Cosa si intende per "Libri per tutti"? È una formula di comodo per definire testi riprodotti in serie prevalentemente legati alla consueta forma libro e destinati alla larga circolazione. Stampati, per lo più, ma non esclusivamente, dato che per secoli anche la riproduzione a mano ha potuto garantire una buona diffusione. In altri tempi li si sarebbe chiamati "libri popolari". Ma, com'è noto, l'aggettivo popolare non qualifica esattamente prodotti che, se ebbero e hanno tuttora uso e destinazione popolare, sono altresì caratterizzati da una circolazione in ambiti diversi della società. Popolari quindi, ma non solo. Libri che possono capitare nelle mani di chiunque, dotto o incolto che sia, da non confondere con la moderna categoria del bestseller, legata alla narrativa di consumo dell'età contemporanea, le cui fortune sono destinate ad esaurirsi nel volgere di pochi anni. Una parte significativa di questa produzione è se mai da ascrivere alla tipologia del longseller, ovvero di quei titoli che non compaiono nelle classifiche, ma che restano disponibili negli anni e talvolta anche nei secoli, incidendo con discrezione, ma in profondità, sulle abitudini culturali. I libri per tutti sono in genere destinati alla dispersione. Esiste una sorta di pregiudiziale colta che seleziona la memoria dei libri e delle letture penalizzando sistematicamente i più diffusi e familiari. Spesso non sono venduti nelle librerie, come non sono destinati a venire conservati nelle biblioteche.
Autentico fondamento della religione ebraica, il Talmùd possiede una sorprendente forza narrativa; e in particolare questo vale proprio per "Il trattato delle benedizioni" (tratto dal Talmùd babilonese), un'opera delle scuole rabbiniche di Babilonia che nasce originariamente con una chiara connotazione giuridica ma presenta in realtà anche un affascinante e abbondante materiale storico, mitico, aneddotico, geografico del più vario e vasto interesse. Attraverso le sue pagine possiamo infatti ricostruire oggi qual era la vita di ogni giorno degli ebrei nei primi secoli dell'era cristiana, i loro riti pubblici, le loro cognizioni scientifiche, le leggi e le credenze. Di grande rilievo sono le abbondanti notizie di argomento teologico, che ci informano sui concetti che gli ebrei dell'epoca avevano su Dio e la sua giustizia e ancora su angeli e demoni, sulla vita futura, l'escatologia, il messianesimo. Dal Talmùd apprendiamo inoltre quali obblighi morali vincolassero gli ebrei e impariamo molto dunque non solo sulla cultura e la storia ebraiche di allora ma anche su quelle di oggi. Un tesoro letterario che intreccia mirabilmente la mistica ebraica con gli aspetti apparentemente più concreti della vita di ogni giorno, la storia e la cultura di un intero universo religioso.
"Sono più vecchio della polvere e ho più cicatrici di Frankenstein". È la classica risposta di John McCain a chi gli ricorda che a 72 anni, potrebbe essere il più vecchio presidente degli Stati Uniti. La sua vita è un lungo rosario di disastri e salvataggi, disgrazie e rinascite. Dopo ogni caduta, sempre una vittoria. Abbattuto sui cieli del Vietnam, e torturato per oltre 5 anni nel famigerato "Hanoi Hilton", rifiuta la libertà per non venire a patti con il nemico. Al ritorno trova un mondo e una moglie, nel frattempo distrutta da un incidente, che non conosce più. La rinascita è in Arizona. Lasciata la divisa, ricomincia da Cindy, di 17 anni più giovane, figlia del milionario distributore della birra Budweiser. Vince un seggio al Congresso, poi si spalancano le porte del Senato. Ha collezionato miriadi di soprannomi, ma è impossibile da etichettare. Proprio per questo, il nickname più celebre e azzeccato, è "Maverick": un cavallo fuori dal branco. Sincerità e individualismo gli costano la prima corsa alla Casa Bianca, contro George W. Bush, nella più "sporca" campagna che si ricordi. Sconfigge un tumore maligno che gli costa un'altra cicatrice. Al quarto mandato da senatore, l'autobus per la presidenza si rimette a correre dritto fino alla nomination. Camminatore, divoratore di libri, battutista fenomenale, McCain emana fascino magnetico. I democratici sanno che è il peggior avversario possibile. Troppo conservatore per i liberal, troppo liberal per i conservatori.
È "il fenomeno". Barack Obama è l'uomo delle definizioni fuori misura. Per i media è la "rockstar" della politica statunitense. Per i palazzi di Washington, è l'uomo nuovo per il tanto atteso rinnovamento della cultura politica e della classe dirigente, in un paese profondamente cambiato nell'ultimo ventennio, al suo interno e nel rapporto con il mondo. Padre keniota e madre bianca del Kansas, cresciuto nel crogiolo multietnico delle Hawaii e in Indonesia, non è un figlio dell'America in bianco e nero, ma della nuova America multicolore. Senatore dell'Illinois, non è una meteora nell'universo politico statunitense, ma, al di là dell'esito della corsa presidenziale che lo vede protagonista, è destinato comunque a essere per lungo tempo uno degli attori principali sulla scena washingtoniana.
Riscoprire e far rivivere "la ricerca che da quasi ventisei secoli gli uomini dell'Occidente conducono intorno al proprio essere e al proprio destino". Con queste parole Nicola Abbagnano indicava il proposito di un'opera destinata a diventare un classico della storiografia filosofica e un manuale su cui si sono formate generazioni di studenti. Il testo è stato aggiornato ed ampliato per la parte relativa alla filosofia contemporanea dall'allievo e continuatore delle opere di Abbagnano, Giovanni Fornero e, per l'ultimo volume, dallo stesso Fomero insieme con Franco Restaino e Dario Antiseri.