda dei carcerati Van Gogh ha rappresentato i detenuti che girano in tondo in un cortile stretto e angusto sotto l’osservanza austera di tre funzionari carcerari.
Il loro girare a vuoto a testa china è senza senso e senza tempo.
Quand’era direttore di carcere, Pietro Buffa teneva appeso alla sua parete questo quadro come monito di ciò che il carcere non dovrebbe mai essere e come invito a ricercare le piccole e grandi cose quotidiane che possono rendere più umana la vita dei detenuti.
Alcuni episodi, sempre legati a volti, si sono impressi nella memoria dell’autore per il loro particolare impatto emotivo. «Ora, finalmente e per certi versi inaspettatamente, sono un libro che consegno a chiunque dia importanza alle emozioni che la sofferenza e la costrizione penale, con tutte le sue contraddizioni, comportano per tutti coloro che vivono o lavorano in un carcere».
«Pietro Buffa è sicuramente uno dei maggiori conoscitori del “sistema carcere”. Conosce i meccanismi gestionali, li governa e li dirige, ma non ha mai smesso di mettere al centro dei suoi pensieri le persone, siano esse detenuti, operatori sociali, agenti penitenziari o volontari. Queste figure le ritroverete sparse in quello o in quell’altro racconto, e tutte insieme, in maniera corale, vi condurranno in modo originale in un viaggio dentro alla realtà penitenziaria italiana».
Dalla prefazione di Paolo Bellotti
Il 4 marzo 2016 un gruppo di guerriglieri armati attacca la casa delle Missionarie della Carità di Aden, in Yemen. Muoiono 16 persone, tra le quali quattro religiose. Don Tom Uzhunnalil, cappellano della casa, viene sequestrato e resterà prigioniero per 18 mesi. Questo libro è la sua autobiografia, dall’infanzia alla chiamata salesiana, fino al racconto dei terribili giorni come ostaggio. Una storia di speranza, di preghiera e infine di salvezza.
«La mia contraddizione era tutta lì, angelo e demone allo stesso tempo».
Fra le strade di Roma, il tarlo dell’autodistruzione scava un solco nella vita di Attilio – figlio modello in casa, criminale modello fuori – fino alla condanna per omicidio. La lunga carcerazione è il punto di svolta che lo costringe a riguardare sé stesso.
«Avevo distrutto tutto e tutti, ma volevo ricominciare».
Fabio Masi attinge a dieci anni di corrispondenza tra Attilio e l’amico Massimo, e racconta una potente storia di amicizia e cambiamento che ci parla del bene e del male, di incoscienza e riscatto, di sconfitta e rinascita.
«Un uomo che si visse fino in fondo»: in questa epigrafe, da lui stesso dettata, Andrea Chaves sentiva descritta la sua vita di giovane che in tutto era teso ad andare oltre. Molte le sue passioni: la corsa, il karate, il volo, lo studio, ma due furono i suoi grandi amori: Dante e la montagna. «Montagna e poesia sono in me inscindibili».
Imparò a memoria tutta la Divina Commedia, facendo proprio il senso di una missione per il bene degli uomini e del mondo che costituiva il motivo profondo delle sue scalate in solitaria: «La mia ricerca più grande è comprendere la ragione – l’amore – per cui scalo le montagne e farne un dono per gli altri. Condividere la vera felicità, donarla per farla più grande, vera, inalienabile: questa sarà la mia scalata più bella e grande».
Oltre ai contributi di chi lo ha conosciuto e amato, in questo libro è Andrea stesso a raccontarsi. Diari, lettere, poesie, trascrizioni dei suoi video-documentari durante le scalate, svelano una sensibilità umana e letteraria affascinante, lo sguardo limpido e poetico di un ragazzo che era già un uomo.
Il 21 settembre 2018 il Comune di Ravenna ha assegnato ad Andrea Chaves il prestigioso “Lauro Dantesco” alla memoria.
I genitori destineranno i proventi derivanti dalla vendita del libro alla creazione di borse di studio.
