Dove sono i giovani? Nelle parrocchie se ne vedono sempre meno sono loro che se ne vanno "fuori dal recinto" o è la Chiesa di oggi che è diventata sempre meno significativa per loro? Questo libro parte dall'ascolto dei giovani, definiti luogo teologico, e si snoda in un approfondimento teologico-pastorale ed ecclesiologico alla ricerca della forma di Chiesa del futuro, dove viene confermato che la pastorale giovanile rappresenta uno dei cantieri più profetici della riforma della Chiesa.
La convivialità potrebbe essere un motivo teologico del dittico lucano? La ricchezza del vocabolario legato al cibo; l'abbondanza di scene di mensa (implicite ed esplicite) in Luca ed Atti; la pregnanza delle tredici scene di convivialità esplicita in rapporto al messaggio di Gesù ai discepoli, ai farisei e alle folle da un lato e di Luca ai suoi lettori dall'altro; e la peculiarità del simposio lucano (L 14,1-24) grazie sia ai temi del ribaltamento, della beatitudine, e del regno di Dio che emergono dal testo, sia alla tecnica narrativa della mise en abyme, sembrano confermarlo. È nel corso dei pasti festivi che Gesù annuncia le sue scelte fondamentali e la loro fondatezza. Quello che cerchiamo di dimostrare è che il motivo teologico della convivialità sia un fil rouge dell'opera lucana, capace di nutrirci in una molteplicità di prospettive: quella umana dell'incontro, anche e soprattutto tra diversi: quella sociale, nel seme del ribaltamento, cioè del capovolgimento di personaggi e situazioni proposto da Gesù; quella escatologica del Regno di Dio che si mostra nella beatitudine di coloro Signore.
Il libro affronta i fondamenti teologici e liturgici legati ai promotori del Movimento liturgico e, con una puntuale analisi testuale, delinea i percorsi dei grandi autori che attraversano i passaggi teoretici ed esperienziali di una fede celebrata “per ritus et preces”, come evidenziato nelle opere di Odo Casel, Romano Guardini, Salvatore Marsili e Cipriano Vagaggini. Attraverso l’indagine attenta e sensibile dei processi rituali, il lettore potrà riconoscere l’attenzione all’uomo liturgico rispettato nella fisiologia del suo rapporto naturale con il divino e la profonda connessione tra la persona credente e il Dio del tempo liturgico, riconosciuto con il pensiero, abitato dalla fede e celebrato nella storia con i gesti e i riti.
Questa ricerca – grazie alle opere dei liturgisti – chiarisce che la liturgia è esperienza della salvezza operata da Cristo nel suo mistero di redenzione, concreta realizzazione di comunione con il Salvatore. L’uomo è al contempo storicizzato, pensante, credente e celebrante secondo il suo cuore e modellato dall’impatto salvifico con la grazia preveniente, dinanzi alla quale si pone con un volto, le mani, la voce e la parola.
Informazioni sull'autore
Davide Garganese, presbitero della Diocesi di Conversano-Monopoli, ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Sacra Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo (Roma). Attualmente è direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, parroco della parrocchia di Sant’Antonio di Padova in Monopoli e insegnante di Religione cattolica.
Le neuroscienze stanno rivoluzionando il nostro modo di guardare al mistero dell’uomo, presentandolo come nient’altro che un groviglio inestricabile di impulsi e sensazioni, mosso per lo più inconsciamente da una serie di processi a livello cellulare e molecolare. Cos’ha da dire la teologia a riguardo? Il libro di Andrea Pizzichini tenta di rispondere a questa domanda attraverso un percorso di indagine che rilegge l’oggettività scientifica dalle sue basi e la integra nella riflessione teologica, andando oltre il semplice dialogo tra “metodo empirico” e “metodo ermeneutico”. In questo modo, anche le neuroscienze possono essere collocate «entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio» (Francesco, Veritatis gaudium).
Informazioni sull'autore
Andrea Pizzichini (1984), presbitero dal 2017, dopo gli studi universitari in Ingegneria ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Teologia morale all’Accademia Alfonsiana, dove è attualmente docente, occupandosi principalmente del rapporto tra antropologia teologica e visione scientifica del mondo.
Il principio ermeneutico di Gadamer della Storia degli effetti o Wirkungsgeschichte dice che «per capire un testo bisogna tener conto degli effetti che esso ha prodotto nella storia, inserendosi in questa storia e dialogando con essa». È quello che avviene in modo esemplare nella lettura spirituale della Scrittura, fatta da San Francesco d’Assisi. Il libro analizza l’influenza delle lettere dei capitoli 2 e 3 dell’Apocalisse in modo “sinottico e francescano” mettendo in luce quegli aspetti che ancora oggi possono dare effetti di bene, di santità, di speranza di futuro. Dalla Chiesa Francesco riceve la parola e dalla Chiesa riceve luce per la sua interpretazione, creando così un’opera immortale per l’umanità: il Cantico di frate Sole, all’interno del quale c’è l’utilizzo di un versetto dell’Apocalisse. Egli ripara la Chiesa dentro di sé e offre la propria vita per la causa del Vangelo: questo modo ha “prodotto” quell’effetto spirituale che lo porta oltre la seconda morte di Ap 2,11.
