Salvatore Natoli, professore di Filosofia teoretica, in questo libretto riflette sul tramonto delle certezze tradizionali nella nostra epoca e sulla mancanza di garanzie di un mondo adulto che ha ormai perso i suoi punti di riferimento. Non riuscendo più a trovare stimoli per costruire il proprio futuro, i giovani si fanno travolgere da un presente statico, alla ricerca di una felicità individuale fine a se stessa. In questa nostra epoca, definita dall'autore come "l'età del rischio", quali modelli culturali si possono offrire ai ragazzi? È ancora possibile tracciare una rotta? Uscire dall'indifferenza e dalla violenza che sono alla base del vivere oggi? "Non sono i legami d'obbligo, i vincoli giuridici che contano, ma è la capacità di trovare legami, di costruire fiducia e di dare affidamento e di sapersi affidare. Non nel possesso, ma nella reciprocità del dono la ricchezza sovrabbonda per tutti".
Davvero i giovani di oggi sono privi di valori? 0 sono forse gli adulti a non avere più passioni da trasmettere loro? Un grande psichiatra si interroga sul ruolo di genitori, docenti e dell'intera società nell'educazione delle giovani generazioni. Solo comprendendo il dolore e le ragioni che portano gli adolescenti a cercare condotte alternative a quelle tradizionali è possibile indicare loro una strada e aiutarli a costruire un progetto futuro. "Sarà più facile realizzare il progetto futuro, il progetto di una nuova società, se punteremo più che sulla paura, la depressione e la miseria, sulla speranza e la capacità di organizzare un arruolamento di tutta la comunità attorno alla difesa non di valori fondamentali ma della qualità della vita, di un certo modo di esprimersi e di realizzarsi, che sono le cose che contano di più per i giovani".
Diversus in latino significa "voltato" in altra direzione. Purtroppo, però, è uso comune intendere "diverso" come "contrario", "opposto", e in alcuni casi addirittura "deviante" o "sbagliato". È innegabile che esistano diversità, ma è altrettanto ovvio che non si possa considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo. Un'opportunità per scoprire e discutere sulle diversità ci è data dal festival denominato appunto "Uguali-Diversi", il cui intento non è quello di fornire risposte, ma semplicemente di "aiutare a porre correttamente le domande". Ne è nata anche una collana, voluta dal Comune di Novellara e da Aliberti editore, che raccoglie gli interventi di personaggi noti e studiosi sul tema dell'integrazione e della necessità del confronto in un momento storico come il nostro, di rapide trasformazioni.
Diversus in latino significa "voltato" in altra direzione. Purtroppo, però, è uso comune intendere "diverso" come "contrario", "opposto", e in alcuni casi addirittura "deviante" o "sbagliato". È innegabile che esistano diversità, ma è altrettanto ovvio che non si possa considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo. Un'opportunità per scoprire e discutere sulle diversità ci è data dal festival denominato appunto "Uguali-Diversi", il cui intento non è quello di fornire risposte, ma semplicemente di "aiutare a porre correttamente le domande". Ne è nata anche una collana, voluta dal Comune di Novellara e da Aliberti editore, che raccoglie gli interventi di personaggi noti e studiosi sul tema dell'integrazione e della necessità del confronto in un momento storico come il nostro, di rapide trasformazioni.