Ad oggi il compositore di musica sacra più: conosciuto e cantato del nostro tempo, Marco Frisina si racconta in un'appassionata conversazione con intelligenza e profondità:. Ha iniziato a comporre per le assemblee liturgiche su consiglio dell'amico Giovanni Paolo II. Ha creato motivi che sono diventati degli autentici ":hit":, come ":Jesus Christ you are my life":. Ha realizzato le colonne sonore di fiction televisive di successo quali ":Preferisco il paradiso": con Gigi Proietti. Ed è: invitato ad eseguire le sue opere nei maggiori teatri e cattedrali del mondo. ":La musica mi serve per comunicare e raccontare Dio e l'uomo - confida - e sento di avere ancora molte cose da dire":.
Bangkok significa "città degli angeli". Qui sorge, nella parrocchia di Nostra Signora della Misericordia, la Casa degli Angeli dove sono accolti bambini disabili e le loro mamme, vittime di un contesto che giudica la disabilità come frutto di una colpa personale, quindi fonte di emarginazione. Le quindici storie di mamme raccontate in queste pagine da suor Maria Angela sono drammatiche e stupende ad un tempo: ci parlano di sofferenza, morte e vita nuova che genera altra vita, di desiderio e volontà di bene per chi ha patito il male. Storie dove si incarna la presenza di Dio che ridiventa storia umana, oggi. "Il mio primo impatto è stato con i bambini, con il loro bisogno di assistenza, e con le mamme, che in questo bisogno si stavano perdendo. Il bisogno ultimo e vero di queste donne era quello di incontrare Gesù, di placare la sete che hanno, come la Samaritana".
Un vecchio contadino fratricida, uno straniero che ha ucciso per gelosia, un agente segreto e un camorrista: sono i protagonisti delle quattro storie raccolte dall'autore, educatore penitenziario, dentro le mura del carcere di Alessandria. "Visti da dentro", con gli occhi di chi scrive, i carcerati sono restituiti alla loro dignità di persone e costringono tutti, oltre ogni facile giustizialismo, a riflettere sul dramma della libertà e della condizione umana, davanti all'eterna e quotidiana scelta tra bene e male.
È possibile riprendersi la vita dopo aver commesso un delitto? Può il carcere essere il luogo dove ritrovare sé stessi? Una storia vera che l'autrice ha deciso di raccontare per mostrare che "nessuno è perduto, nessuno sbaglio è tanto grande da non poter essere perdonato". Pietro è un ragazzo come tanti che ha preso strade nelle quali ha rischiato di perdersi per sempre. La detenzione diventa l'inizio di un nuovo cammino grazie all'affetto della famiglia, al lavoro e all'amicizia incontrata in carcere. L'incontro fortuito con Irene in uno dei primi permessi premio segnerà una svolta decisiva nella sua vita. Non sarà facile per Irene fare i conti con il passato del galeotto, ma il cuore saprà andare oltre le sbarre. "Ero male. Vivere senza regole, senza limiti e senza volermi bene mi ha portato prima all'autodistruzione e poi a distruggere tutto quello che avevo intorno. Per me la galera è stata la salvezza: io col carcere mi sono ritrovato" (Pietro). "Nessuno è perduto, nessuno sbaglio è tanto grande da non poter essere perdonato" (Irene).
11 settembre 2001: l'attentato alle Twin Towers cambia il mondo; un anno dopo, stesso giorno: un incidente stradale cambia il mondo di Alessandra. Il libro racconta di una rinascita dopo la tragedia, di un cammino nuovo, dove la sofferenza è alleviata e accompagnata dal bene di tanti, dai familiari agli operatori delle strutture sanitarie. Emergono risorse interiori ed esteriori impensate, fino a Lulù, un cane da supporto, fedele e inseparabile. Trascinata da Lulù, Alessandra intreccia relazioni, supera ostacoli e barriere, paure e solitudine, silenzi e pregiudizi, tanto da divenire la prima ragazza diversamente abile a svolgere gare di obedience a livello agonistico in Italia. Il ricavato della vendita del libro è destinato all'Associazione Chiara Milla per la preparazione di cani da supporto.