La nozione di gloria, essenziale alla rivelazione biblica più ancora che alla ragione pagana, è stata spesso trascurata a profitto di un'umiltà che sembra convenire più ai pusillanimi che non ai magnanimi. In queste pagine Fabrice Hadjadj cerca di ripensarla, muovendosi allegramente dalla gloria di Dio a quella del sasso, del pavone o della civetta, passando senza vergogna attraverso la sua personale gloria.
“Cento minuti sul Vangelo. Per capire chi è Lui”, di padre Maurizio Botta, è un corpo a corpo con la Parola senza finzioni. L’autore, sacerdote della parrocchia di Santa Maria in Valicella a Roma noto per i suoi incontri “Cinque passi al mistero” e per il seguitissimo blog che porta lo stesso nome, ci accompagna in un viaggio al centro del Vangelo con un linguaggio diretto e contemporaneo, che può arrivare a tutti ma che non rinuncia per questo alla bellezza, all’intensità e alla verità della “buona notizia”.
“Io voglio questa buona notizia, solo questa. Io voglio essere regnato da Dio. Io voglio avere Dio per Re. L’unica cosa che mi interessa. Per nient’altro vale la pena vivere.”
Padre Maurzio Botta cerca di restituire il vero volto di Gesù, la Sua vera identità, troppe volte distorta, impoverita. Il Gesù del Vangelo, invece, non può che affascinare per la portata del Suo messaggio e dei Suoi gesti. Ognuno poi può decidere di accoglierlo o di rifiutarlo, in piena libertà.
“C’è un invito rifiutato, un’indelicatezza profonda, un anteporre cose buone e lecite all’immensità del Dono. Ancora una volta una libera scelta. Il problema è che c’era la Roma…”
“Sono Paola. Figlia da 40 anni, moglie da 11 e mamma da 10. Tutti e tre gli stati sono a tempo indeterminato. Ho quattro figli. Tre femmine e un maschio. 10, 9, 5 e 1 anno. Le prime due insieme a molti doni, profondità, intelligenza, bellezza, talenti musicali e molto, molto ancora da scoprire, si stanno sudando un po’ di più alcune conquiste scolastiche (aggiungerei, dopo un po’ di penare, un sereno «chissenefrega» perché la scuola serve per la vita non per la scuola). La terza ha iniziato a parlare a 10 mesi, è precoce in molte cose, particolarmente intuitiva e piena di meraviglie da scoprire lei pure (oltre all’apposito kit di difetti che non abbiamo mancato di regalare a tutti ma per il quale i nostri figli, sono certa, ci perdoneranno). Il piccolo è malato seriamente. E abbiamo iniziato a scoprirlo, seppur con alterne vicende e molte incertezze, durante la gravidanza. Alla 23esima settimana. È seguito un vero calvario. Ora lo curiamo al meglio delle nostre possibilità. E lui ci ricambia con la sua bellezza e molta gioia.”
Paola Belletti
“Non ci vuole poi molto. Basta un collegamento ad internet per farsi simili a Nostro Padre – che per noi è la sola cosa ad avere rilievo. A conti fatti il marchio della bestia apocalittica è solo una particolare specie di tag. Il dannato è un taggato per l’eternità segnato col logo dell’Inferno.
Potrai comunicarmi i progressi del paziente attraverso la nuovissima applicazione WhatsHell, basata sulla messaggistica istantanea multi-cerchio, multi-girone e multi-bolgia per darkphone. Ti risponderò all’istante anche se in quel momento dovessi trovarmi fuori sede. Ti ho mai detto del mio impegno nel volontariato? Nel fine settimana disonoro le feste impegnandomi nel montaggio di qualche graticola nella bolgia dei simoniaci. Ma per i problemi di cattiva salute del paziente la mia reperibilità è no-stop. Orario continuato, 24 ore su 24 al suo disservizio.
Tuo affezionatissimo zio
Berlicche”
“Le nuove lettere di Berlicche” di Emiliano Fumaneri è il secondo libro della collana UOMOVIVO, ispirato al celebre racconto dello scrittore anglo-irlandese Clive Staples Lewis, “Le lettere di Berlicche”.