Informazioni sull'autore
Luca Maria De Felice, frate dell’Ordine dei frati minori Cappuccini Toscani, ha conseguito il dottorato in Teologia biblica nel 2016 a Firenze. Nel 2020 si laurea in Lingue e Civiltà dell’Oriente Antico e Moderno presso l’Università degli Studi di Firenze. Tiene corsi di Antico Testamento alla FTIC come docente a contratto. È segretario della rivista della Facoltà Vivens Homo e segretario di redazione di Italia Francescana, rivista nazionale dei frati minori Cappuccini italiani. Oltre a vari articoli, ha pubblicato Rosario con san Paolo (EDB Bologna, 2005).
Licinio Refice, artefice di primo ordine accanto a Perosi della riforma ceciliana, soleva paragonare il lavoro del compositore a quello delle api. Solo Dio crea, diceva, noi "componiamo": siamo come le api che libano il nettare da ogni varietà di fiori e di piante silvestri; il miele che producono però è, per così dire, "personale", e forse non se ne troverebbero due varietà che abbiano lo stesso sapore. Mi è venuto in mente questo pensiero alla lettura della tesi del M° Romagna, elaborata con la perizia e diligenza delle api. Essa può diventare di grandissima utilità non solo per i musicisti di chiesa ma per i vari operatori pastorali, trattando la musica liturgica sotto i profili teologico, biblico, storico documentale e spirituale". (dalla Presentazione di mons. Valentino Miserachs Grau)
Le neuroscienze hanno reso possibile la realizzazione dell’antico sogno di visualizzare in vivo l’attività cerebrale. Allo stesso tempo, i risultati delle recenti tecniche di neuroimaging e alcune interpretazioni rappresentano una vera e propria sfida all’etica. Esiste ancora un soggetto morale, padrone dei suoi atti e responsabile del proprio agire liberamente e consapevolmente scelto? Chi decide, il nostro cervello, la pressione selettiva, oppure esiste ancora spazio per la coscienza? Il testo individua, nel panorama di studi neuroscientifici, un ambito con il quale la teologia morale possa entrare in un dialogo proficuo, e quali prospettive si aprono per un arricchimento reciproco.
«Il libro vuole rappresentare un contributo per un dialogo, tra teologia morale e neuroscienze, che possa diventare strutturale e che non si limiti all’urgenza o al fascino del momento. Alla presente ricerca va dato il merito di aver accolto la sfida; senza la pretesa di aver trovato una risposta ai vari quesiti, rappresenta di sicuro una tappa in un percorso più ampio e complesso, dove ci auguriamo molti altri potranno offrire la propria passione e competenza» (dalla Presentazione di Vincenzo Viva).
Paolo Spaviero (Terracina 1979), sacerdote della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, ha studiato Teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana di Roma. Parroco, collabora nella Pastorale familiare ed è consulente etico del Consultorio Diocesano. Insegna Teologia morale fondamentale e speciale presso l’Istituto Teologico di Anagni e la Scuola diocesana di Teologia “Paolo VI”.
La prospettiva del Promotore di Giustizia
Prefazione di Mons. Carlo Fabris
Un’accurata indagine sulle vicende legate al ministero del promotore di Giustizia nel processo penale canonico, in vista di un’opportuna rivalutazione del suo ruolo.
Il presente volume intende delineare un approccio diverso al processo canonico presso gli organismi diocesani o gli istituti religiosi tenendo conto sia dei rilievi che vengono dall’ordinamento civile italiano, sia delle esigenze di Giustizia rilevate dalla società ecclesiastica e civile.
Lo studio – diviso in tre parti – riflette l’approccio proprio dell’autore che ricerca nell’analisi puntuale della storia i fondamenti della materia; studia il diritto attualmente vigente rilevandone gli elementi di forza e di fragilità nella prassi ecclesiale; per poi ricavare dal confronto con gli ordinamenti italiano ed europeo possibili vie di riforma ed adeguamento alle odierne esigenze.
La lettura è rivolta ai vari operatori del Diritto – soprattutto a coloro che svolgono il ministero di Promotore di Giustizia – oltre che a quanti sono interessati a sviluppare un dibattito aperto ed anche attualizzante sui progetti di riforma del Diritto penale canonico.